sabato 30 ottobre 2010

pc quotidiano 30 ottobre - DAL BLOG SPECIALE DIFFUSO OGGI ALLA MANIFESTAZIONE DI TERZIGNO

Oggi pomeriggio compagni di proletari comunisti partecipano alla manifestazione di Terzigno. Distribuiranno il blog speciale ottobre 2010, contenente l'articolo "La giusta rivolta delle popolazioni di Terzigno", di cui pubblichiamo alcune frasi:

"... Bisogna appoggiare la rivolta, bisogna sostenerla su tutti i piani. Il maggiore appoggio è assediare i palazzi napoletani, per portare nel cuore del potere e dei vertici la voce delle masse in rivolta...
... Ma anche su scala nazionale è importante far sentire che le masse in rivolta non sono sole... Costruire una mobilitazione nazionale che si esprima anche con una manifestazione nazionale che dica che chi si ribella non è solo, che è lo Stato che deve arretrare e non le masse...
... Questa crisi ha la sua origine nel profitto, nella monnezza e nei rifiuti come fonte di profitto. Questa crisi affonda nella organizzazione capitalista della produzione e del consumo. Questa crisi ora è fondata sull'emergenza permanente scaricata senza scrupoli sulle popolazioni. Questa crisi affonda anche nella fine delle illusioni sul governo Berlusconi che aveva fatto dei rifiuti di Napoli, come per altro del terremoto de L'Aquila, due operazioni di immagine che avevano pagato anche sul piano elettorale....

- Per leggere tutto l'articolo e altro, apri il blog speciale ottobre 2010 o richiedilo a ro.red@libero.it

pc quotidiano 30 ottobre - condanne e arresti a napoli verso disoccupati e masse in lotta

serve una vera manifestazione nazionale a napoli contro la repressione
ultime

proletari comunisti
30 ottobre


Un'altra giornata di durissima repressione! Ormai è evidente che si è consolidata una linea punitiva verso le lotte sociali, nella città dove ovviamente altri interessi e poteri hanno ben altre tutele.

Mi limito, per ora, al semplice report di oggi:

"Udienza di convalida" per i 13 precari Bros arrestati e pestati tre giorni fà dopo l'occupazione di una banalissima saletta del consiglio regionale. Ricordiamo che la celere sfondo il muro della sala con il contributo dei pompieri e ne ha mandati due all'ospedale... Il clima mediatico è di rigida condanna con autentiche falsificazioni (il mito del Rolex rubato della guardia giurata... la stessa ne ha denunciato solo lo smarrimento, malgrado le insistenze della questura. Era un orologia da dieci euro (ovviamente) e le immagini hanno dimostrato che uno dei dimostranti lo ha raccolto da terra e poggiato su un mobile della sala occupata. Almeno quest'accusa si è smontata, ma è servita giornalisticamente a creare una certa immagine). Oggi l'udienza di convalida per resistenza ecc: solo 5 persone escono e vanno però ai domiciliari. Per altri otto precari confermata la reclusione in carcere!

Processo per direttissima a 4 attivisti che avevano partecipato in tarda serata di ieri a Pianura ad un blocco di solidarietà alla lotta di Terzigno. Gli sono stati contestati resistenza, danneggiamento e lesioni dopo l'intervento dei carabinieri: un anno di condanna con pena sospesa!

Ricordiamo che anche tra i fermati a Terzigno in questi giorni c'è stata già una condanna con pena sospesa per la stessa tipologia di accuse.

pc quotidiano 30 ottobre - Berlusconi non ci freghi - Sabato 30 Ottobre alle ore 17.00

piena adesione e sostegno di proletari comunisti alla manifestazione di oggi

BERTOLASO NON CI FREGHI!
Sabato 30 Ottobre alle ore 17.00
MANIFESTAZIONE
NO A DISCARICHE ED INCENERITORI, VERSO RIFIUTI ZERO!
Concentramenti:
Boscotrecase: Piazza Sant'Anna
Boscoreale: Piazza Vargas
Terzigno: via Zabatta (pizzeria il rifugio)

In queste ore ci giunge la notizia che al tavolo istituzionale la promessa di Berlusconi è quella di escludere cava Vitiello dalla legge e di non riprendere gli sversamenti in cava Sari "fino ai risultati delle analisi effettuate".

Se questi termini fossero confermati, la nostra posizione, ma siamo convinti anche quella degli altri comitati che presidiano la rotonda Panoramica, conserva la sua coerenza: ogni passo indietro del Governo e di Bertolaso, a dispetto delle continue esibizioni di arroganza, è un frutto delle lotte e della grandissima partecipazione popolare. Ma proprio per questo non possiamo fermare la mobilitazione fino a risultati concreti e davvero rispettosi del bene pubblico. Noi vogliamo che l'esclusione della discarica dalla cava Vitiello diventi legge, ma pretendiamo anche il blocco immediato e la bonifica della discarica in cava Sari "senza se e senza ma"!

Non capiamo cosa vuol dire aspettare i risultati di queste "analisi"! Esistono già analisi sulle falde acquifere della zona della cava fatte dalle autorità sanitarie che dicono che sotto quello sversatoio pluridecennale (prima la camorra e poi lo Stato) le acque sono perfino più inquinate che il percolato stesso della discarica! Perciò bisogna solo rimediare al danno! Quando invece ci si dice che si aspettano i risultati di nuove analisi, il sospetto forte di una fregatura per prendere tempo riemerge totalmente.

Per questo nessun sindaco può prendere impegni a nome nostro sull'interruzione della lotta...!! Anzi, la manifestazione di sabato30 dal titolo "Bertolaso non ci freghi più!" è assolutamente confermata, per ottenere la rinuncia per legge alla VItiello e la chiusura e bonifica della Sari. Ma anche per rivendicare un piano rifiuti radicalmente alternativo al ciclo discariche-inceneritori. Le alternative esistono, sono possibili e necessarie, secondo le indicazioni dei comitati civici in tutta la regione. Così da mettere finalmente fine a questa "tombola della devastazione"!

Proprio per quello che abbiamo vissuto, quanto accade in queste ore a Taverna del Re o a Chiaiano non ci lascia assolutamente indifferenti. Così come sono deliranti le dichiarazioni del sindaco di Somma Vesuviana che nel parco del Vesuvio vuole metterci anche un inceneritore!!

Berlusconi e Bertolaso hanno visto molte loro armi e ricatti spuntati dalla determinazione e dalla consapevolezza che tantissima gente ha raggiunto sul tema. Saranno sorpresi ancora!


Esprimiamo infine solidarietà agli attivisti di Pianura antidiscarica e ai precari Bros colpiti dalla repressione in queste ore.




Movimento per la difesa del territorio area vesuviana

RESISTIAMO UN MINUTO IN PIU' DI LORO! MAI PIU SUDDITI !!
Sabato 30 Ottobre alle ore 17.00 manifestazione regionale contro le discariche nel parco nazionale del Vesuvio "senza se e senza ma" e per un nuovo piano rifiuti verso "Rifiuti Zero".
CI saranno quattro cortei, da Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Torre Annunziata, che convergeranno alla rotonda di via Panoramica.
Il "movimento difesa del territorio area Vesuviana" da appuntamento in piazza Sant'Anna a Boscotrecase
(con il treno da Napoli: circumvesuviana linea Scafati, per l'autostrada: uscire a Torre Annunziata).

Cerchiamo di coinvolgere tutti i cittadini sensibili al bene comune e alla propria dignità.

Questa la piattaforma del Movimento:

Contro mega-discariche ed inceneritori!
Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta.
Per Riciclo, Riuso e Compostaggio.
Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti.
Contro la repressione dei movimenti sociali
Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto.
Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate.
Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate.
Contro la shock-economy delle catastrofi: salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono, disperano muoiono. .

Movimento difesa del territorio Area Vesuviana
Collettivo Area Vesuviana

pc quotidiano 30 ottobre - ora e sempre a sostegno della guerra popolare in Perù


Lima, 25 de Octubre de 2010

Un soldado muerto dejó un ataque este lunes, de miembros de la guerrilla maoísta Partido Comunista del Perú (PCP) contra la base militar Merced de Locros, en la provincia de Leoncio Prado, departamento de Huánuco (centro), dijo la prensa local.

El soldado fallecido es Wilfredo Galo Maldonado, que habría recibió un balazo de fusil de integrantes del PCP, dijeron la página web de El Comercio y la emisora RPP, que citaron versiones de sus corresponsales en el lugar.

El Comando Conjunto de las Fuerzas Armadas mantiene silencio sobre el hecho.

La zona donde se produjo el ataque está bajo estado de emergencia y control de las Fuerzas Armadas por la presencia de guerrilleros del PCP

pc quotidiano 30 ottobre - manifestazione antimilitarista a novara il 6 novembre

proletari comunisti milano aderisce e partecipa alla manifestazione del 6
novembre




Appello per una giornata antimilitarista a Novara/Cameri il 6 novembre 2010

Siamo nel bel mezzo di una crisi economica la cui fine non si intravede
affatto, dove la maggioranza delle famiglie fatica o non ce la fa ad
arrivare alla fine del mese. Tante fabbriche chiudono i battenti
lasciando a casa operai e dipendenti, spesso senza alcuna alternativa di
reddito.

Il governo taglia soprattutto nel settore scuola/università e nella
ricerca, insomma là dove sta il futuro di una società.

Nello stesso tempo i dati macroscopici evidenziati dalle grandi agenzie
internazionali di calcolo economico ci parlano delle industrie armiere
come uniche capaci di chiudere con attivi di bilancio annuali
astronomici. Finmeccanica, holding italiana al 37% pubblica, è tra i
colossi mondiali di questo commercio di morte.

