sabato 27 novembre 2010

pc quotidiano 27 novembre - 500 operai Piaggio in sciopero contro i ritmi di lavoro...

sab, 27 nov @ 11:40

OPERAI DELLA PIAGGIO IN SCIOPERO

La proposta Marchionne si diffonde anche alla Piaggio.

Nuova protesta dei lavoratori della Piaggio che da mesi stanno conducendo un braccio di ferro con l'azienda, sia sulla questione generale del nuovo piano industriale presentato da Colaninno, ma anche sulle condizioni quotidiane di vita in fabbrica: dai problemi legati alla sicurezza all'interno dello stabilimento, alla questioni sempre più pressanti della riorganizzazione dei tempi di lavoro in catena.

E così questa mattina circa 500 lavoratori della Piaggio hanno invaso la stazione ferroviaria di Pontedera improvvisando un comizio di alcuni minuti sui binari.

In particolare gli operai hanno scioperato per due ore contro i cambiamenti voluti dall'azienda per aumentare la produttività. "Dobbiamo sostenere carichi di lavoro troppo pesanti a fronte di strumenti, macchinari e organizzazioni poco adeguate alla nuova situazione".

Pressoché totale l'adesione delle tute blu allo sciopero che è proseguito fino alle 11.

Il corteo dei lavoratori della Piaggio ha poi sfilato per le vie della città, bloccando il traffico, per alcuni minuti, sulla statale Tosco-Romagnola.. Insieme agli operai in sciopero c'erano anche molti loro colleghi attualmente in cassa integrazione da due settimane e che lunedì rientreranno al lavoro.

La questione dei ritmi di lavoro nello stabilimento di Pontedera è un tema da sempre sollevato da parte degi operai nei confronti dell'azienda che li ha aumentati a scapito della sicurezza e della saluta degli operai.


dal sito di operaicontro

pc quotidiano 27 novembre - Filippine: studenti in lotta contro i tagli...

Le assemblee nei Campus contro i tagli di bilancio alle scuole e università statali presagiscono una marea crescente di protesta di giovani e popolare.

Il Partito Comunista delle Filippine (CPP) saluta e sostiene la lotta degli studenti e del personale della scuola dell 'Università delle Filippine, l'Università Politecnica delle Filippine, il Philippine Normal University e altre università statali e college (Sucs) dell’area Metropolitana di Manila e in altre regioni contro gli ingiusti tagli di bilancio.

Il CPP saluta la militanza e la determinazione degli studenti, insegnanti e personale scolastico in altre azioni di protesta di massa che hanno lanciato nelle ultime due settimane. Il CPP prende atto della diffusa unità di studenti, insegnanti, funzionari amministrativi, i lavoratori non-accademici e sostenitori contro i tagli di bilancio del regime di USA-Aquino. L’ampio fronte unito contro i tagli di bilancio sottolinea l'opposizione popolare alla politica del regime al potere di tagliare i sussidi statali per scuole e università e altri servizi molto necessari per il bisogno sociale, e di concentrare il grosso della spesa statale per servizio del debito estero, le spese militari, i programmi di privatizzazione, dei "soldi solo al mio elettorato” e il programma della Banca Mondiale “Conditional Cash Transfer (TDC)” per la mendicità perpetua.

La partecipazione di diverse migliaia di studenti, personale scolastico accademici e non accademici e altri settori in scioperi e altre azioni di protesta dei giorni scorsi sono il segno di una crescente ondata di proteste di massa contro le politiche del regime antipopolare USA-Aquino.

Queste manifestazioni nelle università e nei college filippini si svolgono nello stesso tempo delle azioni di protesta degli studenti dei salari in quantità senza precedenti nei paesi del Regno Unito, Irlanda, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, alcuni stati degli Stati Uniti, e altri in cui i governi hanno effettuato
simili "misure di austerità" che sfociano nei tagli brutali di bilancio in materia di istruzione e di altre spese sociali necessarie.

I tagli alla spesa del regime USA-Aquino per le scuole e le università statali sono l'ulteriore deterioramento dei servizi e delle strutture di istruzione, e rendono l'istruzione universitaria e superiore più inaccessibili per la stragrande maggioranza dei giovani filippini.

Quasi il 90% dei giovani in età universitaria non vanno a scuola a causa dei costi elevati. Eppure, i finanziamenti per l'anno prossimo sono stati ridotti di almeno 1.3 miliardi di euro…

Aquino ha solo fatto ulteriormente infuriare gli studenti e il personale quando ha giustificato i tagli come una misura per spingere le scuole a diventare autosufficienti e finanziariamente autonome, una reiterazione della politica del governo filippino di abbandono dell'istruzione superiore statale.

Per gli anni passati, questa politica ha spinto le scuole e le università ad impegnarsi in operazioni commerciali sempre più orientate al profitto …

Il CPP esorta anche gli studenti interessati ad unirsi con i diversi settori della società filippina che sono colpite allo stesso modo dalla politica del regime USA-Aquino di riduzione della necessaria spesa sociale. Essi possono aiutare a spiegare le questioni alle grandi masse dei lavoratori e dei contadini e dei milioni di disoccupati e di poveri urbani che continuano a soffrire gravemente a causa del governo filo-imperialista, commerciale, elitario e delle politiche antipopolari.

(Stralci di un comunicato del Partito comunista delle Filippine -27 novembre 2010)

pc quotidiano 27 novembre - Immigrati resistono sulla torre

diritto di cittadinanza per chi lavora
permessi di soggiorno per tutti
uguaglianza dei diritti sui posti di lavoro e in materia di precarietà e disoccupazione
la chiusura dei CIE,
l’abolizione del pacchetto di sicurezza antimmigrati


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Immigrati. Sulla torre con la neve, resistono i tre irriducibili

Scritto da DirittiDistorti

Venerdì 26 Novembre 2010 10:25

È trascorsa al gelo e con la neve la ventiduesima notte dei tre operai immigrati che protestano a Milano sulla torre ex Carlo Erba di via Imbonati. Come riferito dal Comitato Immigrati, i tre irriducibili, un argentino, un egiziano e un marocchino, hanno trascorso le ore più fredde della stagione avvolti nei sacchi a pelo e coperti dai teli sistemati già da molti giorni sopra le loro teste. Freddo e neve non li hanno dunque scoraggiati. I loro telefoni sono scarichi, ma non hanno segnalato particolari disagi nella notte a causa del gelo. Il comitato ha nel frattempo incominciato a preparare le pratiche sulla «sanatoria truffa», caso per caso, da consegnare in Prefettura fra una ventina di giorni all'apertura del prossimo tavolo. Su questo fronte, infatti, le trattative proseguono e per ora non si registra un muro contro muro a differenza di quanto avvenuto a Brescia.

pc quotidiano 27 novembre - Verso il 30 novembre...continua la lotta degli studenti

Anche ieri estesa mobilitazione degli studenti dal Nord al Sud contro riforma Gelmini/governo

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TORINO TORINO, 26 NOV - Alcune centinaia di studenti hanno bloccato in serata l'ingresso del Teatro Regio di Torino, dove è in programma la cerimonia d'apertura del Torino Film Festival. Gli studenti scandiscono slogan e mostrano cartelli e striscioni contro la riforma dell'Università proposta dal ministro Gelmini e di solidarietà ai lavoratori dello spettacolo. Una delegazione ha incontrato Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino. La manifestazione si sta svolgendo senza incidenti, nè tensioni

BOLOGNA Ulteriore azione comunicativa a Bologna da parte degli occupanti della Facoltà di Lettere e Filosofia. Blitz a Palazzo d’Accursio, sede storica del Comune di Bologna affacciata su piazza Maggiore, con comunicazione radicale contro il ddl Gelmini e il governo Berlusconi! Attivisti e attiviste della Facoltà di Lettere occupata hanno deciso oggi di continuare con un’azione comunicativa la protesta cittadina contro il ddl Gelmini. Ad essere stato temporaneamente occupato è un luogo simbolo della città, Palazzo D’Accursio, dalle finestre del quale sono stati appesi striscioni con scritte come: “Con voi la cultura è ruderi come Pompei, con noi l’alto della Torre di Pisa e della Mole Antonelliana”. Numerosi i cori che chiedevano le dimissioni del Governo, urlati da un capannello creatosi spontaneamente sotto le finestre dell’edificio.

E’ stato lanciato il corteo del 30 novembre prossimo, giorno in cui il ddl Gelmini dovrebbe avere la sua approvazione finale al Senato. Un corteo fondamentale, che in coordinamento con tantissime altre realtà in tutto il paese cercherà di dare una spallata decisiva al percorso della non-riforma e al governo Berlusconi

MESSINA RICERCATORI MESSINA 20 MINUTI SU CAMPANILE DUOMO Non si ferma la protesta dei ricercatori universitari, oggi in coincidenza del classico appuntamento delle 12 che richiama ogni giorno centinai di turisti, hanno simbolicamente occupato per 20 minuti il campanile del Duomo. Per strada un migliaio di studenti delle scuole cittadine ha manifestato in segno di solidarietà

NAPOLI CORTEO SELVAGGIO E SCONTRI CON LA POLIZIA, STUDENTI TENTANO DI ARRIVARE ALLA PREFETTURA DOVE SI TROVA BERLUSCONI IN QUESTO MOMENTO

-PRESIDIO A PIAZZA PLEBISCITO aspettando berlusconi che esce dalla prefettura cariche della polizia: UNO STUDENTE FERMATO piazza del plebiscito che da piazza pubblica è diventata piazza privata...
-17.30 sta diluviando...Berlusconi protetto da cordoni della Polizia! LA CITTA' TI RIFUTA! di monnezza ce ne abbiamo ababstanza! BLOCCHIAMO LA RIFORMA GELMINI, PRE(TE)NDIAMO CIO' CHE CI SPETTA!
-FACCIA A FACCIA TRA STUDENTI, DISOCCUPATI E MOVIMENTI A P.ZZA TRIESTE E TRENTO CON LA POLIZIA. VOGLIONO IMPEDIRCI D ARIRVARE IN PREFTTURA PER CONTESTARE BERLUSCONI!
-17.00 SIAMO FACCIA A FACCIA CON LA POLIZIA CHE SBARRA L'ACCESSO A PIAZZA TRIESTE E TRENTO, POCO PRIMA DELLA PREFETTURA!
-RIFORMA GELMINI, MONNEZZA, LAVORO, DIRITTI non deleghiamo nulla a NESSUNO (governo e opposizione). UNICA SOLUZIONE, AUTORGANIZZAZIONE!
-STUDENTI, DISOCCUPATI E MOVIMENTO VERSO LA PREFETTURA IN CORTEO PER RAGGIUNGERE BERLUSCONI!
-16.35 il corteo degli studenti e dei disoccupati ha già raggiunto VIA ROMA, strada storicamente negata ai cortei!!!
-STIAMO PARTENDO ORA DA GIUSSO...AGGIORNAMENTI IN DIRETTA! BERLUSCONI IN PREFETTURA!!
Alle 15.00 un’assemblea molto partecipata, tenutasi nell’università occupata, ha deciso di portare la rabbia al di fuori delle mura degli atenei. Centinaia di studenti e studentesse sono partite con un corteo non autorizzato percorrendo le strade della città: un blitz al Maschio Angioino, la rottura della “normalità” dello shopping pre-natalizio nella rinomata Via Roma, la protesta contro la Provincia, tra i colpevoli della cosiddetta emergenza rifiuti, la contestazione ad un convegno dell’estrema destra locale (rinfoltiti dalla presenza di noti esponenti della maggioranza regionale), la confluenza con un presidio dei disoccupati Bros, hanno caratterizzato questo pomeriggio di lotta.