Le missioni militari all’estero continuano a produrre debito pubblico (3
milioni di euro al giorno per l’erario italiano) e guadagni privati per
i soliti noti, morte e distruzione per i paesi aggrediti.

Si tengono in piedi progetti multimiliardari per la costruzione e
l’acquisto di cacciabombardieri ed altri strumenti di morte così come
per la costruzione e l’allargamento di basi militari (Vicenza, Pisa,
Livorno, Sigonella).

La società nel suo complesso sta subendo un processo di militarizzazione
che arriva, con il protocollo La Russa-Gelmini per i corsi paramilitari
nelle scuole, a investire direttamente la formazione delle future
generazioni.

Quindi, raccogliamo l’indicazione degli organismi NO WAR di promuovere
una settimana di iniziative, dibattiti, conferenze e mobilitazioni per
contrastare le celebrazioni militariste del governo, del ceto politico
istituzionale e delle lobby degli armamenti, arrivando a una giornata di
mobilitazione interregionale per ribadire il nostro NO ALLA GUERRA, ALLE
SPESE MILITARI, ALLA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ E DELLA CULTURA.

PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN E DA TUTTI I CONFLITTI BELLICI.

Invitiamo tutte le realtà sociali, culturali, sindacali e politiche che
si muovono sul terreno di un’alternativa radicale al modello sociale
dominante a partecipare attivamente al percorso con iniziative nei
propri territori per arrivare alla mobilitazione comune il 6 novembre
2010 a Novara/Cameri.

7 ottobre 2010

Assemblea Permanente No F-35

pc quotidiano 30 ottobre - nuovo blog a sostegno della guerra popolare in india


è online il blog del comitato gp india con i primi post: l'indirizzo è
www.guerrapopolare-india.blogspot.com/
a parte aggiornarlo settimanalmente x ora, mano a mano verrà migliorato

pc quotidiano 30 ottobre - marlane di praia a mare - LEGITTIMO IMPEDIMENTO A TEMPO PIENO PER GHEDINI

COMUNICATO STAMPA

Sesta udienza per la strage alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare:
LEGITTIMO IMPEDIMENTO A TEMPO PIENO PER GHEDINI

Si è tenuta presso il tribunale di Paola l' udienza del processo Marlane Marzotto, la sesta di una lunga serie che giocoforza è destinata a concludersi col rinvio a giudizio degl'indagati o nella peggiore delle ipotesi col "non luogo a procedere".

E' stata una sessione improntata sull'audizione del collegio difensivo, giunto in forze ma senza l'avvocato Ghedini ancora una volta assente nonostante le reiterate dichiarazioni di disponibilità.

Davvero scarsa la presenza delle parti civili, non è dato di sapere se per stanchezza o per motivi personali o familiari, come scarsa era l'attenzione prestata da alcuni avvocati dell'accusa.

Lo SLAI Cobas, il sindacato che ha iniziato e gestito in solitudine fino ad oggi la "questione Marlane", era presente col referente provinciale e per delega dalla struttura nazionale.

I patrocinatori degl'indagati si sono spesi illustrando teoremi già sentiti e censurando causalità patologiche in modo improprio.

Le conclusioni alla prossima udienza del 5 novembre, molto probabilmente l'ultima di questa lunga serie, nella quale l'offesa dovrà trovare il coraggio di controbattere con forza le tesi degli avvocati difensori.

Si è trattato di un qualcosa già visto, dallo scarico di responsabilità anche palesi al coinvolgimento istituzionale non chiarito, alla panacea della prescrittibilità dei reati rubricati.
Ovviamente la solidarietà dello SLAI Cobas è per i giudici, con la certezza che sapranno essere arbitri imparziali di un disastro che ha pochi eguali in campo nazionale.

29.10.2010
per lo SLAI COBAS
Alberto Cunto
coordinatore Slai Cobas prov. di Cosenza

venerdì 29 ottobre 2010

pc quotidiano 29 ottobre - a sostegno della manifestazione nazionale di Napoli

Contro il governo massacra/scuola Gelmini-Tremonti-Berlusconi
lotta senza se e senza ma – sciopero generale

Usando spregiudicatamente e in maniera populistica l’argomento degli sprechi e delle inefficienze nelle scuole e nelle università il governo sta marciando rapidamente verso la cancellazione di diritti conquistati con anni di lotte.

Ma le menzogne sono tutte del GOVERNO! I numeri li ha dati esso stesso e sono stati ripetuti puntualmente anche dal giornale dei padroni, il sole24ore: TAGLI AL PERSONALE: ALMENO 150.000 in tre anni. TAGLI AI FONDI: 8 miliardi di euro.

TUTTO QUESTO MENTRE SI SONO TROVATI MILIARDI DI EURO PER SALVARE LE BANCHE, CIOE’ ANCORA UNA VOLTA I SOLDI PER I PADRONI, E SI CONTINUA A FINANZIARE LA GUERRA IMPERIALISTA!

La scuola pubblica in questo paese sta peggiorando progressivamente, non solo per la grave situazione in cui versano migliaia di precari licenziati in massa, ma anche per tutto il personale di ruolo che con il resto dei provvedimenti che il governo, al servizio dei padroni, sta mettendo in campo (tra cui l’abolizione di fatto dell’art.18 sul licenziamento, ma anche lo smantellamento del contratto collettivo nazionale,l’attacco a diritti come lo sciopero o la copertura in caso di assenza per malattia ) starà peggio e sarà più ricattato!

Vogliono creare definitivamente una scuola, un'istruzione di classe, quella della borghesia! che sarà frequentata sempre meno dai figli dei proletari e delle masse popolari.
Una scuola punitiva che impone che il voto in condotta fa media per la promozione! Una scuola della paura e della segregazione razziale! Che alimenta l’humus fascista che corre a sostenere il governo, per avanzare verso uno stato moderno fascista, perché tutti siano INQUADRATI: studiare quanto basta per servire, nella maniera più flessibile, alla produzione dei padroni, per essere ancora di più di uomini macchine da sfruttare per fare profitti!

Strappiamo la scuola e le università dalle mani del governo e dei padroni!

Sosteniamo la lotta dei precari della scuola in manifestazione nazionale oggi a Napoli

proletari comunisti-------------------------------------------------------------------------------

pc quotidiano 29 ottobre - Fiat sata aumento dei ritmi imposto con le contestazioni dell'azienda .. una denuncia

nonostante i ricorsi alla cassa integrazione ordinaria giustificata con il calo di
domanda della Grande Punto sul mercato - i ritmi di lavoro individuali
sono stati aumentati...in diverse occasioni i lavoratori lo hanno denunciato
L'operaio Vito D’Andrea, di alternativa sindacale ha denunciato di essere
stato «ingiustamente» raggiunto da una contestazione dell’azienda, proprio per questo.. La direzione Sata lo accusa di «aver svolto negligentemente» l’attività a lui assegnata.L’operaio che si trovava alla postazione “connessione centralina
Abs”non avrebbe effettuato l’operazione su tre vetture.
L’operaio spiega: «Su quel turno ho montato più di 250 centraline oltre a una un considerevole numero di non previsti Opt (depressori),
svolgendo diligentemente (come sempre) il mio lavoro.
Il non previsto montaggio aggiuntivo di molti depressori ha comportato una significativa riduzione del tempo materiale a disposizione nelle operazioni consequenzialidi lavoro»... «L’involontaria mancata connessione di tre centraline
Abs su 250 montate è stata causata dalla mancanza di tempo a disposizione». «L’aumento del carico lavorativo è stato affrontato senza che fossero aggiunte unità lavorative necessarie nella postazione di lavoro in cui è inserito».... «l’insignificante accaduto è di carattere “fisiologico” è sempre
capitato a quasi tutti glia addetti linea e sinora non era stato mai contestato».
...«Il numero di addetti complessivo attuale è inferiore a quando “l’impostato effettico” era di 220 auto a turno, contro le 250 attuali e con più Opt da montare». L’operaio,quindi, «rigetta» la motivazione e il giudizio «anche offensivo» della
nota di contestazione e chiede che la contestazione venga annullata,
chiedendo che nella postazione in questione vanga aggiunta almeno una unità

pc quotidiano 29 ottobre - la precarietà che uccide

Lovere - Il dramma di Alessandra Baiguini, che si è tolta la vita all'alba nel condominio dove viveva con i genitori. Parla la cugina: una ragazza capace, laureata, sensibile, impaurita da un episodio di mobbing, pensava di non farcela più.
"Precaria e impaurita a 33 anni
per questo Ale si è uccisa"
Laureata in lingue, con una gran voglia di lavorare nel settore del turismo, dell'organizzazione dei viaggi. Pronta a fare da semplice impiegata e pronta a stare anche alla reception di un hotel, pur sognando un altro lavoro, in giro per ilmondo. Ma nell'ultimo anno Alessandra, 33 anni e mezzo, aveva iniziato a preoccuparsi seriamente per il suo futuro, "rimbalzata in modo assurdo da un lavoro all'altro" racconta la cugina che è in casa con gli zii, i genitori di "Ale". Lei si è tolta la vita all'alba di oggi, 28 ottobre, gettandosi dal quarto piano del condominio di via Ottoboni 21, a Lovere.
La cugina parla per conto dei genitori, con una voce che si sente appena dall'altro capo del telefono: "Era laureata in lingue, le conosceva bene, sia parlate che scritte. Ma a 33 anni si ritrovava con una situazione lavorativa disastrosa. C'è chi reagisce con forza e chi non ce la fa, come è successo ad Ale, che era una ragazza molto sensibile".
I familiari non scendono nel merito dei posti di lavoro nei quali Alessandra Baiguini ha tentato la sua strada. "Aveva anche provato a lavorare in una struttura, di Lovere, qui vicino - prosegue la cugina -. Ma ha subìto un episodio di mobbing e si è dimessa. Quando l'hanno richiamata non se l'è più sentita di ricominciare. Ma è stato solo uno dei problemi. Non riusciva più a sopportare il fatto di non avere un posto che le desse un minimo di soddisfazione, con continuità, non dico un posto fisso, ma qualche certezza. E invece era stata rimbalzata da un albergo all'altro".

pc quotidiano 29 ottobre - dalla sicilia - marchionne nella crisi profitti e opportunità

Marchionne ha il dente avvelenato con gli operai, che non smette mai di
offendere, e con i politici, a cominciare da quelli siciliani per la questione
Termini Imerese, che considera naturalmente gente scappata dallo zoo… è anche
questo che entra in gioco nelle sue prese di posizione e nel suo insistente
tentativo di riscrivere le regole tra padroni e operai, mettendo in mezzo il
governo.

Tutto questo cerca di condirlo con atteggiamento da antico cavaliere del
lavoro, da manager che sa quello che dice e fa e snocciolando numeri.

Ma il suo giochino con i numeri e le percentuali che ripete come una campana
stonata viene facilmente smentito non soltanto dai dati ufficiali che dicono
che da sempre la Fiat prende soldi da tutti i governi, dal fatto che le sue
previsioni sul futuro dell’economia mondiale servivano essenzialmente ad avere
più soldi pubblici, dalla nuova cassa integrazione a Mirafiori che esplicita
come la crisi sia ancora in corso e che lui cerca di nascondere con il
“luccichio” dei risultati della Chrysler tutti da verificare, ma, dulcis in
fundo, dallo stesso giornale della Confindustria…

Il sole 24 ore di mercoledì scorso, infatti, riporta in un piccolo riquadro un’
analisi che parte dalla domanda: “Quanto vale davvero Fiat Auto? Quanto
guadagnano le sue attività in Europa?” mettendo in luce che “i report
pubblicati in questi giorni su Fiat – oltre ad alzare i target di prezzo in
seguito ai conti trimestrali positivi – prendono di petto la questione.
Barclays [come si sa le grandi banche fanno continui studi che servono ad
indirizzare gli investimenti]stima per il 2010 un rosso di 650 milioni delle
attività europee, che verrà più che compensato da Brasile e veicoli commerciali
per un risultato operativo positivo per Fga di 611 milioni.”

Tutti sanno, tranne Marchionne!, che un’azienda qualsiasi viene valutata per
il complesso delle sue attività e per il suo risultato finale! E il giornale
continua con questo interessante “esercizio”:

“Soprattutto, gli analisti della banca inglese si lanciano in un esercizio che
pochi finora hanno fatto: calcolare quanto guadagnerebbe Fiat Auto se anche l’
Europa tornasse a fare utili nel 2011: in caso di Europa al pareggio, l’
operativo potrebbe più che raddoppiare a 1,313 miliardi contro i 478 (in calo
quindi sul 2010) nel caso in cui non cambi nulla; in caso di margine del 3% in
Europa, la redditività di Fiat Auto arriverebbe a 1,7 miliardi.”

Quindi si raddoppierebbero i profitti finita la crisi! E tutto questo senza
bisogno di stravolgere gli attuali assetti contrattuali! La Fiat in Europa, al
contrario di ciò che dice il mentitore ufficiale Marchionne, e chi gli tiene
bordone come la Marcegaglia e Bonanni, è in grado di fare profitti esattamente
come avveniva prima della crisi mondiale dell’Auto.

Certo, adesso la crisi del settore si sente, e infatti nell’articolo alla fine
ci si chiede quanto questo scenario sia fattibile, visto che attualmente anche
la Ford in Europa annuncerà perdite.

Bisogna fare della crisi un’opportunità, come ripetono i padroni, e
Marchionne, anche mentendo spudoratamente, questa opportunità la vuole
sfruttare fino in fondo.

giovedì 28 ottobre 2010

pc quotidiano 29 ottobre - Immigrazione e morti sul lavoro




La Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro sostiene lo sciopero dei lavoratori immigrati del 29 ottobre.
Portiamo nelle mobilitazioni la proposta di una campagna nazionale per la difesa della vita dei lavoratori immigrati che prepari una manifestazione nazionale sul tema immigrati/sicurezza sul lavoro.

La questione del rapporto immigrati/morti sul lavoro deve tradursi in una campagna che ancora stenta ad affermarsi nelle mobilitazioni delle associazioni e comitati degli immigrati.
Dall'ultima statistica INAIL è risultato che nel 2008 sono stati circa 143 mila gli incidenti sul lavoro che hanno coinvolto manodopera straniera, dei quali 189 mortali, con un’incidenza pari al + 2% del totale rispetto all’anno precedente (il 15,1% in più rispetto al 2005). Le comunità più colpite sono quella marocchina, albanese, rumena, che in totale raggiungono il 41% degli infortuni e il 46% dei decessi.
E si parla solo dei lavoratori con il permesso e assunti in regola. Ma la realtà per i lavoratori immigrati è fatta in gran parte di lavoro nero, di supersfruttamento sommerso, di precarietà, da Rosarno ai cantieri e alle cooperative del nord.
Facciamo circolare una mozione nei luoghi di lavoro e a livello di massa:

Il supersfruttamento, lo schiavismo, il ricatto del lavoro in ogni condizione provoca sempre più morti di operai immigrati, nei cantieri, nelle fabbriche, nelle campagne.
Quando muoiono nessuno se ne occupa, spesso non hanno familiari vicino, sono alla mercé della legge del padrone.
È ORA DI MOBILITARSI
Costruiamo una campagna nazionale autorganizzata con l’ adesione e la partecipazione di tutte le realtà impegnate nella lotta contro le morti sul lavoro, la precarietà, lo sfruttamento, per i diritti dei proletari contro il razzismo, le leggi anti-immigrati e i lager CIE.




pc quotidiano 29 ottobre - Con gli operai della Ducati Energia di Bologna contro il fascismo padronale



Padron Guidi della Ducati Energia, Guidi, segue le orme di Marchionne e licenzia 4 lavoratori del sito di Bologna (230 dipendenti, 90 sono operai).
Sono stati licenziati perchè non avevano vigilato sulla qualità dei pezzi indiani diretti in Austria.
Ma gli operai hanno risposto con uno sciopero fino a martedì e oggi hanno fatto un blocco del traffico per colpire i profitti del padrone, così non arriva il lavoro per i siti in Romania, Croazia e India.
Gli operai denunciano che il padrone aveva iniziato ad imporgli l'intensificazione dei ritmi togliendogli la pausa caffè.

prolcomra

pc quotidiano 29 ottobre - Lo sciopero degli immigrati del 29 ottobre



Il rapporto Caritas/Migrantes 2010 uscito alla viglia dello sciopero degli immigrati ci dice quanti e dove vivono gli immigrati, che il loro apporto al PIL nel 2008 è stato dell'11% e "rendono al sistema pubblico più di quanto assorbono in servizi ed assistenza" (hanno versato 7.5 miliardi di contributi previdenziali e 3.5 miliardi di tasse, mentre per i permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza sono stati costretti a pagare 100 milioni di euro).
Ma è la realtà del "come" vivono che richiede ancora di più ribellione, autorganizzazione, unità di classe con i lavoratori italiani per spezzare le catene della loro condizione di moderno schiavismo, dello sfruttamento, delle morti sul lavoro, dei diritti negati, del razzismo (istituzionale, che ha fatto breccia tra alcuni settori delle masse), della persecuzione poliziesca.
Contro tutto questo si sono battuti l'8 e 9 ottobre gli immigrati di Napoli e Caserta con i blocchi alle rotonde del caporalato e con un corteo a Castel Volturno, come a Brescia contro la sanatoria-truffa, dove hanno risposto alla violenza poliziesca resistendo con un presidio permanente e con un corteo, con la rivolta degli al CIE Elmas di Cagliari.
Lo Stato, il governo Berlusconi-Maroni e i mass media intanto perseguono la loro politica razzista del pacchetto-sicurezza, con i respingimenti di massa, con l'apertura di nuovi lager-CIE, con gli sgomberi dei campi rom, con la sentenza razzista di un giudice di Torino sui risarcimenti ridotti alla famiglia di un lavoratore perchè immigrato albanese, con alcune sentenze di Cassazione come quella che legittima la cacciata di una donna immigrata a Mestre "in avanzato stato di gravidanza" col permesso di soggiorno scaduto, con la copertura dell'assassino di Maricica Hahaianu, la signora rumena di 32 anni uccisa con un pugno nella metropolitana di Roma.
Anche l'"opposizione" del Pd cavalca la canea reazionaria. Non è che "veste i panni della destra" ma la sua politica è di autentica destra. Ha aperto la strata al razzismo di Stato con la legge Turco-Napolitano e lo dimostra ancora oggi, oltre alle politiche dei sindaci sceriffi, con il documento finale della corrente di Veltroni l'"africano" sull'immigrazione, approvato all'assemblea nazionale del Pd che prevede l'immigrazione a punteggio, cioè una selezione degli aspiranti-immigrati in base a punti corrispondenti a variabili quali età, sesso, stato civile, istruzione, specializzazione, conoscenza della lingua, della cultura e dell'ordinamento del Paese.
Oggi la crisi economica peggiora di molto questa condizione che è già di moderno schiavismo ed espone i lavoratori immigrati al rischio deportazione per il legame, che deve essere spezzato, tra contratto/permesso di soggiono.
L'unità di classe passa dall'autorganizzazione di base e di classe, proletari immigrati uniti ai proletari italiani.
Organizzarsi nello slai cobas per il sindacato di classe
Sosteniamo la campagna promossa dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro per una manifestazione nazionale contro le morti sul lavoro dei lavoratori immigrati
Rovesciamo il governo Berlusconi del razzismo di stato, del moderno fascismo, comitato d'affari dei padroni che attaccano le condizioni di vita e di lavoro dei proletari e delle masse popolari!

prolcomra

pc quotidiano 28 ottobre - il FPLP sospende la sua partecipazione al Com. Esec. OLP per protesta

testo in spagnolo in via di traduzione

El FPLP suspende su participación en le Comité Ejecutivo de la OLP para protestar contra el retorno a las negociaciones

El Frente Popular para la Liberación de Palestina ha declarado, en una rueda de prensa, el 25 de Septiembre de 2010, que suspenderá su participación en el Comité Ejecutivo de la OLP como respuesta al retorno de Abu Mazen a las negociaciones directas y contra la “aprobación” ilegitima del Comité Ejecutivo para su peligrosa decisión.