PERUGIA CORTEO E NUOVE OCCUPAZIONI Decine di studenti stanno raggiungendo, in corteo il centro storico di Perugia nell'ambito delle diverse iniziative di protesta contro il ddl Gelmini in corso in questi giorni. Secondo i promotori, al corteo partecipano circa 200 persone. «Da poco è arrivata la notizia che non ci sono fondi e che quindi non c'è alcun beneficiario per le borse di studio - ha spiegato uno dei manifestanti - e quindi la rabbia degli studenti è esplosa in questo modo». Prosegue intanto l'occupazione dell'Aula magna nella facoltà di lettere e da oggi pomeriggio alle 15 è stato anche occupato il collegio di agraria.

PALERMO OCCUPATA FACOLTÀ SCIENZE POLITICHE DI PALERMO Gli studenti di Scienze politiche di Palermo hanno deciso. nel corso di un'assemblea, di occupare la facoltà, dopo che ieri alcuni ragazzi erano saliti sul tetto dell'edificio di via Maqueda che ospita la facoltà. «L'occupazione - si legge in un documento degli studenti - deve esser vista in un'ottica di continuità con le forme di conflitto che giornalmente attraversano l'Italia: dalle lotte per un lavoro stabile, a quelle dei migranti per la cittadinanza. Non accetteremo mai una legge che precarizza le nostre vite e che dispone illeggitimamente del nostro futuro e dei nostri sogni». Da stasera la facoltà ospiterà dibattiti «per dimostrare - dice il documento - che l'occupazione non è una forma di protesta vuota e fine a se stessa, ma vuole essere un momento di conflitto e di riappropriazione. Ancora più crisi, sempre più conflitti».

MILANO Decine di striscioni con scritto 'Blocchiamo il Ddl Gelmini. Dimettetevi tuttì sono apparsi sulle facciate di numerose scuole superiori di Milano e provincia. A comunicarlo è il Coordinamento dei Collettivi studenteschi che elenca gli istituti Rosa Luxembourg, Vittorio Veneto, Parini, Tenca, Severi, Marie Curie, Itsos Satiner, Boccioni, Virgilio, Manzoni, Hajeck come alcune delle scuole che hanno partecipato all'iniziativa di oggi contro la riforma.

Inoltre, martedì 30 novembre, giorno della discussione alla Camera del disegno di legge che porta il nome del ministro all'Istruzione, gli studenti scenderanno ancora in piazza per un nuovo 'No Gelmini Day'. Lo stato di agitazione del mondo della formazione prosegue con le autogestioni e occupazioni delle scuole. Gli studenti dell'istituto tecnico Pasolini di Milano e il liceo Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni, afferma il Coordinamento in una nota, hanno occupato oggi le due scuole, mentre prosegue l'occupazione allo scientifico Donatelli di Milano, così come le autogestioni allo scientifico Galileo Galilei e all'artistico Hajeck di Brera

VENEZIA OCCUPATA BASILICA SAN MARCO VENEZIA, 26 NOV - studenti hanno preso possesso oggi della balconata centrale della Basilica di San Marco a Venezia, per protesta contro il decreto di riforma dell'Universita'.
I manifestanti, che hanno srotolato un paio di striscioni con slogan contro la politica del governo per gli atenei, sono rimasti sulla Basilica per circa un'ora, controllati dalle forze di polizia. I dimostranti sono rimasti per questo tempo sul terrazzo della facciata principale della Basilica, dove vi sono i quattro cavalli di bronzo dorato e argentato.

LecceGli universitari prendono d’assalto alcuni luoghi simbolo della città. Stamane, uno striscione si è “materializzato” sul tetto di uno dei palazzi affaccianti su Piazza Sant’Oronzo, per sparire, volutamente, poco dopo, recante lo slogan: “Il diritto allo studio non ce lo Ruby”. In una nota degli studenti occupanti l’università in queste ore, si legge: “I soldi per le scuole e le università pubbliche scompaiono improvvisamente, salvo poi ricomparire magicamente per quelle private; scompaiono le rappresentanze studentesche e dei lavoratori, compaiono i manager esterni; scompaiono i ricercatori strutturati e compaiono i precari a vita. Restano invece i privilegi dei baroni e la falsa meritocrazia.”

PISA STUDENTI OCCUPANO RETTORATO Gli studenti universitari pisani hanno occupato il Rettorato. Decine di loro sono entrati nel Palazzo alla Giornata per chiedere al rettore, Massimo Augello, di sospendere la didattica in tutto l'Ateneo, lunedì e martedì, quando il Ddl Gelmini tornerà in Parlamento. Gli universitari hanno raggiunto la sede del rettorato dopo un lungo corteo iniziato nella tarda mattinata e che ha percorso le vie del centro, toccando le varie facoltà. Con il passare delle ore il numero dei partecipanti è andato aumentando; nell'ultimo tratto erano almeno 1500. Il corteo degli studenti, arrivato sul Lungarno, ha paralizzato il traffico nel centro della città.

TRENTO studenti in presidio attendono arrivo di Maroni TRENTO, 26 NOV - Alcune decine di studenti hanno inscenato una protesta contro il decreto di riforma universitaria oggi a Trento, davanti all'auditorium Santa Chiara, dove per le 17.00 è atteso il ministro dell'interno Roberto Maroni. Maroni è in arrivo per presenziare alla consegna delle medaglie d'oro al valor civile alla memoria dei quattro soccorritori trentini morti nella notte del 26 dicembre 2009 nel tentativo di aiutare due turisti, che persero a loro volta la vita. Tra i manifestanti, ai quali le forze dell'ordine bloccano l'accesso all'auditorium,

siena SIENA, 26 NOV - Un gruppo di una decina di studenti ha esposto uno striscione con la scritta 'Resisterè da una finestra del Palazzo Comunale di Siena, come forma di protesta nei confronti della Riforma Gelmini. Gli studenti, appartenenti al gruppo Dimensione autonoma studentesca, parlano di «occupazione del Palazzo Comunale». In realtà sono entrati nel Museo Civico, si sono affacciati a una trifora al primo piano del Palazzo Comunale, hanno steso lo striscione per qualche minuto e poi sono stati bloccati dall'arrivo degli agenti della Digos, che hanno sequestrato lo striscione. Si tratta degli stessi studenti che ieri mattina avevano provato a esporre la stessa scritta sulla Torre del Mangia, prima dell'intervento degli agenti. Ci avevano riprovato questa mattina, causando ancora una volta la chiusura al pubblico del monumento, prima dell'azione delle 14 nell'adiacente Palazzo Comunale. Prosegue intanto in città la protesta studentesca: dopo la facoltà di Lettere e il complesso che occupa sia Giurisprudenza che Scienze Politiche, oggi è stata decisa l'occupazione delle facoltà di Ingegneria e Scienze Matematiche Fisiche Naturali
L'AQUILA ASSEMBLEA SUL TETTO SOTTO LA NEVE Arriva anche sui tetti delle poche sedi universitarie agibili dell'ateneo dell'Aquila la protesta contro il Ddl Gelmini che ha portato mobilitazioni e tensioni in tutta Italia. Studenti di Lettere e Filosofia, nonchè del Polo Scientifico di Coppito sono saliti sui tetti ed hanno esposto striscioni contro la riforma, senza però mettere in atto alcuna forma di occupazione. Per quanto riguarda il polo scientifico di Coppito, gli studenti esposti gli striscioni sono scesi; nell'altra facoltà, provvisoriamente in un'ex palazzina industriale, studenti docenti e ricercatori, un centinaio nel complesso, sono rimasti sulla terrazza per un'assemblea straordinaria, sfidando nevischio e basse temperature. Anche in questo caso le lezioni per chi vuole stanno procedendo regolarmente. Le motivazioni della protesta sono le stesse degli altri atenei: si combatte una privatizzazione di fatto dell'università italiana, il rischio di aumento del precariato e l'affermazione «che il potere dei baroni resta inalterato». Ma all'Aquila, colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, la mobilitazione di studente e docenti è anche motivata a causa di una università a forte rischio non solo per il terremoto ma anche per la crisi economica straordinaria conseguente.

PALERMO; STUDENTI IN CATENE SU STATUA LIBERTÀ Anche a Palermo la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini sta «salendo». Tre studenti si sono arrampicati questa mattina sull'obelisco della statua della libertà, in piazza Vittorio Veneto, e si sono incatenati, mentre i loro compagni continuano a fare il girotondo della piazza, che è stata simbolicamente occupata. A protestare sono gli alunni dei licei Meli e Galilei, che stanno bloccando il traffico nella rotonda all'inizio del viale della Libertà, uno dei principali assi viari della città. Ieri gli studenti palermitani avevano dato vita a diversi cortei, occupando simbolicamente anche l'ingresso del porto e la stazione centrale, dove il traffico ferroviario era rimasto paralizzato per circa un'ora.

GENOVA STUDENTI OCCUPANO STAZIONE E CHIEDONO SCIOPERO GENERALE SUBITO Un migliaio di studenti tra universitari e delle medie superiori hanno occupato la stazione ferroviaria di Genova Principe, a Genova. Tra gli striscioni stesi sui binari, 'Nell'ignoranza la sottomissionè e 'Sciopero generale subitò.

UDINE - Continua a Udine l'occupazione del Rettorato dell'Università da parte degli studenti, iniziata ieri per protesta contro il ddl Gelmini e i tagli alla ricerca. «La prima notte è passata in tranquillità - ha riferito all'ANSA Joshua Cesa, portavoce degli studenti - abbiamo ricevuto una visita dal rettore Cristiana Compagno, che ci mette a disposizione gli spazi per riunirci e solidarizza con le motivazioni della nostra protesta, che è comunque pacifica e ordinata». Davanti alla sede del rettorato, nel centro di Udine, prosegue il volantinaggio rivolto alla cittadinanza e alla popolazione studentesca. «Questo pomeriggio - ha annunciato Cesa - ci sarà un'assemblea tra noi ma aperta a tutti, in cui continueremo con la nostra analisi della riforma e con lo studio di nuove iniziative di formazione interna all'università, di informazione verso l'esterno e di protesta».

COSENZASono in assemblea permanente gli studenti dell'Università della Calabria che da ieri occupano l'aula magna dell'ateneo per protestare contro la riforma Gelmini. Gli studenti hanno invitato i presidi delle facoltà a sospendere le lezioni ma al momento l'attività sta proseguendo regolarmente. All'occupazione dell'aula magna stanno partecipando gli studenti di tutte le facolta. Durante la notte una cinquantina di loro hanno organizzato una assemblea durante la quale si è discusso della riforma e della protesta in corso. Nelle prossime ore sono previste una serie di riunioni durante le quali saranno decise le iniziative da attuare per lunedì e martedì che rappresenteranno i due giorni principali della protesta studentesca. Per lunedì pomeriggio, in particolare, è già stata fissata una assemblea generale di tutto l'Ateneo. «Stiamo utilizzando questi giorni - sostengono gli studenti - per organizzare le iniziative da attuare lunedì e martedì che saranno i giorni cruciali per la riforma Gelmini. Nell'aula magna occupata stiamo svolgendo riunioni ed assemblee».

URBINOSTUDENTI OCCUPANO MAGISTERO Al termine della «Notte della ricerca», promossa dai ricercatori dell'Università 'Carlo Bò di Urbino, l'Assemblea permanente degli studenti universitari ha occupato il Nuovo Magistero, in via Saffi. Alle 2 del mattino un centinaio di studenti ha preso possesso delle aule, dove l'occupazione proseguirà almeno fino a martedì 30, quando la Camera dovrebbe votare il ddl Gelmini. «La mobilitazione - ha spiegato Stefano Paternò, presidente del Consiglio degli studenti - è contro la riforma Gelmini e il definanziamento del diritto allo studio in Italia». Interrotte l'attività didattica e amministrativa, con un'assemblea generale in programma oggi alle 16. Fra le richieste, una riduzione dei tagli alle borse di studio Ersu, e la ristrutturazione dei collegi che ospitano i fuori sede. Nei giorni scorsi un gruppo di studenti della 'Carlo Bò aveva percorso a piedi i 100 km che separano Urbino ad Ancona per concludere la marcia di protesta partecipando alla manifestazione regionale del 17 novembre contro i tagli all'istruzione e alla formazione

TORINO CONTINUANO OCCUPAZIONI SEDI ATENEO Continuano le occupazioni degli atenei a Torino contro la riforma Gelmini. Dopo i cortei di ieri, che hanno comportato blocchi stradali e alla circolazione ferroviaria, oltre all'occupazione della Mole Antonelliana, per oggi non sono annunciati particolari iniziative degli studenti anche se i presidi dovrebbero continuare almeno fino a martedì, quando è annunciata l'esame della riforma in Parlamento. Al momento restano occupati Palazzo Nuovo, con un presidio sul tetto, e alcune aule del Politecnico e delle Facoltà Scientifiche, oltre al liceo classico 'Giobertì.

CATANIA: Succede di tutto in una ordinaria giornata di novembre. Sull´onda delle proteste che hanno portato all’occupazione di diversi atenei dello stivale, anche Catania continua a mobilitarsi. Dopo le occupazioni della Facoltà di Fisica e dell´Aula A13 dei Benedettini, a partire dalle 11,30 circa di oggi un centinaio di studenti di Scienze Politiche hanno occupato l’incrocio tra via Ventimiglia e via Vittorio Emanuele II paralizzando il traffico e protestando in questo modo contro la riforma Gelmini da poco approdata alle Camere.

Le forze dell’ordine stanno raggiungendo il luogo della protesta. Il traffico è attualmente bloccato in tutti i sensi di marcia presso l´incrocio all´altezza di Piazza Cutelli e, progressivamente, fino alla stazione centrale, dove sono presenti gli autobus municipali. Fino a questo momento non si registrano scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Per qualsiasi altra informazione in merito, vi terremo aggiornati.

ORE 14:30
Dopo il blocco di stamane in via Vittorio Emanuele che per un´ora ha congestionato il traffico della città in una delle sue più importanti arterie, tuti gli studenti sono attualmente in assemblea permanente presso l´aula B della Facoltà. Nuovo concentramento fissato per le ore 15:00 in Facoltà

http://www.ateneinrivolta.org/rivolta/26-novembre-continua-la-moblilitazione-assemblee-sit-e-occupazioni-tutta-italia


venerdì 26 novembre 2010

pc quotidiano 26 novembre - BLOCCHIAMO QUESTA RIFORMA .. milano

milano CORTEO STUDENTESCO CITTADINO MARTEDI 30 NOVEMBRE ORE 10!!!
Indymedia Lombardia , 26.11.2010 13:03




Ormai da giorni in tutte le città d’Italia continuano in maniera sempre più larga le proteste degli studenti contro l’approvazione della riforma Gelmini che sta venendo discussa in parlamento proprio in queste ultime giornate. Nei licei e negli atenei si moltiplicano le occupazioni e le autogestioni e migliaia di studenti sono scesi nelle strade, bloccando le città e riprendendosi i centri culturali che ci appartengono e che i continui tagli del governo mettono a rischio. A Roma gli studenti occupano il Colosseo, a Pisa la Torre, a Torino la Mole. Da ogni parte del paese giungono notizie di cortei selvaggi e occupazioni. A Milano continuano le mobilitazioni dei licei, con occupazioni, autogestioni e picchetti nonostante i continui tentativi di sgombero della polizia. Nella giornata di giovedì proprio da quei licei e università sono partiti gli studenti che hanno dato via a un corteo spontaneo che ha attraversato le strade ed è stato brutalmente caricato dalle forze dell’ordine. La giornata di giovedì 25 Novembre è stata solo l’inizio di un’ondata di mobilitazioni e proteste che porteremo avanti fino a quando non avremo la certezza che questa riforma sarà bloccata e che i continui tagli alla cultura non saranno tolti. Adesso più che mai siamo vicini a vedere la fine di un incubo che ormai da anni attenta alla scuola pubblica, adesso più che mai dobbiamo fare sentire le nostre voci e la nostra rabbia. Le cariche della polizia non ci spaventano, quanto le prospettive di un futuro incerto e fatto di precarietà e ignoranza sono alle porte. Giovedì il parlamento ha deciso di far slittare la votazione della riforma a martedì, dopo l’ennesima respinta.

Martedi 30 Novembre sarà dunque una nuova giornata di protesta; in tutta Italia gli studenti torneranno ad attraversare le proprie città più determinate di prima a voler bloccare questa riforma e a chiedere le dimissioni di questo governo. Per questo anche noi saremo in piazza insieme a tutti gli studenti, come nel resto d’Italia, per continuare sempre decisi nella protesta. È necessario continuare la mobilitazione di tutti i licei e università con picchetti, le calate di striscioni e occupazioni, anche in vista di una grande giornata di mobilitazione a Roma il 14 dicembre, giorno della fiducia di questo governo. A Milano come a Roma non ci fermeremo davanti a nessuno, fino a quando non riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi, per questo invitiamo tutti i collettivi a mobilitarsi martedì 30 novembre e creare un corteo che ritorni nelle strade e che lanci un messaggio chiaro:

RESPINGIAMO QUESTA RIFORMA.
RESPINGIAMO QUESTO GOVERNO.
SCIOPERO GENERALE SUBITO.
Invitiamo tutti le realtà a venire e partecipare all’assemblea di costruzione del corteo LUNEDI 29 NOVEMBRE ALLE 16,00 ATRIO AULA MAGNA STATALE (FDP).
Vorremmo che il corteo e le mobilitazioni delle prossime settimane fossero gestite e organizzate da tutti e tutte.
Invitiamo dunque gli studenti di tutte le facoltà e i licei a partecipare in maniera
attiva alla costruzione delle mobilitazioni.

Scrivete appelli, moltiplichiamo le iniziative e scendiamo tutti assieme in piazza martedì 30 NOVEMBRE.

Abbiamo iniziato per non fermarci!

LUNEDI 29 NOVEMBRE ORE 16,00 ATRIO AULA MAGNA—-ASSEMBLEA DEL MONDO DELLA FORMAZIONE

MARTEDì 30 NOVEMBRE ORE 10,00 L.GO CAIROLI—-CORTEO CITTADINO STUDENTESCO.
Partiremo alle 10,00 per dare la possibilità a tutti i picchetti delle facoltà, anche quelle più lontane, di arrivare in piazza.

ORA O MAI PIU’!

RETE STUDENTI MILANO

pc quotidiano 26 novembre - Chiude il Coordinamento dei Collettivi Comunisti.. ma l'unità dei comunisti sui 10 punti può e deve andare avanti

Chiude il Coordinamento dei Collettivi Comunisti
 
Dopo poco più di un anno e mezzo di attività il Coordinamento del Collettivi Comunisti chiude i battenti.
I fatti che ci hanno portato a dover dichiarare chiusa l’esperienza, apparentemente hanno ben poco di politico: una serie di contrasti di natura personale tra pochi compagni sono state trasformate dagli stessi in divisioni politiche, in divergenze ritenute dagli stessi autori incompatibili con il proseguimento del lavoro politico comune.
Nonostante i diversi tentativi fatti da una parte dei compagni dirigenti, non siamo riusciti a dirimere lo scontro e a riportare i compagni coinvolti sulla via dell’unità. Oggi quindi i collettivi dichiarano di proseguire il loro lavoro separatamente, a livello locale, non più coordinati tra loro.
Con la fondazione del Coordinamento avevamo creduto possibile raccogliere e mettere in moto alcune forze che erano state espulse o che si erano dimesse dai CARC a seguito della cosiddetta “terza lotta ideologica” e altre che lungo il percorso avevamo raccolto: in tutto poco meno di una trentina di compagni. Certo una piccola goccia nel mare, ma comunque un punto di partenza.
L’intento rientrava tra i vari simili che diverse componenti del movimento comunista e singoli compagni da anni cercano di mettere in campo per la rinascita dello stesso movimento comunista, per dare alla classe operaia quella guida ideologica e organizzativa che ancora non ha ricostruito.
Con la costituzione del Coordinamento volevamo inoltre contrastare la sfiducia, l’avvilimento, la disaffezione dall’attività politica di quei compagni che erano rimasti delusi dal percorso intrapreso in precedenza, ma soprattutto dalle sue conclusioni.
Il nostro errore, nel tentativo di non lasciar disperdere le forze che i CARC avevano espulso, è stato quello di esserci dedicati immediatamente alle soluzioni organizzative trascurando di approfondire ulteriormente il bilancio dell’esperienza appena trascorsa: abbiamo dato per scontato che le nostre forze e le nostre capacità, provenendo dal una lunga militanza, fossero sufficienti a mettere in piedi in breve tempo un’organizzazione che avesse maggiore tenuta e maggiore unità al suo interno.
I tempi erano stretti e le condizioni difficili anche per la necessità di sistemare i cambiamenti di vita intercorsi. Ma sappiamo bene (e avremmo dovuto tenerlo più in conto) che la costruzione di un’organizzazione comunista relativamente stabile non si improvvisa e richiede grandi sforzi e un lungo periodo di lavoro, soprattutto richiede una formazione capillare su un buon numero di compagni; formazione che non siamo riusciti ad avviare, sebbene avessimo in campo un progetto a tal proposito.
Oggi i collettivi fanno un passo indietro e anzi possono contribuire, nostro malgrado, ad alimentare ulteriormente lo scoraggiamento già molto diffuso tra gli operai e le masse popolari in merito alla frammentazione dei comunisti.
Sicuramente la chiusura del coordinamento è quindi per noi una sconfitta.
Dall’esperienza vissuta eravamo arrivati a concludere che al centro della rinascita del movimento comunista deve essere posto con forza il problema dell’unità dei comunisti, o per meglio dire, l’importanza dell’unità del partito non come semplice affermazione di principio ma scoprendo il percorso pratico e reale che conduca a ciò.
Noi riteniamo ancora oggi che l’obiettivo del Coordinamento era giusto e necessario. In questa prospettiva rimane infatti per noi interessante il lavoro avviato con Proletari Comunisti, organizzazione che nel confronto con noi ha sempre posto la necessità dell’unità al primo posto anche rispetto (e pur nel rispetto) delle divergenze comunque esistenti. Questa è una delle ragioni che porta noi compagni del Collettivo Modenese a considerare ancora valido il progetto comune avviato con Proletari Comunisti, pur nella ridimensionata e diversa situazione organizzativa.
Che cosa farà in futuro ogni collettivo dell’ex Coordinamento è cosa che dipende dallo sviluppo delle contraddizioni che oggi stiamo affrontando. Noi siamo convinti che se i comunisti in generale sapranno superare lo scoglio della loro divisione, ci troveremo a lavorare fianco a fianco anche con i “vecchi” compagni da cui ieri e oggi ci siamo separati.
Il movimento comunista è sempre anche il riflesso delle condizioni della classe operaia, perché in buona sostanza esso esiste come espressione della spinta della classe operaia ad emanciparsi dallo sfruttamento capitalista, dalla schiavitù del lavoro salariato. Le divisioni del movimento comunista sono il riflesso delle divisioni della stessa classe operaia e lo sviluppo della crisi del sistema capitalista, anche nei paesi imperialisti, trasforma velocemente questa classe in un’unica grande massa sempre più uniforme di sfruttati: il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro rende ogni individuo e ogni gruppo sempre meno diverso dagli altri. Queste sono le basi oggettive su cui il movimento comunista può ritrovare la sua unità perduta.
Soggettivamente la spinta a ritrovare questa unità esiste ma è ancora debole. L’esperienza passata del movimento comunista è ricca di insegnamenti illuminanti a proposito della capacità dei comunisti di risolvere le contraddizioni in seno al popolo vincendo le lotte interne con un’unità a livello superiore. Impareranno da questi insegnamenti tutti quei compagni e quelle organizzazioni che sapranno vedere il loro ruolo oltre il meschino spirito di sopravvivenza e autocelebrazione che oggi ancora esprimono.
Questa unità a livello superiore, raggiunta attraverso la verifica delle idee nella pratica della lotta di classe, è l’obiettivo generale che ci ha spinto a mettere il piedi il progetto del Coordinamento dei Collettivi Comunisti più di un anno fa. Lo stesso obiettivo continuiamo a perseguire oggi, convinti che esso è quanto migliaia di compagni del nostro paese auspicano di raggiungere.
 