En la rueda de prensa - que tuvo lugar en Ramallah, organizada por el Diputado y Secretario General, el compañero Abdel-Rahim Mallouh, y el miembro del Bureau Político, la compañera Khalida Jarrar y Omar Shehadeh - el Frente ha subrayado las peligrosas consecuencias y repercusiones de la política de concesión y de aplacamiento de los EEUU e Israel.

En la rueda de prensa se ha emitido la declaración que sigue:

Una declaración política emitida por el Comité Central del Frente Popular para la Liberación de Palestina

A la masas del pueblo palestino que lucha en Palestina y en la Diáspora...

A la masas de nuestra gloriosa Nación Árabe...

Hoy, emitimos esta declaración a la luz de nuestra llena responsabilidad nacional e histórica y con un gran nivel de conciencia frente al grande riesgo que representa, para nuestro pueblo, el actual desarrollo político a nivel palestino y árabe. Frente a la decisión, por parte de la leadership de la Organización para la Liberación de la Palestina, de retornar a las negociaciones directas con el gobierno de la entidad sionista, bajo los auspicios del imperialismo de los EEUU, el Comité Central del Frente Popular para la Liberación de la Palestina ha organizado un encuentro extraordinario para debatir sobre de estos desarrollo, en que ha tomado estas decisiones:

Primero: El Frente Popular para la Liberación de la Palestina ha siempre rechazado, de forma contundente, los Acuerdos de Oslo de 1993 y ha siempre subrayado su peligroso aproche y sus desastrosas consecuencias para la causa palestina, para el programa y el estatuto de la OLP, para la lucha nacional palestina. La decisión de retornar a las negociaciones directas es una decisión que falla desde dos décadas. Es una afrenta para la sangre de nuestro pueblo vertido en la Intifada de Al-Aqsa de 2000 y representa la voluntad de la leadership de la OLP de seguir en la aceptación de los devastadores Acuerdos de Oslo, a pesar de los desoladores efectos sobre nuestro pueblo. Esto desarrollo pone en las manos del imperialismo de los EEUU y del sionismo la causa palestina, dejándola dependiente de sus decisiones que tienen el objetivo de liquidar los derechos históricos y inalienables de nuestro pueblo, en particular el derecho al retorno de los refugiados, el derecho a la autodeterminación, el derecho de ciudadanía y de vivir en los territorios de Palestina ocupados en 1948. Además, las negociaciones directas facilitan la salida desde la situación de aislamiento internacional que vive la entidad sionista, la protección de sus líderes por las responsabilidades y las consecuencias de sus crimines y sus matanzas, rodear la creciente solidariedad internacional con nuestro pueblo y sus derechos. Procuran una cobertura para las prácticas de la ocupación y las políticas de construcción de nuevas colonias, confiscas de tierras, deportaciones, asedio, detenciones, encarcelaciones y homicidios; además corroe nuestras constantes nacionales y posición nacional; en fin, contribuye al aumento de las desastrosas divisiones internas palestinas.

De forma coherente, el Frente Popular para la Liberación de Palestina - que ha siempre respaldado y adherido a la OLP, que ha sido siempre parte de cada momento de cambio en la organización, que cuida su historia y su potencial como un gran movimiento nacional bautizado por la sangre de los mártires - rechaza la idea de aceptar que la OLP pueda ser un instrumento de cobertura para las políticas que quieren destrozar y dañar nuestra causa nacional. Además, rechazamos de aceptar que las instituciones de la OLP se trasformen en instituciones sin independencia, militancia, democracia, transparencia o legalidad. Por todo esto:

El Frente Popular para la Liberación de Palestina suspende su participación a los encuentros del Comité Ejecutivo de la Organización para la Liberación de Palestina. Para esto hacemos un llamamiento a las masas de nuestro pueblo y nuestra nación, advirtiendo de las peligrosas consecuencias y repercusiones de la política de concesiones y de retorno a las negociaciones directas bajo las condiciones de los EEUU y de Israel, incluyendo la ausencia de las Naciones Unidas y sus referencias. Rechazamos la imposición de la negociación respaldada por los EEUU como una posible alternativa. Con el respaldo de los EEUU, el Estado sionista intenta imponer elementos en la agenda para que se reconozca “Israel” como el “Estado del pueblo judío”, y que este hecho forme parte de las negociaciones. Tomamos esta decisión a la luz de la continua construcción de colonias, bloqueos e asedio; y también a la luz de las persistentes políticas y practicas de exclusión que descuidan de las acciones colectivas palestina y de sus procesos de decisiones (decision-making, NdT), a la luz de la voluntad de esconder el rechazo popular contra la ilegitima decisión del retorno a las negociaciones directas, tomada con la aprobación de solo una tercera parte de los miembros del Comité Ejecutivo.

Segundo: La decisión de retornar a las negociaciones directas perjudica seriamente las decisiones del Consejo Central. Esto es un abuso contra la OLP y contra su representación de una identidad nacional y militante palestina y de un lugar donde juntar el trabajo palestino.

Al revés de esperar una resolución nacional dirigida al mundo, en particular para fortalecer la posición árabe con el objetivo de servir la lucha nacional y sus objetivos, el Comité Ejecutivo ha tomado una decisión ante que esta fuese puesta en discusión. La decisión ha tenido lugar en un encuentro del Comité Ejecutivo – el organismo principal de la OLP – con ni siquiera el quórum formal y con el rechazo de las fuerzas principales.

Tercero: La decisión por parte del Frente Popular de suspender su participación a las reuniones del Comité Ejecutivo no tiene el sentido que estamos comprometidos en alguna otra estructura paralela o alternativa a la OLP como estructura nacional que pueda abarcar todo el pueblo palestino en patria y en la diáspora. El Frente está contra, no solo, del uso de la OLP y de sus instituciones como estructuras vacía útil para justificar concesiones; rechazamos además cualquiera negación sobre el hecho que la OLP sea una gran conquista nacional de nuestro pueblo y de las distintas facciones de la Revolución palestina contemporánea, y el producto de muchos dolorosos sacrificios. Aunque esto es algo del pasado, el Frente Popular nunca dejará, en el presente como en el futuro, de luchar para reformar y reconstruir la OLP sobre bases nacionales y democráticas, incluyendo el asunto de las elecciones sobre las bases de la representación proporcional en Palestina y en cualquier lugar posible en la diáspora. Reiteramos el compromiso de la Declaración del Cairo del Marzo de 2005 y lo del Documento de Acuerdo Nacional del Junio de 2006 (Documento de los Prisioneros) para acabar con la desastrosa situación de división, para restaurar la unidad nacional, para fortalecer la firmeza de nuestro pueblo frente la ocupación y sus practicas en los territorios. Estas son las tareas centrales de todos los palestinos en la actual fase nacional.

Cuarto: El Frente Popular, mientras afirmamos que la OLP es la única legitima representación de nuestro pueblo en cualquier lugar está presente, hacemos un llamamiento a nuestro pueblo, a las facciones, a las fuerzas políticas, a los líderes de las comunidades y a las personalidades independientes a fortalecer el más amplio movimiento para parar las negociaciones directas y para acabar con el desastroso pacto de los Acuerdos de Oslo. Pedimos la convocación de una conferencia internacional con plenos poderes bajo los auspicios de las Naciones Unidas, con resoluciones internacionales y legitimidad como referencia para poner en práctica los derechos palestinos y para obligar la entidad sionista en aplicar las resoluciones de las Naciones Unidas, como la remoción de las colonias y la remoción de los colonos. Llamamos a un duro trabajo para reconstruir la unidad nacional y el desarrollo de una estrategia para una acción política útil a respaldar nuestros principios nacionales y poner fin a la confianza hacia las negociaciones que han demostrado ya, a través de dolorosas experiencias, su futilidad a la mejor y su desoladora peligrosidad, a la peor.

¡Unidad, firmeza y resistencia hasta la victoria!

¡Gloria para los mártires, salud para los heridos, libertad para los presos y victoria para nuestro pueblo!

El Comité Central General

Frente Popular para la Liberación de Palestina

Septiembre de 2010

pc quotidiano 28 ottobre - oggi a milano piazzale loreto ore 19 .. nessun spazio ai fascisti !

Il 28 ottobre (giorno dell'anniversario della marcia su Roma)
un'associazione neonazista di nome Lealtà ed Azione vuole organizzare una commemorazione del generale delle SS naziste Leon Degrelle.

Lo spazio in cui questa associazione dovrebbe dar luogo a
simili iniziative gli viene concesso dall'ALER, la società che a
Milano gestisce gli alloggi popolari.

Per noi è inaccettabile che venga negato quotidianamente il diritto
alla casa a chi ne ha realmente bisogno, e che vengano invece concessi
spazi ed agibilità a simili individui.

Per questo il 28 ottobre la Milano che ama la libertà e rifiuta il
fascismo e il razzismo sarà in piazzale Loreto, dalle ore 19:00, per
un presidio in cui far rivivere concretamente l'antifascismo dentro
le strade e le piazze della nostra città .