Enrico e Lia
membri del disciolto Comitato di Gestione Provvisoria
del Coordinamento dei Collettivi Comunisti

pc quotidiano 26 novembre - la rivolta studentesca...Napoli

La mobilitazione continua...
Giovedì 25 Novembre 2010 22:36 cau .Oggi, 25 novembre, in continuità con il percorso di mobilitazione che in tutt’Italia studenti, lavoratori, ricercatori e precari della scuola e dell’università stanno portando avanti, a Napoli si è sviluppata una giornata di proteste contro l’approvazione del Ddl Gelmini.

Alle 8.00 decine di studenti hanno occupato Palazzo Giusso, sede dell’università Orientale, dando vita alla costruzione del primo tassello di una giornata di proteste. In tutte le facoltà e gli atenei gli studenti hanno dato vita a volantinaggi e interruzioni dei corsi per sensibilizzare e rilanciare la lotta contro lo smantellamento dell’università pubblica.

Alle 15.00 un’assemblea molto partecipata, tenutasi nell’università occupata, ha deciso di portare la rabbia al di fuori delle mura degli atenei. Centinaia di studenti e studentesse sono partite con un corteo non autorizzato percorrendo le strade della città: un blitz al Maschio Angioino, la rottura della “normalità” dello shopping pre-natalizio nella rinomata Via Roma, la protesta contro la Provincia, tra i colpevoli della cosiddetta emergenza rifiuti, la contestazione ad un convegno dell’estrema destra locale (rinfoltiti dalla presenza di noti esponenti della maggioranza regionale), la confluenza con un presidio dei disoccupati Bros, hanno caratterizzato questo pomeriggio di lotta.

La ‘normalità’ e la ‘legalità’ entro cui vorrebbero imbrigliare i movimenti autorganizzati non hanno fermato la determinazione con la quale gli studenti sono scesi in piazza. Determinazione che è la stessa dei compagni colpiti dalla scure della repressione, e che come Tonino, arrestato perché antifascista, resistono nelle prigioni dello stato.

Riunitisi nuovamente in assemblea, gli studenti hanno lanciato un nuovo appuntamento di mobilitazione per domani mattina alle 10.00 a Palazzo Giusso (Orientale) per proseguire la protesta in tutte le facoltà, le scuole e le strade della città.

Studenti autorganizzati napoletani

pc quotidiano 26 novembre - palermo donne in lotta nella giornata mondiale





Donne, lavoratrici, precarie, disoccupate hanno animato oggi pomeriggio a
Palermo un presidio mobile da Piazza Politeama fino alla sede di “La
Repubblica”, passando per le vie del centro.

Due striscioni con su scritto
“25 novembre: contro violenze, stupri e uccisioni delle donne, non 1 solo
giorno ma tutti i giorni
la nostra ribellione e lotta”e “lavoratrici, precarie e disoccupate… la
nostra lotta continua”

Diversi cartelli
- la denuncia sul costante aumento dei casi di violenza e uccisioni di donne
nel nostro paese di cui tanti all’interno della famiglia, la “sacra famiglia”
così osannata da governo e chiesa che vogliamo cancellare
- Sarah, Carmela, Teresa, Giovanna…. un elenco ogni giorno sempre più esteso,
per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa
- la risposta di lotta che le donne in prima linea hanno messo in campo in
questi anni contro violenza e uccisioni, dalla grande manifestazione a Roma
del 2007 all’iniziativa a Montalto di Castro dell’anno scorso
- al fianco delle donne immigrate contro oppressione e violenza
- le diverse iniziative di mobilitazione di questi giorni nella altre città
da Palermo, a Taranto, a Bologna, a Roma, a Milano….

Maxi locandine “Noi odiamo gli uomini che odiano le donne” cacciamo via il
governo degli “utilizzatori” che legittimano dall’alto la violenza sulle donne

In piazza e lungo le strade volantinaggio e spikeraggio, capannelli di donne
che si sono formati spontaneamente a sostegno dell’iniziativa, alcune hanno
applaudito dicendo “bene siamo con voi, bisogna fare più cose di questo
genere”, giovani studentesse che hanno apprezzato in particolare la locandina
di denuncia e controinformazione sull’uccisione di Sarah e la drammatica storia
di Carmela suicidatasi dopo aver subito violenza, prodotta dalle compagne di
Taranto.

Arrivate alla sede di “La repubblica” forte denuncia su come i mass media
trattano la questione della violenza contro le donne, meri fatti di cronaca o
vergognosi circhi mediatici, mentre non si dà voce alle donne che dicono NO!
BASTA! ribellandosi, autorganizzandosi senza delegare la lotta a chi “dice di
rappresentarle”, governo, falsi partiti di opposizione… (a Palermo gli unici
servizi mandati in onda dalle televisioni locali sono stati dedicati ad un
convegno sulla violenza sessuale nel chiuso dei palazzi delle rappresentanti
dei sindacati Cisl, Uil e Cgil, quelli che ogni giorno che passa sono sempre
più complici degli attacchi sferrati alle condizioni di lavoro e di vita
donne)

Intervista e foto al presidio dei giornalisti.

Movimento femminista proletario rivoluzionario Palermo

pc quotidiano 26 novembre - Vile attacco squadristico al Centro sociale Banchi nuovi

la nostra massima solidarietà
disoccupati organizzati -slai cobas per il sindacato di classe taranto



Vile attacco squadristico al Centro
sociale Banchi Nuovi



Dopo vari episodi di piccoli saccheggi il Centro sociale
Banchi Nuovi ha subito la notte scorsa un vero e proprio assalto
squadristico
che ha portato alla distruzione di suppellettili, accanendosi soprattutto
contro manifesti, mostre e striscioni esposti lungo le mura dello stesso
centro
sociale.

Alcune aree della struttura occupata si sono salvate dagli
atti di vandalismo solo perché gli ingressi erano chiusi con porte in ferro
difficili da forzare.

Una aggressione di chiara matrice politica che anche negli
obiettivi scelti mira a colpire simbolicamente la storia del movimento
Banchi
Nuovi e quello che esso ha rappresentato per la storia di questa città e non
solo.

“Stranamente” infatti, sono stati danneggiati
prevalentemente manifesti ed immagini che facevano riferimento alle vicende
storiche della lunga esperienza dei disoccupati organizzati che si è
espresso
attraverso la sigla Banchi Nuovi.

Quello che si intendeva colpire era la irriducibile autonomia e
radicalità mantenuta in questi lunghi anni da questo movimento dei
disoccupati
organizzati e che ancora viene espresso
in questa fase, tanto nell’ambito della vertenza specifica per ottenere
risultati sul piano occupazionale, quanto su quello più generale di
schieramento e partecipazione a tutte le altre lotte che riguardano gli
altri
proletari e la difesa del territorio.

Una anomalia che le istituzioni e le altre forze repressive
non riescono a “normalizzare” nonostante il ricorso a vari strumenti, dalla
repressione alle lusinghe, dalla denigrazione ai tentativi di rendere
corporativa la lotta dei disoccupati e precari coinvolti nel movimento.

In particolare il centro sociale occupato in via del Grande
Archivio, è diventato in questi anni, un punto di riferimento per il
quartiere,
un centro di iniziative legate alle varie lotte che hanno percorso la
metropoli
napoletana.

Un punto di aggregazione e di riferimento insomma anche per
altre realtà di movimento, dalla lotta contro la privatizzazione dell’acqua
a
quella contro la criminale gestione dei rifiuti in questi anni. Ma anche un
centro di rinnovata socialità con iniziative sociali, politiche e culturali.

Non solo, ma proprio in questo periodo Banchi Nuovi si sta
facendo promotore di un percorso unitario di tutte le varie realtà di lotta
anche sul piano nazionale e non solo nell’ambito dei disoccupati.

Oltre che assemblee unitarie a Napoli e a Taranto, si sono
già tenute assemblee a Torino, a Milano
ed in Val di Susa, promosse insieme alle altre realtà della rete
anticapitalista, di cui facciamo parte, e del movimento di Terzigno. Da tali
incontri è scaturito un appello comune per tenere il giorno 11 dicembre, in
occasione della mobilitazione europea contro le grandi opere e la
devastazione
ambientale, due manifestazioni contemporanee in Val di Susa e a Napoli, in
vista di una unificazione e generalizzazione delle lotte. Un percorso
unitario
che testardamente il movimento di Banchi Nuovi si ostina a promuove
innanzitutto tra le varie sigle di disoccupati a Napoli.



Prima ancora di conoscere gli autori materiali di questo
gesto vile, ci interessa capire a chi giova una azione così inqualificabile.

Sicuramente giova alle istituzioni che vedono in questo
centro sociale e nelle pratiche di cui si fa portatore, una spina nel fianco
per i loro giochi affaristici e di potere. Sicuramente giova a quei settori
politici che su fette di disoccupati hanno investito in questi anni parte
della
loro fortuna politica, cercando di utilizzarli come massa di manovra
elettorale
e di pressione per la difesa dei propri interessi.

Ma riteniamo che l’aggressione al centro sociale rappresenti
anche un messaggio trasversale, in chiaro stile malavitoso, contro tutte
quei
soggetti che si sono schierati in questi anni al fianco di Banchi Nuovi,
condividendo iniziative comuni e percorsi di lotta unitari.

Per tale motivo riteniamo che una risposta politica debba
coinvolgere non solo noi, direttamente colpiti da questa azione
squadristica,
ma tutti i settori che hanno collaborato e collaborano con il movimento di
Banchi Nuovi.