NESSUNO SPAZIO AI NAZI-FASCISTI NE' IL 28 OTTOBRE NE' MAI!

GIOVEDI 28/10 DALLE h 19.00 IN PIAZZALE LORETO (alla stele in memoria
dei 15 partigiani caduti a Milano durante la resistenza)

PRESIDIO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA!

Le compagne e i compagni di via dei Transiti 28
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pc quotidiano 28 ottobre - da arundhaty roy .. mi vogliono arrestare


DICHIARAZIONE DI ARUNDHATI ROY

Scrivo questo da Srinagar, Kashmir. I giornali di questa mattina dicono che io
potrei essere arrestata con l'accusa di sedizione per quello che ho detto al
pubblico nei recenti incontri sul Kashmir. Ho detto ciò che milioni di persone
qui dicono ogni giorno. Io ho detto ciò che altri commentatori hanno detto e
scritto per anni.
Chiunque si prenda cura di leggere le trascrizioni dei miei discorsi vedrà che
essi sono fondamentalmente una richiesta di giustizia. Ho parlato di giustizia
per il popolo del Kashmir che vive sotto una delle più brutali occupazioni
militari del mondo; per i pandit del Kashmir che vivono la tragedia di essere
stati buttati fuori dalla loro terra; per i soldati Dalit morti in Kashmir le
cui tombe ho visitato sotto mucchi di rifiuti nei loro villaggi a Cuddalore;
per gli indiani poveri che pagano il prezzo di questa occupazione in maniera
sostanziale e che ora devono imparare a vivere nel terrore di quello che sta
diventando uno stato di polizia.

Ieri mi sono recata a Shopian, la città/mela nel Sud del Kashmir che è rimasta
chiusa per 47 giorni l'anno scorso per protestare contro il brutale stupro e l’
assassinio di Asiya e Nilofer, le giovani donne i cui corpi sono stati trovati
in un ruscello poco profondo vicino alle loro case e i cui assassini non sono
ancora stati assicurati alla giustizia. Ho incontrato Shakeel, che è il marito
di Nilofer e il fratello di Asiya. Ci siamo seduti in un cerchio di gente
impazzita per il dolore e la rabbia che aveva perso la speranza di poter mai
ottenere 'insaf' -giustizia- dall’India, e ora crede che Azadi -libertà- sia la
loro unica speranza. Ho incontrato giovani “tiratori di pietre” che erano stati
colpiti da spari attraverso i loro occhi. Ho viaggiato con un giovane che ha mi
detto come tre dei suoi amici, adolescenti del distretto di Anantnag, erano
stati arrestati e cui avevano strappato le loro unghie come punizione per aver
lanciato pietre.

Nei giornali qualcuno mi ha accusato di fare “discorsi pieni d’odio”, per
spezzare l’India. Al contrario, ciò che dico viene da amore e orgoglio. Viene
dal fatto che non si vuole che le persone vengano uccise, violentate,
imprigionate o cui si strappino le unghie per costringerli a dire che sono
indiani. Viene dal desiderio di vivere in una società che si sforza di essere
giusta.
Pietà per quella nazione che deve ridurre al silenzio i suoi scrittori che
esprimono i propri sentimenti.
Pietà per la nazione che ha bisogno di incarcerare chi chiede giustizia,
mentre gli assassini comunitaristi, gli assassini di massa, i manager delle
aziende veri truffatori, i saccheggiatori, gli stupratori, e quelli che
riducono in schiavitù i più poveri dei poveri, vivono in libertà.

Arundhati Roy

26 Ottobre 2010

traduzione e diffusione a cura
comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in India
sede italiana - csgpIndia@gmail.com

mercoledì 27 ottobre 2010

pc quotidiano 26-27 ottobre - continua la persecuzione di Walter a torino

la solidarietà di proletari comunisti

nuova perquisizione...
dal comunicato stampa emesso a torino
.
Alle 7,30 di martedì 26 ottobre 8 poliziotti ( 2 della polizia postale, 4 Digos e altri 2 sbirri in divisa) si presentano presso la casa del compagno Valter XXXX per effettuare una perquisizione sulla base di un mandato firmato dal sostituto procuratore Sandro Ausiello che rendeva nota l’accusa di minacce e istigazione a delinquere e l’indagine aperta nei confronti del compagno Valter. Il decreto di perquisizione citava testualmente: “ Rilevato che alla luce dell’annotazione in atti, vi sono fondati motivi per ritenere che il XXXX sia l’autore dell’inserimento in rete di una fotografia di un soggetto definito come “Questo è un merdoso fascista de La Destra di Torino. Se lo vedete per strada potete picchiarlo a sangue” Nel che si ravvisano ragionevolmente i reati di cui in epigrafe”.

La perquisizione è durata un paio d’ore e dopo avere ribaltato completamente l’appartamento, visionato sul posto due hard Disk, gli sbirri se ne sono andati sequestrando il PC del compagno, una serie di penne USB e alcuni Cd Rom. Inoltre gli sbirri, al di la del materiale che secondo loro poteva essere inerente all’accusa rivolta al compagno, hanno sequestrato articoli di giornale e altro materiale che riguardavano le scritte contro i militari italiani in Afghanistan e a favore della resistenza effettuate tempo fa da ignoti sui muri della sede del “giornale” Torino Cronaca.

Crediamo che la questione della pubblicazione della fotografia di un fascista di merda sia stato soltanto un pretesto per poter effettuare controlli specifici su computer del nostro compagno e per sabotare, in una certa misura, il lavoro che il CCP svolge sul territorio torinese, la propaganda e l’agitazione contro i responsabili della crisi e il loro sporco sistema, il sostegno attivo alle lotte operaie e la lotta diretta al fascismo e al razzismo. Un interesse specifico e diretto che i cani da guardia del padronato rivolgono contro tutti i singoli compagni, le associazioni e gli organismi che ogni giorno combattono e lottano contro il sistema, il fascismo e la repressione.

Siamo dunque solidali con il compagno Valter ma anche con chi avesse pubblicato in rete la fotografia di un fascista perché crediamo che la pubblica denuncia delle generalità e dei volti dei fascisti rappresenti comunque uno strumento dell’antifascismo militante.



SOLIDARIETA’ AL COMPAGNO VALTER E A TUTTI I COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!

GUERRA AI PADRONI E AI LORO SERVI IN DIVISA O IN DOPPIO PETTO. W L’ANTIFASCISMO MILITANTE!



Collettivo Comunista Piemontese

pc quotidiano 26-27 ottobre - petrolchimico di brindisi un attacco criminale alla salute dei lavoratori e dei cittadini

Ecco il decreto di sequestro per il petrolchimico



Ecco il testo originale del provvedimento:

INNUMEREVOLI LE CIRCOSTANZE REGISTRATE DAI SISTEMI VIDEO INSTALLATI ALL’ESTERNO DELLA CINTURA DEL PETROLCHIMICO CHE PERMETTEVANO DI RICOSTRUIRE, CON APPROSSIMAZIONE PER DIFETTO, LA FREQUENZA DI ACCENSIONE DELLE TORCE, RILEVATA CON UNA PERIODICITÀ “ QUASI PROGRAMMATA “ .

Pertanto, parte del processo produttivo risultava strutturato nella soluzione finale assicurata dalle torce, consistente appunto nel sistematico incendio in atmosfera dei fluidi residui e non già limitato alle estreme ragioni di sicurezza industriale dichiarate nelle ipotesi progettuali.

E’ stata così ritenuta fondata, dall’esito delle indagini complessivamente svolte, la violazione dei principi stabiliti dal D. lgs 152/2006 per aver gestito senza alcuna autorizzazione gli impianti così detti di sicurezza per lo smaltimento mediante incenerimento dei reflui residui dei processi industriali ed in seguito nell’immissione in atmosfera dei gas prodotti dalla combustione.

Nel corso dell’indagine coordinata dal Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Brindisi Dott. Antonio Negro nell’ambito del procedimento penale nr. 2168/10 sono state individuate responsabilità a carico dei nominativi di seguito indicati e ritenuti responsabili dei seguenti reati:
1. Paolo Zuccarini, Direttore dello stabilimento Polimeri Europa di Brindisi;
2. Paolo Salvatore Brigante, Responsabile salute e sicurezza e ambiente dello stabilimento della Polimeri Europa di Brindisi;
3. Giancarlo De Natale, Direttore dello stabilimento della Basell di Brindisi;
4. Franco Casadio, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stabilimento di Brindisi della Basell S.p.A.
Zuccarini e Brigante dovranno rispondere dei reati di cui agli artt. 256, 1° comma del D. L.vo n. 152 / 2006, art. 279 del D.L.vo n. 152/2006, art. 113 e 674 c.p. in quanto, nelle loro qualità:
- effettuavano un'attività di smaltimento di rifiuti (di cui ai punti D/9 eD/IO dell'allegato B alla parte IV del D. L.vo n. 152/2006) in mancanza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 208 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite cinque sistemi di torce (identificate come torce RV 10l/AIB/C/D e RV 401), incenerivano (mediante combustione) rifiuti gassosi (codice europeo n. 070299 ovvero n. 070199), indesiderati e/o in eccesso ovvero generati durante situazioni di emergenza, di fermata e/o di avviamento, provenienti dal circuito criogenico propilene, dal circuito criogenico etilene, dall'impianto di produzione polietilene, dall'impianto di cracking [PICR), dai serbatoi parco stoccaggio GPL, dal molo, dall'impianto produzione butadiene [P30/B), dalla centralina Fuel gas dello stabilimento di Brindisi della Polimeri Europa S.p.A. nonché dagli impianti della EniPower s.p.a. (Turbogas, centrali termoelettriche Nord e Sud).
- Esercitavano l'impianto di cui sopra, che comportava emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 269 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite i cinque sistemi di torce sopra indicati, e dopo l'incenerimento (mediante combustione) suddetto, immettevano in atmosfera effluenti gassosi di cui all'art. 268-lett. g) del D. L.vo n. 152/2006.

- Causavano nel comune di Brindisi e nei comuni viciniori, luoghi di uso comune, emissioni atte a molestare persone; in particolare, le emissioni si cui sopra determinavano difficoltà nelle comunicazione verbali e radio, iperemia congiuntivale, sintomi di fotofobia, emicrania, tlogosi delle prime vie aeree, difficoltà respiratorie, nausea, fastidio, disagio, disturbo e comunque turbamento della tranquillità e della quiete delle persone, producendo altresì un impatto negativo, anche psichico, sull'esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione, nonché preoccupazione ed allarme circa eventuali danni alla salute da esposizione a emissioni atmosferiche inquinanti.

De Natale e Casadio dovranno rispondere dei reati di cui agli artt. 256, 1° comma del D. L.vo n. 152 / 2006, art. 279 del D.L.vo n. 152 / 2006, art. 113 e 674 c.p. in quanto, nelle loro qualità:
- effettuavano un'attività di smaltimento di rifiuti (di cui ai punti D/9 e D/I0 dell'allegato B alla parte IV del D. L.vo n. 152/2006) in mancanza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 208 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite due sistemi di torce (identificate come torce BT601 e PK600), incenerivano (mediante combustione) rifiuti gassosi (codice europeo n. 070299 ovvero n. 070199), indesiderati e/o in eccesso ovvero generati durante situazioni di emergenza, di fermata e/o di avviamento, provenienti dagli sfiati e dal blow-down di bassa pressione nonché dalle rete dello stabilimento di Brindisi della Basell Brindisi S.r.l.

- Esercitavano l'impianto di cui sopra, che comportava emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione di cui all'art. 269 del D. L.vo n. 152/2006; in particolare, tramite i due sistemi di torce sopra indicati, e dopo l'incenerimento (mediante combustione) suddetto, immettevano in atmosfera effluenti gassosi di cui all'art. 268-lett. g) del D. L.vo n. 152/2006.

- Causavano nel comune di Brindisi e nei comuni viciniori, luoghi di uso comune, emissioni atte a molestare persone; in particolare, le emissioni si cui sopra determinavano difficoltà nelle comunicazione verbali e radio, iperemia congiuntivale, sintomi di fotofobia, emicrania, flogosi delle prime vie aeree, difficoltà respiratorie, nausea, fastidio, disagio, disturbo e comunque turbamento della tranquillità e della quiete delle persone, producendo altresì un impatto negativo, anche psichico, sull'esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione, nonché preoccupazione ed allarme circa eventuali danni alla salute da esposizione a emissioni atmosferiche inquinanti.

Sulla scorta delle considerazioni sintetizzate, il G.I.P. Dr.ssa Paola Liaci, condividendo le motivazioni avanzate dal P.M. Dr. Antonio Negro, in esito all’attività istruttoria condotta, disponeva il sequestro preventivo delle torce esistenti nel polo petrolchimico (nr. 5 Polimeri Europa e nr. 2 Basell di cui una di tipo ground flare), delegando l’esecuzione alla D.i.g.o.s. della Questura di Brindisi che in data odierna notificava i provvedimenti a carico degli indagati nonché dei rappresentati legali delle rispettive società.

In ragione della particolare natura dei processi industriali coinvolti e delle modalità di spegnimento degli impianti interessati dal sequestro, sono stati accordati termini per l’esecuzione, previsti entro 20 giorni dalla data di notifica, tenuto conto delle ragioni di sicurezza descritte.

Sono previsti inoltre eventuali provvedimenti ex art. 85 disp. att. c.p.p. qualora tecnicamente e scientificamente praticabili le soluzioni prospettate:

Restituzione con imposizione di prescrizioni.
1. Quando sono state sequestrate cose che possono essere restituite previa esecuzione di specifiche prescrizioni, l'autorità giudiziaria, se l'interessato consente ne ordina la restituzione impartendo le prescrizioni del caso e imponendo una idonea cauzione a garanzia della esecuzione delle prescrizioni nel termine stabilito.
2. Scaduto il termine, se le prescrizioni non sono adempiute, l'autorità giudiziaria provvede a norma dell'art. 260 comma 3 del Codice qualora ne ricorrano le condizioni.

Gli impianti sono stati affidati in giudiziale custodia ai singoli Amministratori Delegati Alberto Maria Alberti (per la società Polimeri Europa S.p.A) e Marcello Sciota (per la società Basell Brindisi srl)

Il Petrolchimico di Brindisi è situato nell’area industriale a ridosso del porto esterno ed include diverse aziende tra le quali la Polimeri Europa S.p.A , del gruppo Eni e la Basell S.p.A , nonché altre tra loro collegate dalle diverse utilities che l’insediamento industriale nel suo complesso garantisce (energia elettrica, condotte per il trasporto di fluidi, gas, impianti di sicurezza, telefonia, ecc) .
Entrambe le società rientrano nel campo di applicazione del d.lgs 334/99 (Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose).

Nel mese di agosto del 2008, a seguito dell’interruzione di energia elettrica erano attivati, in più occasioni i sistemi di sicurezza esistenti nel presidio petrolchimico il cui esclusivo scopo è concludere il processo produttivo convogliando tutti i fluidi coinvolti nei differenti processi di produzione verso le torce di sicurezza installate ( in tutto 7, di cui 5 per la Polimeri e 2 per la Basell ) per la successiva combustione “ controllata ” in atmosfera.
L’azione delle torce di sicurezza è descritta nei diversi progetti predisposti dalle aziende Polimeri e Basell, nonché richiamata nei rapporti di sicurezza obbligatori ed è disciplinata nel punto dal D.lgs nr. 152 dall.art. 269 c. 14 lettera i) che dispone l’effettivo impiego delle stesse nei casi di “..necessità di garantire la salute, l’ambiente..” e per motivi di emergenza non altrimenti prevedibili.
Diversamente, l’impiego delle torce si traduce in un mero sistema di combustione il cui funzionamento è peraltro subordinato a differente regime giuridico ed autorizzatorio.

L’indagine traeva spunto da molteplici richieste di intervento e di denuncia, talune di esse promosse:
- Dal Presidente della Provincia di Brindisi Dr. Michele Errico.
- Da una segnalazione della Guardia di Finanza di Brindisi che denunciava che circa 63 militari della G.d.F., nel corso di una esercitazione di tiro svolta in località Torre Cavallo (Brindisi) nei pressi del petrolchimico, venivano investiti da sostanze gassose nocive verosimilmente provenienti dall’insediamento industriale proprio nel momento in cui le torce erano in funzione.
- da mirati interventi autonomamente condotti da personale della Digos di Brindisi, allertati dalla inusuale frequenza delle accensioni delle torce, i cui preliminari esiti e ricostruzioni inducevano ad approfondimenti poi sollecitati dall’Autorità Giudiziaria.

Ed è proprio la ripetizione dei blocchi di energia e conseguente massiva attivazione dei sistemi di “ emergenza ” che suscitava nella popolazione il diffuso allarme sociale reso più acuto dalla importante presenza sul territorio di più insediamenti a rischio di incidente rilevante ai sensi della richiamata normativa “ Seveso ” (334/99), tanto da determinare l’intervento dell’Ufficio Territoriale del Governo di Brindisi che, nello stesso anno (2008), predisponeva opportuni protocolli per veicolare le informazioni tra gli enti deputati all’intervento ed al controllo onde così assicurare tempestivi interventi per individuare le ragioni sottostanti dette circostanze.

Le indagini avviate, confortate da perizie e consulenze dei CTU nominati, riscontravano innumerevoli occasioni di accensione delle torce, con particolare riguardo alla torcia avente sigla RV 101 C.
Eventi non segnalati dai gestori degli impianti come invece stabilito dal protocollo prefettizio, così persistenti da qualificare inevitabilmente gli impianti di sicurezza (torce) come sistemi di combustione con conseguente immissione costante di gas non controllati in atmosfera

pc quotidiano 26-27 ottobre - notizie dal fronte.. Vesuvio in lotta


Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.



Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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mercoledì 27 ottobre 2010

Giovedi alle 18.30 ci sarà un assemblea regionale in cui invitiamo a partecipare tutte le esperienze solidali con i motivi della resistenza dei paesi vesuviani. A presto per le notizie sulla sala dell'assemblea, ma intanto cominciamo a diffondere.