Se l’intento era quello di intimidire e disorganizzare il
movimento hanno sbagliato i loro calcoli. Il centro sociale rafforzerà
ancora
di più il proprio spirito unitario verso le altre lotte e cercherà di
caratterizzarsi
ulteriormente come un punto di riferimento e di promozione di iniziative
indirizzate alla difesa delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i
proletari.

Invitiamo pertanto tutti coloro che in questi momenti ci
stanno facendo pervenire la loro solidarietà a concordare un primo momento
di
discussione assembleare in cui affrontare insieme come proseguire in quel
percorso unitario che stiamo praticando già da tempo ed estenderlo ad altri
settori sociali.



Movimento dei disoccupati organizzati Banchi Nuovi

pc quotidiano 26 novembre - rivolta studentesca Milano



Inizia in largo Cairoli la giornata di lotta milanese.
Alle 9,30 il corteo degli studenti medi (con delegazioni universitarie) vede la partecipazione di tutti
gli istituti che negli ultimi giorni hanno organizzato occupazioni e autogestioni.
Il corteo è determinato, poca musica tanti slogan.
Siamo in contatto permanente con tutta Italia, dove da due giorni, migliaia di studenti, stanno
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facendo blocchi, cortei e presidi per esercitare pressione contro questo DDL che distrugge il futuro
della scuola pubblica del nostro paese.
Alle 12,30 il collettivo di città studi assieme ai ricercatori hanno lanciato un
appuntamento per il mondo universitario.
Alle 13,00 la piazza è piena: studenti medi, tanti universitari e diversi ricercatori che decidono di
staccarsi per occupare simbolicamente il tetto della facoltà di Fisica.
Gli studenti proseguono in corteo. La forza pubblica si schiera e impedisce la partenza gia al
concentramento (p.Leo).
Riusciamo in maniera esemplare a fare la giusta pressione che ci consente di
partire e bloccare la città.
Le prime manganellate arrivano proprio in piazza Leo. Riusciamo poi a raggiungere piazza piola dove
veniamo bloccati.
Arriva la telefonata dai ricercatori che sono saliti sul tetto, decidiamo tutti assieme di raggiungerli.
La questura non è particolarmente disponibile, tanto che decidiamo di prendere la metro in loreto
per evitare problemi.
Arrivati in loreto la polizia inizia con una carica indiscriminata e senza sensosu 4 lati: cc da due parti
e Polizia sui fianchi.
Diversi studenti rimangono per terra sotto le manganellate per diversi minuti.
Il corteo non si disperde e in maniera compatta riesce ad evitare il peggio.
La questura tenta piu volte di portare via i volti piu noti prendendoli di mira
ripetutamente con minacce e cazzotti.
Sono 7 a fine giornata i compagni-e che devono ricorrere a cure mediche.
Uno di noi viene anche fermato e portato via in ambulanza con la Polizia che
lo identifica sul posto.
Una volta accertato che tutti vengano rilasciati decidiamo di
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tornare in corteo dai ricercatori a Fisica.
Convochiamo una conferenza stampa in cui studenti e ricercatori si alternano
spiegando i fatti e le motivazioni della protesta.
Il ddl verrà ridiscusso martedi!la giornata è andata bene anche
se siamo consapevoli che è solo
l’inizio di una lunga battaglia che dobbiamo vincere.
Il ddl deve essere bloccato, il governo torni a casa e la Cgil
convochi lo sciopero generale subito.
Il futuro della scuola pubblica non è solo un problema del mondo
della formazione, ma di tutti e tutte.
Invitiamo dunque tutti-e a mobilitarsi con noi nei prossimi giorni.
ABBIAMO INIZIATO PER NON FERMARCI.
Cronistoria della Giornata:
Ore 9.00: I primi studenti iniziano a giungere in Piazza Cairoli, rispondendo all’appello del giorno
prima.
Ore 10.30: Organizzati gli spezzoni, il corteo degli studenti medi parte verso Viale Manin, con circa
cinquecento studenti.
Ore 10.45: In Viale Manin, una delegazione si stacca dal corteo e, facendo irruzione nell’Agenzia
delle Entrate, appende uno striscione che recita ‘‘Più soldi alla scuola, zero alla guerra’’.
Ore 11.45: Un’ora dopo, in Viale Majno si effettua un blitz alla scuola privata internazionale,
lanciando uova e vernice.
Ore 12.40: Il corteo degli studenti medi arriva in Piazza Leonardo Da Vinci, dove si aggregano gli
studenti universitari.
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Ore 13.10: Il corteo riparte in Via Pacini, dove viene caricato dalla polizia, si ricompatta e prosegue
per Viale Gran Sasso.
Ore 13.42: Al tentativo dei manifestanti di accedere alla metro per raggiungere i ricercatori in
presidio alla Facoltà di Fisica, la polizia effettua una seconda carica, molto più violenta della prima.
Si contano 7 contusi, 1 fermo (ferito gravemente alla testa) e si verificano diversi tentativi e minacce
di portare via i manifestanti ‘‘già conosciuti’’.
Ore 15.10: Dopo aver dato i necessari aiuti ai contusi ed aver accordato il rilascio di tutti i fermati, il
corteo si dirige verso il presidio dei ricercatori, dove viene avviata una conferenza stampa per
specificare le ragioni della protesta.
Rete Studenti Milano

pc quotidiano 26 novembre -edito la repressione non ferma la rivolta studentesca ma la alimenta e rende il movimento un punto di riferimento generale


grandiosa giornata di lotta del movimento degli studenti ieri, università, strade, monumenti, invase da una marea montante di giovani, che dice basta ed è ben determinata a lottare fino in fondo per il ritiro della riforma germini e se possibile per le dimissioni del ministro e la caduta del governo
questo movimento gode del consenso delle masse popolari perchè la riforma taglia l'università, nega il diritto il studio ai giovani di provenienza proletaria e popolare, mette sempre più l'università al servizio degli interessi dei padroni, ne umilia la funzione cultarale e critica, la riforma gelmini è la stessa che licenzia una marea di insegnanti precari e di lavoratori della scuola, mentre sposta fondi verso le scuole privati e clericali, la riforma Gelmini è un tassello della politica antipopolare del governo, della discarica della crisi sui proletari e le masse
il movimento degli studenti raccoglie e porta avanti il vento dell'ovest che viene dalle grandi lotte studentesche che attraversano tutti i paesi europei e gli stessi USA, che hanno avuto nei giorni scorsi un epicentro prima la francia, poi la gran bretagna
il movimento degli studenti va più avanti delle lotte operaie e precarie che si sviluppano nel paese, rompe con processioni e forme puramenti difensive di lotte, assedia i palazzi, si sviluppa in forme generali simultanee e con quotidianetà crescente, non si intimorisce a fronte alla violenza poliziesca lanciata dal governo contro di esso e in questo assolve a una funzione di avanguardia verso l'insieme del movimento operaio e proletario e all'opposizione politica e sociale contro il governo Berlusconi, attuale comitato di affari della borghesia imperialista italiana, soggetto trainante del moderno fascismo come tendenza al regime, sostenuta in diverse forme da tutti i partiti parlamentari, dalla maggioranza dei sindacati confederali
per questo bisogna sostenere con forza e decisione il movimento degli studenti, difenderne anche l'autonomia dai partiti parlamentari e dai sindacati confederalima il miglior sostegno e quello di mobilitarsi verso le fabbriche, le lotte operaie, il movimento dei precari e disoccupati, non tanto e non solo per sostenere e partecipare alle manifestazioni, ma per seguirne l'esempio assediando i palazzi del potere e i sluoghi simbolo delle citta, bloccando strade e ferrovie
lavorando per uno sciopero generale nazionale che paralizzi il paese imponga la caduta del governo berlusconi e ponge una ipoteca contro ogni governo che non raccolga le esisgenze delle masse in lotta

proletari comunisti
26 novembre 2010

giovedì 25 novembre 2010

pc quotidiano 25 novembre - la rivolta studentesca ...Napoli

Assemblea studentesca all'Orientale muove in corteo selvaggio!
Giovedì 25 Novembre 2010 15:57 cau .>>> prime foto, video e aggiornamenti

È appena partito da palazzo giusso un corteo di circa 400 persone che sta bloccando le strade del centro storico.

La partecipatissima assemblea del pomeriggio, che ha visto gli interventi di studenti medi, universitari, ricercatori, lavoratori, ha lanciato, da oggi fino alla prossima discussione del DDL 1905, un appello alla mobilitazione permanente e diffusa, dentro e fuori gli edifici scolastici e universitari.

Come in tutte le città, raccogliamo l'appello a bloccare tutto, portare la nostra rabbia e la voglia di scrivere il nostro futuro, per le strade.

The future is unwritten

Orientale occupata - in mobilitazione

pc quotidiano 25 novembre - la rivolta studentesca ..Palermo

I manifestanti scandiscono slogan contro il ministro dell'Istruzione e il
Presidente del Consiglio

Studenti a Palermo bloccano porto e stazione

Gli studenti palermitani che stanno manifestando da questa mattina contro la
riforma Gelmini hanno bloccato l'ingresso del porto e la stazione centrale
delle Ferrovie. I cancelli del porto sono stati chiusi dalla polizia, che sta
presidiando l'ingresso contro il quale e' stato lanciato anche un fumogeno; un
altro gruppo di manifestanti e' riuscito invece a occupare i binari della
stazione centrale, bloccando il traffico ferroviario.

Diversi cortei con migliaia di studenti hanno attraversato le strade
principali della citta', paralizzando il traffico, dopo avere abbandonato la
sede del Provveditorato agli Studi dove inizialmente si era concentrata la
protesta. I manifestanti scandiscono slogan contro il ministro dell'Istruzione
e il presidente del Consiglio; tra gli striscioni uno recita: "I soldi
dell'istruzione esplodono in Afghanistan".

pc quotidiano 25 novembre - la rivolta studentesca ..Milano

Migliaia in corteo di nuovo a Milano. OCCUPATA LA SEDE DISTACCATA
DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA.
By cantiere
Published: 25/11/2010 - 16:25
Migliaia in corteo di nuovo a Milano. OCCUPATA LA SEDE DISTACCATA DEL MINISTERO
DELL'ECONOMIA.
Oggi la rabbia degli studenti scende in piazza!
FERMIAMO TUTTO! BLOCCHIAMO IL DDL GELMINI! DIMISSIONI SUBITO! MAKE SCHOOL NOT WAR!
More info, foto, video e aggiornamenti:
http://cantiere.org/art-02880/blocchiamo-la-riforma-dimettetevi-tutti.ht...
Oggi gli studenti milanesi hanno di nuovo riempito largo Cairoli, da dove è partito un corteo
spontaneo, deciso solo ieri pomeriggio: non potevamo certo mancare all'appuntamento datoci dal
governo, con la discussione di questa mattina alla camera del disegno di legge Gelmini.
Decine e decine le scuole che hanno raccolto l'appello a mobilitarsi, decine i picchetti e gli spezzoni
che fin dalla mattina hanno paralizzato la città.
Oggi ancora in tutta Italia gli studenti sono in mobilitazione: dopo le proteste in moltissime città, che
hanno portato gli studenti a Roma fino ad assediare il Senato, dal corteo di Milano abbiamo espresso
solidarietà ai due arrestati di Roma, che sono stati poi liberati nel corso della mattinata.
Mentre a Pisa è stata occupata la Torre, nella capitale il Colosseo, noi studenti dei collettivi Milanesi
durante la manifestazione abbiamo occupato la sede distaccata del Ministero dell'Economia di
Tremonti in via Manin, principale complice della Gelmini nella devastazione della scuola pubblica.
Siamo saliti fino al primo piano degli uffici calando dal balcone uno striscione con scritto "soldi alla
scuola, zero alla guerra, dimettetevi tutti!", e abbiamo riempito la facciata del palazzo di uova e
vernice. Mentre il ddl Gelmini taglia 8 miliardi di euro all'istruzione pubblica, La Russa aumenta a 29
miliardi di euro il finanziamento alle spese militari: è per questo che dalla piazza abbiamo scandito lo
slogan "Make School Not War!".
Prima di arrivare in piazza Leonardo da Vinci abbiamo sanzionato anche una scuola privata lungo il
percorso con della vernice: il governo ci truffa raccontandoci che i soldi per l'istruzione non ci sono,
mentre non esita a concedere finanziamenti milionari alle scuole private e dei preti.
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In piazza tanti gli slogan in solidarietà alle lotte dei migranti che sulla torre di via Imbonati si battono
contro la sanatoria truffa, perchè siamo consapevoli che, studenti e migranti, sono i nuovi cittadini
di una società futura che vogliamo diversa e più giusta per tutti.
Il corteo delle scuole superiori si è concluso davanti alla sede centrale del Politecnico, sostenendo la
lotta dei ricercatori e degli studenti contro lo smantellamento dell'Università: se ci rubano il futuro,
noi blocchiamo le città! Alla notizia che la mobilitazione universitaria è stata aggredita dalle cariche
della polizia, esprimiamo solidarietà agli studenti e rilanciamo il moltiplicarsi delle mobilitazioni.
Da domani ricominciano le autogestioni e le occupazioni nelle scuole, dopo quelle della scorsa
settimana e degli ultimi giorni: ancora tanti i collettivi che stanno organizzando le mobilitazioni nei
loro istituti, tornando ad occuparsi del proprio futuro, senza lasciarlo in balia dell'ignoranza della
Gelmini e dei suoi soci. Tante le assemblee sulla campagna Make School Not War, sulla protesta dei
migranti e su piazza Fontana e la strategia della tensione, in avvicinamento al corteo del 10
dicembre.
Oggi una prima vittoria l'abbiamo portata a casa. Lo slittamento del voto alla camera del disegno di
legge dimostra che le proteste degli studenti di questi giorni stanno mettendo al muro la Gelmini e i
suoi progetti: martedì, giorno in cui è previsto il voto, sarà certo una nuova giornata in
mobilitazione.
Seguiranno aggiornamenti...
COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI MILANO E PROVINCIA

pc quotidiano 25 novembre: Il nepotismo di Bertolaso ai danni dei terremotati

La moglie di un sottosegretario. I figli dei giudici amici, dei generali amici e dei boiardi amici. Perfino la nipote di un cardinale. Tutti assunti (a tempo indeterminato) dalla Protezione civile un minuto prima del cambio della guardia. Con soldi sottratti ai terremotati

Questo si chiama "mettere in sicurezza", solo che più dell'Italia sommersa dalle alluvioni la Protezione civile sembra esperta nel rendere sicure le poltrone del suo personale. E così mentre tutto frana, Guido Bertolaso stabilizza i suoi fedelissimi: 150 precari, spesso d'alto rango, vengono assunti nel botto finale della gestione che ha alternato successi a scandali fino a diventare nel bene e nel male simbolo del modello berlusconiano di governo. Tutto grazie a una nuova legge che prevede "l'assunzione di personale a tempo indeterminato, mediante valorizzazione delle esperienze acquisite presso il Dipartimento dal personale titolare di contratto di collaborazione coordinata e continuativa".

Mentre la pubblica amministrazione falcia i ranghi e il precariato diventa condizione di vita, negli uffici che dipendono da Palazzo Chigi c'è un'ondata di piena di assunzioni che garantisce lo stipendio per figli di magistrati e di prefetti, per mogli di sottosegretari e nipoti di cardinali. Tutti benedetti da una selezione su misura, alla quale ha potuto partecipare solo chi aveva già un contratto precario con il Dipartimento. Un esame affidato a una commissione interna, con poche domande rituali e procedure concluse entro l'estate: così gli ex cococo sono ormai a tutti gli effetti in pianta organica.

E rilette oggi, dopo i crolli di Pompei, le motivazioni che sostengono questa falange di assunzioni hanno un po' il sapore della farsa di fine impero: il testo della deroga al blocco imposto da Tremonti sostiene la necessità di quel personale "anche con riferimento alle complesse iniziative in atto per la tutela del patrimonio culturale". Ma è solo il botto finale: quando Bertolaso nel 2001 mise piede sulla tolda di comando l'organico si basava su 320 unità, passate a 590 nel 2006 e schizzate a quasi 900 alla fine del suo mandato. Cinquecento persone in più in nove anni, con uffici lievitati emergenza dopo emergenza, sempre a colpi di ordinanza e mai in forza di un concorso. Un vero e proprio esercito in cui spiccano gli oltre 60 autisti, distaccati dalle forze dell'ordine, per i dirigenti. L'apoteosi di un sistema di potere nato con il Giubileo del 2000, spalancando le porte degli uffici a figli, nipoti, familiari e amici dell'establishment istituzionale.

E poi, sono arrivati i fedelissimi coltivati a Napoli nelle molteplici crisi dei rifiuti. Un posto per tutti grazie alle parentele giuste nell'esercito o nei servizi segreti, a Palazzo Chigi o in Vaticano, al Viminale o in magistratura, fino a creare una ragnatela di relazioni che sembra plasmata ad hoc per creare consenso verso le attività del Dipartimento e per non disturbare il suo manovratore.

Le parentele scomode iniziano ovviamente da Francesco Piermarini, l'ingegnere-cognato del sottosegretario Bertolaso, mandato tra i cantieri della Maddalena. Ma scorrendo la lista dei beneficiati si svela una rete di favori senza soluzione di continuità. Tra i primi ad essere stabilizzati, a metà di questo decennio, sono stati gli uomini della scorta di Francesco Rutelli in Campidoglio. Dieci "pizzardoni" passati senza semafori dalla polizia municipale di Roma al dipartimento di Palazzo Chigi. Dal fil rouge che lega il Giubileo alla Protezione civile spuntano anche tre supermanager del calibro di Agostino Miozzo, Marcello Fiori e Bernardo De Bernardinis. Facevano parte dell'unità di staff del Giubileo e, grazie al decreto rifiuti del 2008, entrano nel Gotha dei dirigenti generali della presidenza del Consiglio con norma ad personam, e un contratto da 180 mila euro l'anno. Ma sono stati ingaggiati anche ottuagenari che arrotondano la pensione grazie ai munifici gettoni delle emergenze: è il caso dell'83enne Domenico Rivelli, chiamato come "collaboratore per le problematiche amministrativo-contabili per i rifiuti a Napoli".

Storie vecchie, mentre con la stabilizzazione di fine mandato arriva Barbara Altomonte, moglie del sottosegretario Francesco Giro, docente di scuola superiore ed ora dirigente del Dipartimento. E non è certo un caso che in questa ondata la parte del leone la facciano uomini e donne legati a doppio filo con la Corte dei conti, ossia la magistratura che deve vigilare anche sulle spese della Protezione civile.
Proprio nella "sezione di controllo" della Corte un magistrato e due funzionari possono vantare le assunzioni dei propri figli al Dipartimento: si tratta del giudice Rocco Colicchio, di Carmen Iannacone, addetta al controllo degli atti della presidenza del Consiglio, e della segretaria generale Gabriella Palmieri. Spazio anche a Marco Conti, figlio di un altro giudice contabile. Invece Giovanna Andreozzi è stata chiamata dopo il sisma dell'Aquila con l'incarico di direttore generale per vigilare sugli appalti: proviene dalla sezione campana della Corte, presieduta da Mario Sancetta, magistrato sfiorato da più di un sospetto nell'inchiesta sulla Cricca per le relazioni con Angelo Balducci, l'ex numero uno delle opere pubbliche. Tra l'altro, per la Andreozzi è stato attivato un servizio di navetta ad personam tra Roma Termini e gli uffici del Dipartimento.

Quanto alla magistratura, tra gli assunti c'è anche Giovanni De Siervo, figlio del vicepresidente della Consulta Ugo: era entrato come precario con l'ordinanza per l'esondazione del Sarno ora è fisso al reparto "relazioni con gli organismi internazionali". Con l'ultima chiamata per i fedelissimi di Bertolaso, arriva il posto definitivo per Carola Angioni, figlia del pluridecorato generale Franco, capo della missione italiana in Libano ed ex parlamentare Pd. Carola Angioni è entrata come collaboratrice per l'emergenza traffico di Napoli e, dopo essersi occupata di smog, è passata ordinanza dopo ordinanza ai temporali del Veneto, dedicandosi, nel frattempo a qualche puntata in Croazia come ambasciatrice del dipartimento. La legge offre certezza occupazionale anche a Marta Sica, figlia del vicesegretario generale di palazzo Chigi; alla nipote del cardinale Achille Silvestrini; alla figlia del prefetto Anna Maria D'Ascenzo, (ex capo del dipartimento dei vigili del fuoco) e a quella del colonnello Roberto Babusci (una volta responsabile del centro operativo aereo della Protezione civile).

A loro, infine vanno aggiunti altri parenti illustri, legati all'ex presidente Rai Ettore Bernabei, al sindacalista della presidenza del Consiglio Mario Ferrazzano e a Giuseppina Perozzi, capo del personale di palazzo Chigi. Una manifestazione di potere assoluto cui si oppongono i sindacati, con un ricorso contro i metodi selettivi di quest'ultima raffica di assunzioni che verrà discusso a febbraio prossimo di fronte al Tar del Lazio. Anche perché l'ultima ondata dei Bertolaso boys costerà ben otto milioni di euro, in gran parte sottratti ai fondi per l'Abruzzo terremotato.

pc quotidiano 25 novembre - NOI ODIAMO GLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE - un saggio del mfpr

Pubblichiamo oggi in occasione della giornata mondiale contro la violenza contro le donne, l'ultimo paragrafo del lungo saggio; "Uccisione delle donne, oggi", del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, pubblicato sul n. 5 di novembre della rivista marxista-leninista-maoista "La Nuova Bandiera".

"Noi odiamo gli “Uomini che odiano le donne".
Noi abbiamo detto “noi odiamo gli “uomini che odiano le donne”. Queste parole le abbiamo prese dal romanzo di Stieg Larsson, che ha alcuni aspetti emblematici:
E’ ambientato in Svezia, una società in cui le donne hanno fatto delle conquiste, si sono emancipate e però lì, guarda caso, negli ultimi 2-3 anni sono usciti molti scrittori e scrittrici di gialli ambientati in Svezia, molti dei quali hanno al centro le donne: le donne violentate, le donne uccise ecc. (nella realtà e non solo nei romanzi). Sono dei libri che parlano di uccisioni moderne, di uccisioni che avvengono nelle società capitaliste più avanzate, non quelle più arretrate e che per questo smentiscono che le violenze oggi siano il frutto solo di una realtà sociale arretrata; che mostrano il marciume di un imperialismo arrivato alla frutta, che non può portare a nulla di progressivo, ma solo a un moderno medioevo.
La protagonista del romanzo, Lisbeth Salander, è una ribelle ad ogni tentativo di “normalizzazione”/considerata diversa per eccellenza, ha tentato di uccidere il padre quand’era ragazzina perché violentava la madre, ecc. Lisbeth è ribelle a ogni regola e questa ribellione è insopportabile per gli altri, soprattutto per gli uomini che la devono “domare”, fino a violentarla e tentare di ucciderla.
Ma chi sono questi uomini? Sono grandi manager di industria, fascisti, nazisti, che odiano le donne.
Lisbeth a un certo punto, a fronte dell’altro protagonista del libro, un giornalista che tenta anche di giustificare il violentatore/assassino, facendo un’analisi psicologica, esclama: “cazzate, questo odia le donne!”. “Cazzate!”, appunto, perchè dobbiamo respingere le interpretazioni/giustificazioni che spesso vengono fatte dopo uccisioni perchè servono solo a mettere un cappello sopra; diverso è raccogliere alcune di queste interpretazioni ma per mostrarne il loro carattere assolutamente sociale, comune a migliaia di uomini e spiegabili solo con un’analisi sociale, di classe e di genere.