Movimento per la difesa del territorio area vesuviana


Non si ferma la mobilitazione dei cittadini dei paesi vesuviani e la protesta si allarga ancora, proprio mentre Maroni e Bertolaso utilizzano la tregua degli sversamenti per mettere in moto una massiccia campagna di intimidazione antidemocratica. Ma la gente non sembra farsi spaventare! Stamattina sciopero cittadino a San Giuseppe Vesuviano e questa sera un corteo di oltre mille persone è partito da Pompei e Scafati per raggiungere e solidarizzare con i manifestanti del presidio della rotonda di via panoramica a Boscoreale, dove altre 4-500 persone si sono unite alla manifestazione. L'assemblea sapontanea nata in piazza ha dato appuntamento ai prossimi giorni a partire da domani, giorno in cui dovrebbe terminare la pausa decisa da Bertolaso e il governo non recede dall'autoritarismo delle sue decisioni. Come dicono in Val di Susa: "Sarà dura

Le notizie raccolte dal presidio sono queste: non c'è ancora notizia certa di provvedimenti formali di fermo, ma di una serie crescente di pesanti atti intimidatori, con molta più polizia in borghese sguinzagliata nelle strade (quindici macchine ieri dietro ai bindati del cambio turno). Molte perquisizioni a casa, due persone di mezza età fermate e malmenate su via panoramica, altre tre fermate, minacciate e perquisite con esibizione della pistola sempre da agenti in borghese proprio stasera. Queste le situazioni di cui c'è testimonianza certa, ma probabilmente questi casi sono espressione di un incarognimento ulteriore della strategia repressiva con effetti più larghi dei quali non sempre magari arriva notizia. E su questo dobbiamo cercare il più possibile fare circolare e verificare le informazioni, per intervenire denunciando pubblicamente questi atti e per difenderci col supporto degli avvocati solidali.
Domattina a Torre Annunziata c'è la direttissima sugli arresti di ieri, rispetto ai quali la versione che emerge è molto differente da quella "ufficiale". Alcuni ragazzi sono stati "rastrellati" per strada in maniera del tutto gratuita, mentre prendevano la macchina in un contesto assolutamente tranquillo. Un gesto arbitrario che ha provocato la reazione di vari amici e di fronte alla quale i poliziotti hanno sparato, secondo i testimoni, almeno 16 colpi in aria! Un particolare tralasciato dalle agenzie della questura... Sono stati raccolti alcuni dei bossoli e verranno presentati in conferenza stampa.
Di certo a Terzigno c'è un'emergenza democratica ben espressa nelle dichiarazioni allucinanti di Maroni! Un'emergenza di cui Terzigno è un simbolo, ma che ci riguarda tutti.
Di certo quest'arroganza di un potere che ci tratta da sudditi non può fermarci!

pc quotidiano 26-27 ottobre - unità dei comunisti

gli sviluppi della lotta di classe del nostro paese e le migliori condizioni
per la costruzione del partito che essi pongono spingono a portare a
ulteriori passi in questa direzione

i dieci punti elaborati da noi con il sostegno di altri compagni, vanno ora
concretizzati in una serie di riunioni,incontri e confronti, assemblee,
raccolte di adesioni
che prenderanno l'attività dei prossimi 6 mesi e che certamente toccheranno
fabbriche, posti di lavoro, centri proletari di movimento

serve per condurla una sottoscrizione nazionale e una nuova rete di
indirizzario

non intendiamo usare internet per il dibattito, nè siamo interessati a
facebook o altro di questo tipo
il blog di proletari comunisti ospiterà solo interventi pubblici e darà
notizia di scadenze pubbliche - che naturalmente saranno pubblicate anche
nella rete

per altro è necessario scrivere all'attuale indirizzo nazionale
materiali cp 2290 74100 taranto


appello

10 punti per l'unità dei comunisti per il Partito

Il partito comunista che è necessario costruire deve essere

1.basato sul marxismo-leninismo-maoismo;

2.basato sulla strategia della guerra popolare sfociante nel l'insurrezione
adatta alle condizioni specifiche del nostro paese oggi;

3.fondato sulla centralità operaia e che sia reparto d'avanguardia
organizzato della classe operaia;

4.costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse;

5.un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo
dell'ideologia,
della teoria, della organizzazione, della pratica con il revisionismo
vecchio e nuovo;

6.saldamente interno al movimento comunista internazionale e in particolare
a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con un forte legame con
i partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;

7.che combatta attivamente l'economicismo e l'eclettismo teorico-politico
nel movimento comunista italiano;

8.alternativo alle due varianti, basate sull'elettoralismo e il militarismo,
presenti nel nostro campo;

9.che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta
tra le due linee e attuare il centralismo democratico, alla luce delle
esperienze negative che nel nostro campo ci sono state

10. consapevole che, nel grande lavoro per unire i comunisti nel nostro
paese, è'necessario sviluppare sulla base dei principi la lotta al
settarismo come una delle deviazioni ancora presenti nel movimento comunista


proletari comunisti
27 ottobre 2010

pc quotidiano 26-27 ottobre - IL COLLEGATO LAVORO PEGGIORA ANCORA LE NORME SULLA SICUREZZA

IL COLLEGATO LAVORO PEGGIORA ANCORA LE NORME SULLA SICUREZZA
STOP ALL' ATTIVITÀ IRREGOLARI SOLO NEI CASI "GRAVI"

L' arrivo del DDL "collegato lavoro" cambia il meccanismo della sospensione
dell' attività imprenditoriale che può essere disposta nei casi più gravi di
lavoro sommerso.

Con l' entrata in vigore del Decreto la nozione di lavoro sommerso si
sdoppierà.
Quella "formale", da cui discenderanno maxisanzioni di legge simili alle
attuali (fino a 12.000 euro).
E quella "sostanziale", prevista in materia di sicurezza del lavoro,
destinata alla tutela personale del lavoratore, per cui conterà soprattutto
la "riconoscibilità" di fatto dell' esistenza della relazione lavorativa.
Per la sospensione dell' attività imprenditoriale varrà solo quest' ultima.

Dal punto di vista operativo questa differenza di nozione si rifletterà
necessariamente sul modo di interpretare e applicare i requisiti necessari
alla sospensione dell' attività d' impresa: un maggiore sforzo probatorio
per gli ispettori e, d' altra parte, maggiori opportunità di argomentazioni
difensive che l' impresa interessata dal blocco potrà offrire.

Facciamo un esempio. Nel caso in cui un ispettore dovesse trovare in
cantiere un operaio impiegato in difetto di comunicazione di assunzione, ma
con la lettera di assunzione consegnata, potrà contestare il lavoro
sommerso. L' impresa potrà eccepire comunque la presenza di un documento
obbligatorio (la lettera, appunto) che impedirà, da definizione di legge, la
sospensione.

Quanto al lavoro "formalmente" irregolare, il collegato fa riferimento al
solo lavoro nero subordinato, mentre usciranno di scena le ipotesi di lavoro
nero autonomo e parasubordinato.
Se si impiegherà un collaboratore senza porre in essere le previste
comunicazioni di assunzione, non si sarà più assoggettabili alla sanzione
amministrativa prevista per il nero. Lo stesso vale per il lavoro domestico
che d' ora in avanti sarà escluso dalla maxisanzione.

La nuova nozione di lavoro nero, quale rapporto subordinato non oggetto di
comunicazione di assunzione, rende evidente come la definizione contenuta
nel Testo unico sicurezza vada intesa in senso più ampio, in coerenza con il
complessivo assetto della normativa sulla salute che detta regole di
prevenzione uniformi, prescindendo dalla tipologia dei lavoratori dell'
impresa. La nuova definizione appare destinata a ridefinire presupposti e
modi degli interventi ispettivi.

Oggi si considera "in nero" qualunque impiego di lavoratori non risultante
dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria. L' articolo 3 della
Legge 73/2002, sostanzialmente richiamata nella disposizione del Testo unico
sulla sicurezza (articolo 14 del D.Lgs.81/08) prevede che l' impiego di
lavoratori, in misura pari o superiore al 20%, non risultanti dalla
"documentazione obbligatoria", può determinare l' adozione di provvedimenti
di sospensione in relazione all' attività imprenditoriale interessata dalle
violazioni.

In difetto di una puntuale nozione di "documentazione obbligatoria" ci si è
attenuti finora a un' interpretazione piuttosto restrittiva della normativa
che ha aumentato il numero delle aziende che si sono vista sospesa l'
attività. Ciò in qualunque settore, ma con punte di "rischio" in edilizia e
nei pubblici esercizi.
L' orientamento con cui attualmente operano gli ispettori è quello per cui
occorre provvedere alla sospensione in tutti i casi in cui il lavoro "nero"
risulti da un difetto di preventiva comunicazione di instaurazione del
rapporto di lavoro al Centro per l' impiego ovvero previa comunicazione ad
altri enti, come accade per la comunicazione all' Inail nell' ipotesi di
lavoro accessorio.

La circolare n.33/2009 del Ministero del Lavoro parlando di sospensione
identifica la carenza di evidenza pubblica dell' impiego ("lavoratore
sconosciuto alla PA") con un difetto di comunicazioni di impiego alla PA che
non coincide, tuttavia, con tutta la possibile "documentazione
obbligatoria".

Con il chiarimento che apporterà il DDL "collegato lavoro" sull'
interpretazione da dare alla nozione di lavoro sommerso, per gli ispettori
rischia di diventare più complessa l' azione di verifica sul campo dei
requisiti per il "blocco" dell' azienda. E si spianerà la via a molte
eccezioni nelle difese

tratto daSICUREZZA - KNOW YOUR RIGHTS - NEWSLETTER N.61 DEL 26/10/10



rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
bastamortesullavoro@gmail.com

pc quotidiano 26-27 ottobre - a termini imerese la Fiom corre dietro a Lombardo

La manifestazione degli operai della Fiat davanti al palazzo della Regione,
ieri, è stata colta al volo dal presidente della Regione Lombardo che non si
lascia scappare l’occasione per ribadire la sua “sicilianità” e si impegna,
ancora una volta (abbiamo perso il conto di tutti questi impegni!) a
intervenire praticamente nei confronti del governo, cioè del suo stesso
governo, il governo Berlusconi al quale non ha fatto mancare il proprio
sostegno per tenerlo in piedi. Stiamo parlando di quello stesso governo che non
ha mosso un dito per evitare la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese
e continua a tagliare i fondi proprio alla regione Sicilia.