Questo romanzo, indipendentemente anche dalla volontà dello scrittore, aiuta a capire quello che stiamo dicendo. Oggi effettivamente c’è una sorta di “odio” verso le donne, come verso gli immigrati, verso gli omosessuali ecc. Questo odio tout court verso le donne, in quanto donne che pensano, che agiscono, che decidono, è fascista. Questo odio fa alzare il tiro, mette in moto la violenza.
“Gli uomini che odiano le donne” esprime l’immagine del sistema capitalista, nella sua fase di crisi, di putrefazione imperialista, di un sistema che non ha più nulla di costruttivo, ma è solo distruzione. E proprio per questo deve essere distrutto. E LE DONNE HANNO DOPPIE RAGIONI PER FARLO!"

pc quotidiano 25 novembre - a sostegno di tutte le manifestazioni di oggi contro le violenze sessuali e sessiste



manifestazione a taranto 26 novembre piazza immacolata ore 18

movimento femminista proletario rivoluzionario

pc quotidiano 25 novembre - napoli ..Istituto Orientale occupato

Anche Napoli si unisce al movimento che si era sviluppato a partire da quest’estate ed è tornato a scendere in strada, nelle piazze, ad occupare scuole, facoltà, rettorati, tetti, in occasione della prevista la votazione alla Camera del famigerato DDL 1905, la cosiddetta riforma Gelmini, del quale di prevede una rapida approvazione.

Palazzo Giusso è aperto a tutti coloro che vogliono costruire l’opposizione a questa Riforma e provare a bloccarla in tutti i modi e costruire iniziative per oggi e i prossimi giorni.


la protesta studentesca


Non appena il ddl 1905, la cosiddetta riforma Gelmini, è arrivato alla Camera dei Deputati per ricevere una rapida approvazione, il movimento che si era sviluppato a partire da quest’estate è tornato a scendere in strada, nelle piazze, ad occupare scuole, facoltà, rettorati, tetti.

Al progetto di riforma che prevede la cancellazione di qualsiasi futuro dignitoso per tanti giovani e per tanti lavoratori, si sta rispondendo dentro e fuori le aule di scuole e università. Stazioni, ponti e aeroporti vengono bloccati; i palazzi istituzionali vengono presi d’assedio; Confindustria viene individuata come il mandante di questo massacro e le sue sedi vengono prese di mira…

In tutt’Italia, con una certa esplosività, si è sviluppato nelle giornate di ieri e oggi un conflitto che molti, troppi, davano per sopito. E non abbiamo alcuna intenzione di tornare zitti e buoni! Evidentemente le lezioni che si potevano apprendere guardando un po’ il panorama europeo non hanno insegnato nulla al governo, alle istituzioni, alle forze della reazione. Se qualcuno aveva pensato di far passare questa riforma nel silenzio, credendo nella nostra assuefazione al costante peggioramento delle condizioni di studio, di vita e di lavoro, è già evidente che si è sbagliato. Se qualcuno pensasse di metter fine alla nostra protesta usando l’arma della repressione - oggi a Roma sono stati denunciati 27 manifestanti e altri 2 sono stati arrestati – gli dimostreremo già da domani che ha fatto i conti senza l’oste! Non riusciranno a spegnere la scintilla che si è accesa!

Daniele e Mario liberi subito!
Blocchiamo il ddl 1905!
Blocchiamo tutto!

Di seguito una rassegna parziale di articoli, comunicati, video, dalle scuole, dalle piazze, dalle università e dalle strade della penisola…

Pisa
23 Novembre – Occupata la facoltà di Scienze Politiche
23 Novembre – Tutte le facoltà in agitazione e/o occupate contro la riforma Gelmini
24 Novembre – Gli studenti occupano l’aeroporto e i ponti sull’Arno


Roma
24 Novembre – Protesta dinanzi a Montecitorio
24 Novembre – Scontri tra polizia e studenti
24 Novembre – Gli studenti cercano di entrare in Senato
24 Novembre – La repressione cerca di mettere fine alle proteste: 27 denunciati e 2 arrestati


Torino
23 Novembre – Palazzo Nuovo occupato. Docenti, ricercatori e studenti occupano anche i tetti.
24 Novembre – Contestazione e uova contro la sede del Pdl. Bloccata una stazione della metropolitana


Bologna
23 Novembre – Occupata la facoltà di Lettere e Filosofia
24 Novembre – Corteo non autorizzato a partire dalla facoltà di Lettere e Filosofia occupata
25 Novembre – Indetto un Corteo No Gelmini

Palermo
24 Novembre – Centinaia di studenti organizzano un Flash Mob alla Mondadori
25 Novembre – Indetta giornata di mobilitazione contro il ddl 1905

Pavia

24 novembre – Occupata la facoltà di Lettere e Filosofia
Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 24 Novembre 2010 23:27 )

pc quotidiano 25 novembre - editoriale - con gli studenti in lotta, avanti nell'assedio dei palazzi

proletari comunisti appoggia senza condizioni l'ondata di lotta degli studenti e in particolare l'assedio al Parlamento
è la forma di lotta giusta se si vuole fermare la mano del governo
è la via dello scontro frontale che proletari comunisti sostiene in forme coerenti da sempre
è la pratica del braccio di ferro anche nelle singole vertenze generali che da sempre auspichiamo nella lotta effettiva contro questo governo
è un esempio da seguire per gli operai,i precari, che finora non hanno seguito per moderatismo illusorio e perdente per il controllo esercitato su di essi dalle organizzazioni sindacali confederali, dai partiti parlamentari, dai gruppi opportunisti alla coda del riformismo
bisogna agire e liberare le lotte proletarie dalla scimmia addosso rappresentata oggi principalmente dalle organizzazioni sindacali confederali e innanzitutto dalla cgil che incanala l'opposizione verso una via perdente per tutti i proletari
mettersi alla coda della cgil è oggi marciare nella direzione opposta
non è questione di coscienza soggettiva che il movimento ha, compreso il movimento degli studenti, ma della funzione e natura oggettiva di quello che fa nello scontro con padroni,stato e governo dei padroni, partiti parlamentari e organizzazioni sindacali ufficiali
per questo ci battiamo perchè il movimento vada fino in fondo contro la riforma universitaria della gelmini, contro il governo berlusconi e contro l'intero parlamento
per questo in ogni ambito in cui noi operiamo e interveniamo fabbriche,disoccupati e precari in lotta diciamo
fare come gli studenti, avanti verso un vero sciopero generale

proletari comunisti
25 novembre 2010

mercoledì 24 novembre 2010

pc quotidiano 24 novembre - il Partito Comunista Rivoluzionario del Canada verso il congresso




un saluto militante a questi compagni che insieme ai maoisti italiani lavorano per la nuova rivista internazionale MAOIST ROAD

pc quotidiano 24 novembre - dai compagni canadesi del PCR del Canada



La «nouvelle synthèse» de Bob Avakian: une fumisterie
Depuis un certain nombre d’années, le président du Parti communiste révolutionnaire des États-Unis (RCP, USA), Bob Avakian, prétend avoir élaboré une «nouvelle synthèse» – une re-conception du socialisme qui se veut «à la fois visionnaire et viable». Ses supporters affirment sans hésiter qu’il s’agit d’un dépassement qualitatif de l’œuvre de Marx, Lénine et Mao et souhaitent en faire une ligne de démarcation au sein du mouvement communiste international. Qu’est-ce donc que cette prétendue «synthèse»? S’agit-il réellement d’une avancée extraordinaire, comme on le prétend, ou est-ce plutôt une imposture et la cristallisation d’une ligne idéologique et politique opportuniste?

la risposta è già nella domanda , una risposta che 'proletari comunisti' condivide e
sarà esposta nelle prossime pubblicazioni

pc quotidiano 24 novembre - india - arundhaty roy ..I movimenti di massa devono combattere le multinazionali

la scrittrice Arundhati Roy, che ha subito una dura protesta da parte di attivisti del Sangh Parivar qui domenica, ha esortato coloro che sono coinvolti nei movimenti di massa ad opporsi alle imprese multinazionali che, ha detto, hanno adocchiato le ricche risorse naturali delle terre tribali.


La signora Roy è venuta qui per partecipare ad un incontro sulla 'Resistenza culturale alla guerra contro le popolazioni nell’interesse delle multinazionali.'
Non appena raggiunto il luogo, gli attivisti del Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad e del Bajrang Dal hanno sventolato bandiere nere per protestare contro le sue recenti osservazioni sul Kashmir, definendole anti-nazionali. Hanno anche cominciato a gridare perché lasciasse immediatamente il luogo. Presto è scoppiata una zuffa. Gli organizzatori hanno cacciato via gli agitatori. La polizia ne ha preso almeno 10 in custodia.


Senza scomporsi, la signora Roy si è rivolta a centinaia di attivisti delle diverse tribù provenienti da diverse parti dell’Orissa.

"Il numero di poveri che vivono in India saranno più di quello del totale poveri in 26 paesi africani. La condizione di povertà in Orissa, Chhattisgarh, Jharkhand e West Bengala è critica. Tutte le
l'attenzione è, però, concentrata su questi Stati, in quanto questi poveri stanno alzando la voce contro i tentativi di acquisto dei terreni da parte delle grandi imprese multinazionali del mondo ", ha detto.


Ha detto che la Legge sulle Disposizioni dei Panchayats (estensione alle aree registrate), del 1996, vietava l'acquisizione di terreni nelle zone tribali. "Ma ora, chi è al potere dice che è assolutamente necessario acquistare terreni dai tribali per lo sviluppo. Coloro che decidono queste politiche sono i trasgressori ".


"All'inizio i movimenti popolari erano nati per arginare la quantità di terre in possesso dei latifondisti (sistema degli zamindars). Ma la natura della lotta ha subito un cambiamento. Ora è una lotta per non lasciare che la terra – per quanta ne sia rimasta alla popolazione tribale – venga sottratta dalle aziende sostenute dal governo", ha detto.


La signora Roy ha detto che i leader pensano che lo sviluppo sia possibile solo quando l'80 per cento della popolazione comincia a vivere nelle aree urbane, e volevano svuotare i villaggi, nell'interesse delle multinazionali. "Stanno invitando i militari a prendere in consegna gli affari. I nostri Stati stanno diventando Stati militari. Chhattisgarh, Jharkhand e Lalgarh sono stati già militarizzati".


Sono inoltre intervenuti l’ideologo maoista Varavara Rao e lo scrittore Bibhuti Patnaik dell’ Oriya.


da www.icawpi.org (da Naxal Terror Watch, 21 novembre 2010)

pc quotidiano 24 novembre - Amadori cesena la uil a difesa del padrone contro la rete sicurezza sui posti di lavoro

All'Amadori scatta la rappresaglia padronale contro la Rete. Dal padrone?
No, dal sindacato UIL che denuncia e ci vuole in Tribunale!



L'azione della Rete per la sicurezza sul lavoro all'Amadori di Cesena
(quello dei polli/tacchini) ha evidentemente lasciato il segno. Non è questa
volta il padrone direttamente a mettere in campo la rappresaglia ma lo fa
attraverso il sindacato confederale nella persona di Scarponi, segretario
provinciale della UIL che ha denunciato 3 attivisti per avergli offeso
"l'onore e il decoro" durante la diffusione di un questionario tra le
operaie.

Noi pensiamo invece che questo sindacalista abbia offeso l'onore e il decoro
delle operaie di Amadori.

I malori di 170 operaie sono state oggetto anche di alcune interpellanze al
Consiglio Comunale di Cesena da parte di Davide Fabbri, Capogruppo
Consiliare dei Verdi a Cesena che aveva denunciato:

"si è assistito nel corso del tempo - a partire da marzo 2007 ad oggi - a
diversi malori di lavoratori all'interno dello stabilimento di San Vittore;
in totale quasi 170 lavoratori hanno accusato preoccupanti situazioni di
malessere a livello respiratorio e oculare (male alla testa, capogiri, gola
secca, trachea irritata, irritazione agli occhi, bruciore alle narici,
nausea, vomito); 37 di questi lavoratori hanno accusato sintomi gravi da
dover ricorrere ad interventi del Pronto Soccorso dell'Ospedale; tali
malesseri hanno provocato la chiusura per quattro giorni di alcuni reparti
produttivi dell'Azienda Avi.Coop del Gruppo Amadori".

Nuovi malesseri tra i lavoratori dello stabilimento avicolo Amadori di
Cesena, dopo i circa 170 casi analoghi del 2007. A denunciarlo e' il
segretario nazionale della Flai-Cgil Antonio Mattioli che chiede la
sospensione dell'attivita' lavorativa.

Siamo intervenuti in questa fabbrica proprio per questi motivi e per cercare
di dare una soluzione al problema. Alle assemblee le stesse operaie hanno
accusato i sindacati di essere assenti quando la gente sveniva o veniva
lasciata a casa e hanno dovuto subire l'umiliazione di essere trattate come
malate immaginarie.

Eppure, invece che rilanciare la mobilitazione degli operai per denunciare
padron Amadori, mettere in sicurezza gli impianti, mettere in campo una
lotta per non subire il ricatto occupazionale ("o lavorate in queste
condizioni o sposto la produzione altrove!"), il sindacalista Scarponi ha
pensato bene che il vero problema è chi denuncia la situazione e propone
soluzioni, come noi della Rete e si pone a difesa degli interessi aziendali.

E' lo stesso Scarponi ad avere inviato ai suoi iscritti una lettera
sull'accaduto davanti ai cancelli che è stata riportata da alcuni giornali
locali il 16 luglio 2008 ("rissa sindacale all'Amadori") in cui si dichiara
sorpreso per una assemblea della Flai-Cgil perchè "i problemi aziendali
dell'Amadori dovrebbero essere affrontati con la massima azione unitaria" e
poi afferma: "non si tratta nè di rissa, nè di pugni, nè di altro; si è
solamente alzato il tono della voce e sono volate sicuramente alcune parole
grosse ma niente di più".

Invece ha tirato dritto e sporto denuncia.

Il giorno dell'udienza (26/01/2011), ovviamente, renderemo pubblico tutto
questo e invitiamo la stampa locale ad essere presente.

Di seguito riportiamo un volantino con le proposte che abbiamo fatto come
Rete.



IL POLLO VALE DI PIU' DELLA SALUTE DI UNA OPERAIA?





No, padron Amadori, lei non ha alcun diritto di continuare a peggiorare la
salute delle operaie, di minimizzare la situazione, di ricattarle, di
lasciarle a casa se denunciano malori.

Questi operai, di cui la grande maggioranza sono donne, si alzano alle 4 del
mattino per uno straccio di salario che serve a mantenere le loro famiglie e
sono stanche di essere sfruttate in quell'inferno di esalazioni nocive da
fabbrica da "Terzo mondo" e stanche pure di essere prese in giro dai medici
dell'Ausl che coprono le responsabilità del padrone.



Operaie e operai, il padrone dei polli vi ha messo in condizione di perdere
la vostra salute, giorno per giorno. Più i suoi profitti aumentano più
aumentano le vostre malattie sia fisiche che psichiche legate al processo
produttivo.

Rivendicare diritti in questa Azienda significa subire il terrorismo
padronale e l'umiliazione di medici che vi addossano la responsabilità di
tutto, negando legame tra il peggioramento delle vostre condizioni di salute
con il processo lavorativo, addirittura arrivando ad affermare che le
patologie di cui soffrite sono imputabili ai vostri stili di vita!

Tanta è la rabbia e l'indignazione che adesso si deve trasformare in
iniziative a tutela della salute delle operaie e degli operai.



Chi dovrebbe fare il suo mestiere non lo fa, dimostrando di avere più a
cuore gli interessi padronali: quando le operaie non ce la fanno più a
lavorare in ambienti nocivi e per i carichi di lavoro i sindacati
confederali e gli Rls sono completamente assenti e gli organi di vigilanza e
controllo dell'Ausl danno ragione all'Azienda.

Quindi:

noi della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
faremo una perizia indipendente per dimostrare che le malattie sono dovute
alle condizioni di lavoro. Pertanto invitiamo le operaie a contattarci anche
in forma anonima.

Vogliamo conoscere e informarvi sugli elementi nocivi che mettono a rischio
la vostra salute.

Vogliamo la messa in sicurezza degli impianti

Vogliamo le dimissioni dei medici dell'Ausl di Cesena e il ripristino delle
competenze dell'Ispettorato del Lavoro.

Vogliamo le dimissioni delle RSU ed Rls

E' necessaria l'elezione diretta da parte degli operai di nuovi Rls, non
nominati dalle burocrazie confederali.

E' necessario uno sciopero autorganizzato che blocchi la produzione a
sostegno di questa vertenza



Art. 9 dello Statuto del Lavoratori:

"i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno diritto di controllare
l'applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle
malattie professionali e di promuovere la ricerca, l'elaborazione e
l'attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro
integrità fisica"





Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna

tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna@ libero.it



bastamortesullavoro@domeus.it

visita il blog: bastamortesullavoro.blogspot.com

pc quotidiano 24 novembre - Bg: No al coprifuoco!

Palafrizzoni - Scatta l'ordinanza comunale. L'assessore Invernizzi: "Non si potrà bere dalle 16. Vietato sedersi su marciapiedi e arredo urbano". Il sindaco: intervento ampio che coinvolge tutta la Giunta.
Ordinanza di via Quarenghi, coprifuoco da giovedì

Giovedì scatta l’ordinanza di via Quarenghi. La stretta imposta dall’amministrazione sull’apertura dei locali e il consumo di alcol rimarrà in vigore fino al 31 gennaio 2011. “Una spallata iniziale” – come l’ha definita l’assessore alla sicurezza Cristian Invernizzi, per dare una segnale forte in una strada caratterizzata da episodi di spaccio e risse.
Ecco i provvedimenti previsti: chiusura dei negozi (compresi kebab, gastronomie, rosticcerie) dalle 20 alle 6 (dalle 16 nei giorni festivi), chiusura di ristoranti, osterie e pizzerie dalle 24 alle 6. Divieto di vendita di bevande alcoliche e di consumo all’esterno dei locali dopo le 16. Divieto di abbandono in luoghi pubblici qualunque contenitore di bevande ed alimenti. Le sanzioni previste sono di 500 euro per l’apertura dei locali, mentre dai 50 ai 500 per il divieto di consumo di bevande alcoliche.
Per far rispettare l’ordinanza, Palafrizzoni ha stretto un accordo con il Comune di Brescia che garantirà il potenziamento del servizio di polizia locale. Oltre all’assessorato alla Sicurezza, sono impegnati nel recupero della via quasi tutti gli assessorati: Politiche della casa, Commercio, Lavori pubblici, Politiche sociali, Politiche giovanili, Ambiente. “Presentiamo un progetto completo – spiega il sindaco Franco Tentorio -, guidato certamente dai problemi di sicurezza ma accompagnato da una serie di iniziative che interessano tutti gli assessorati. Nella sua globalità l’Amministrazione comunale ha studiato il problema”. Per quanto riguarda il futuro del civico 33, gli appartamenti destinati ad uso residenziale saranno 22 al posto dei previsti 46. Lo spazio rimanente verrà utilizzato da uffici pubblici che verranno trasferiti nella via, come quello ai Lavori pubblici. Una parte dei locali sarà utilizzato dal Teatro Prova e dalla fondazione Ravasio. Soddisfazione è stata espressa dal presidente di circoscrizione Alessandro Trotta e dalla rappresentante del comitato di via Giulia Martinelli.

pc quotidiano 24 novembre - processo thyssenkrupp a torino - udienza del 23 novembre

PROCESSO THYSSENKRUPP: UDIENZA DEL 23 NOVEMBRE

La seduta odierna si apre alle
ore 9:30 e prevede la settima parte della requisitoria del pm.
Il procuratore Guariniello, nella prima parte dell'udienza, continua la sua
esposizione del tema che riguarda la "cultura della sicurezza": tutta la sua
trattazione è volta a dimostrare la responsabilità del datore di lavoro - in
relazione ad un infortunio - se questi viene meno all'obbligo (che la legge
definisce personale, indelegabile ed esclusivo) di redigere il documento di
valutazione dei rischi, e di individuare le misure di protezione e
prevenzione.
Proprio a questo riguardo, va ricordato che - seppure questo adempimento è
parte integrante dei poteri del datore di lavoro - nemmeno i suoi
sottoposti, in particolare il Responsabile del servizio prevenzione e
protezione (nel nostro caso Cosimo Cafueri), possono sentirsi esentati da
tale obbligo per il solo motivo che il datore di lavoro abbia avocato a sé
le decisioni in tal senso.
La seconda parte della seduta, che ha luogo dopo un'ora circa di pausa, è
occupata dall'esposizione, da parte della sostituta pm Laura Longo, del tema
riguardante l'individuazione dei soggetti realmente responsabili della
società, gli 'executive members of the board' - l'ad Harald Hespenhan ed i
consiglieri delegati Gerhard Prignitz e Marco Pucci - responsabili dei reati
a loro ascritti (Hespenhan: omissione dolosa di cautele antinfortunistiche,
incendio doloso, omicidio volontario con dolo; Prignitz e Pucci: omissione
dolosa di cautele antinfortunistiche, incendio doloso, omicidio con colpa
cosciente) in quanto soli membri dell'organo decisionale dell'attività della
Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni.
La prossima udienza si terrà venerdì 26 novembre, mentre - per quanto
concerne le richieste del pm - pare che queste saranno formalizzate nella
seduta di venerdì 10 dicembre (la certezza della data, però, la si avrà
soltanto martedì 30 novembre).Torino, 23 novembre 2010
Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino

nel quadro della settimana di mobilitazione dal 4 al 10 della rete nazionale
per la sicurezza sui posti di lavoro - l'iniziativa a torino è prevista per
il 10 dicembre, se l'udienza sarà confermata