Ma il presidente Lombardo non è il solo a seguire questa pratica, in questi
tempi di magra i “disonorevoli” del parlamento siciliano fanno affari con il
“sicilianismo” e infatti, per occupare quella piccola parte di scena che gli
lascia libera il capo, anche quell’inutilissimo disonorevole del PD, Cracolici,
ingrassatosi, nel senso letterale del termine, assomigliando sempre più ad un
porcello che ad un essere umano, si getta a capofitto e dice che bisogna
“lavorare (!!!) affinché il futuro di Termini Imerese resti ancorato alla
produzione di automobili”. A parte il fatto che per trovarli, i politic, spesso
bisogna passare da “chi l’ha visto?”, l’unico lavoro faticoso che ha saputo
fare è quello di scalare tutti i gradini della carriera politica tradendo
costantemente le attese di coloro, anche molti proletari, che hanno continuato
a credere alle sue chiacchiere.

La Fiom si è comunque detta soddisfatta della presa di posizione del
Presidente, soddisfazione che ogni volta dopo qualche tempo si trasforma in
indignata protesta perché il presidente, e la regione tutta, non hanno fatto
niente! Tornano costantemente a lamentarsi, i dirigenti della Fiom
assomigliando sempre più a quei mendicanti cui viene negata l’elemosina.
Quindi secondo la Fiom, dopo queste promesse, gli operai adesso devono
aspettare… e dire che la manifestazione del 16 ha dimostrato che gli operai si
vogliono mobilitare e per voce del loro massimo dirigente chiedono lo sciopero
generale!

Agli operai serve, quindi, ben altro che le promesse del solito politico di
turno…

martedì 26 ottobre 2010

pc quotidiano 26-27 ottobre - GRAVISSIMO PESTAGGIO AI PRECARI BROS DI NAPOLI

Quanto è successo a Napoli oggi è gravissimo, è il segnale dell'attuazione
da parte della polizia dell'indicazione che nei giorni scorsi ha dato
Maroni: repressione fino in fondo, fino anche a parlare di "morti".
Rispondiamo subito, con la massima solidarietà e la mobilitazione a fianco
dei precari, dei disoccupati e popolazioni colpite quando chiedono i loro
diritti.

Disoccupati Organizzati Slai cobas per il sindacato di classe - Taranto
LA CRONACA
La celere e i carabinieri sfondano il muro (!) della sala occupata del consiglio regionale, e danno vita a un pestaggio letterale della trentina di occupanti, del movimento dei precari bros, che praticamente non avevano opposto resistenza, salvo chiudersi dentro.
Varie ambulanze sono state chiamate sotto la sede del consiglio e questo fa temere per la condizione dei fermati. Non ci sono altre notizie, perchè tutti gli altri sono stati portati in questura, dove ora si stanno dirigendo i movimenti dei precari. Fanno appello a tutti i compagni di recarsi subito alla questura!

NAPOLI - La risposta alle esigenze di lavoro non può essere la repressione e le manganellate. Soprattutto quando le proteste non costituiscono un problema per l’ordine pubblico ma si tratta semplicemente delle iniziative pacifiche per accendere i riflettori su un dramma che impoverisce migliaia di famiglia.
Stamattina (martedì 26 ottobre), al centro direzionale di Napoli, nella sede del Consiglio regionale,è accaduto un episodio gravissimo che testimonia da un alto, quanto la tensione sia alta sull’emergenza lavoro, e dall’altro, la distanza dei consiglieri regionali e degli assessori dalle istanze della popolazione.
Circa venti disoccupati, inseriti nel progetto Bros, ex isola, sono entrati nel Palazzo del potere ed hanno occupato una stanza al secondo piano. Tutto in maniera pacifica. Venti padri di famiglia che rivendicano un posto di lavoro, che chiedono alle istituzioni di non essere dimenticati dopo aver svolto per anni il percorso sancito dalla Regione: formazione orientamento ed esperienze lavorative. Il tutto per un reddito mensile pari a circa 500 euro. La fame.
I venti disoccupati hanno esposto dalla finestra uno striscione: “Lavoro per tutti, progetto Bros”. Nulla di male. Bastava l’intervento dell’assessore al Lavoro Severino Nappi, di un qualsiasi rappresentante della giunta Caldoro o di un semplice consigliere regionale, per fornire spiegazioni sul nuovo piano lavoro e sulla prospettiva dei 4mila precari “Bros”. Insomma, la gente si lamenta, di fronte all’indifferenza dell’amministrazione pubblica e delle istituzioni tenta con iniziative pacifiche di accendere i riflettori sul loro dramma e la politica non interviene. Anzi, fa di più. I consiglieri regionali chiamano le forze dell’ordine che arrivano con delle camionette blindate. Lo sportello si apre, scendono gli uomini in assetto antisommossa. Caschi, scudi, parastinchi e manganelli. Come se fosse un blitz per arrestare chissà quale boss o per scontrarsi con un migliaio di facinorosi. Salgono su, al secondo piano, e succede l’incredibile. Si ascoltano urla pure dall’esterno del Palazzo. Davanti all’ingresso, in fretta e furia, si radunano altri disoccupati. Una ventina. Arrivano diverse telefonata e la comunicazione: “I disoccupati al primo piano sono stati massacrati”.
La rabbia aumenta, si diffonde un sentimento comune di amarezza e di impotenza. Gli ingressi vengono blindati da carabinieri in assetto antisommossa. Ma dei “compagni” che hanno occupato il Palazzo non v’è traccia. Nessuno riesce a vederli. Non escono dagli ingressi principali. Arrivano gli ordini. Alcuni blindati si trasferiscono nel garage sotterraneo del Consiglio regionale. E’ tutto pronto. Le camionette entrano nel sito per prelevare i manifestanti senza che nessuno veda niente. Addirittura i dirigenti delle forze dell’ordine “cacciano” un giornalista ed un fotografo dell’Ansa. “Ve ne dovete andare”. Non c’è nessun rischio per l’ordine pubblico. Nessun problema. Tutto sotto controllo. Solo la volontà di evitare che i manifestanti venissero fotografati. Perché? Nessuno lo ha capito. Mettono alle calcagna un poliziotto che scorta il reporter e il fotografo dell’Ansa sulle scale che portano al piano superiore. Nessuno deve vedere e nessuno deve sapere. Diritto di cronaca violato e chissà quale altro diritto violato. I consiglieri regionali nelle loro stanze come se nulla fosse successo. Questa è la fotografia di una mattinata di vergogna.

COMUNICATO DI BANCHI NUOVI DI NAPOLI
Piena solidarietà ai Precari Bros Organizzati
Un’altra giornata nera per i precari BROS! Questa mattina durante l’occupazione della sala del consiglio regionale, al fine di sollecitare risposte concrete alla vertenza BROS, la polizia è intervenuta brutalmente ed immotivatamente con gli stessi metodi che avevamo visto utilizzare durante l’aggressione alla scuola Diaz di Genova nel 2001.
La polizia infatti, visto che l’aula della porta della sala regionale era blindata, non ha esitato a sfondare il muro delle pareti per entrare, dando poi vita ad un micidiale pestaggio dei precari presenti senza che questi stessero opponendo nessuna resistenza.
I pestaggi sono stati talmente cruenti che alla fine si è impedito persino ai giornalisti accorsi di poter vedere le condizioni dei fermati.
Oltre alle decine di feriti, vi sono 14 arrestati e trasferiti a Poggioreale.
Evidentemente la continuità della lotta dei precari BROS e la ripresa delle mobilitazioni di diversi settori sociali in lotta, a cominciare dalle popolazioni vesuviane contro le discariche, sta provocando nelle sedi istituzionali la preoccupazione di perdere il controllo della situazione e di potersi trovare di fronte ad una ulteriore estensione dei fronti di lotta.
Alle minacce di Maroni, infatti sono seguiti immediatamente i fatti con il pestaggio e gli arresti dei precari BROS, mentre da Terzigno, dopo gli arresti di questi giorni, giungono voci di perquisizioni e intimidazioni alle popolazioni in lotta con minacce esplicite di ricorrere a forme durissime di repressione se ci si ostina ad opporsi alle discariche.
Come Movimento di Lotta Banchi Nuovi M.D.A. (B.Buozzi) Acerra, M.D.A ex Macello, ci sentiamo direttamente colpiti da questi efferati attacchi repressivi ed esprimiamo la nostra piena solidarietà al movimento Precari Bros Organizzati.
Di fronte all’arroganza delle istituzioni ed in mancanza di soluzioni per tutta la platea BROS bisogna rafforzare la lotta, la determinazione e l’unità di tutti i disoccupati organizzati.
Libertà immediata per i precari Bros
Stop alle repressione contro le popolazioni vesuviane in lotta contro le discariche.
Le lotte non si processano
Movimento di Lotta Banchi Nuovi M.D.A. (B.Buozzi) Acerra, M.D.A ex Macello

pc quotidiano 26-27 ottobre - marchionne attacca gli operai della fiata sata - la fiom fiat sata risponde a Marchionne

A Melfi un esempio di anarchia»Marchionne da Fazio sul caso Sata: «La nuova organizzazione del lavoro a Torino è già realtà» 25/10/2010

di MARIATERESA LABANCA
Alla domanda del conduttore replica con la consueta aplob: «A Melfi c’è stato un esempio di anarchia». Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, intervistato a “Che tempo che fa”, risponde con fermezza a Fabio Fazio che lo incalza sul “caso Sata”. «Succede che uno stabilimento di più di 5.000 dipendenti non può essere gestito da questo tipo di sistema. Tre operai non possono permettersi di bloccare la produzione, e mandare a casa 2.000 colleghi con un “senza lavoro”».
Nessun passo indietro, dunque, rispetto ai tre licenziati di Melfi. Anzi, se è possibile, la linea si inasprisce. Negli studi di Rai 3 si parla anche del recente annuncio dell’introduzione, anche a Melfi dopo Pomigliano, di un nuovo sistema di organizzazione del lavoro. L’attuale metodo fatto di tre pause ogni dieci minuti anziché due è «già applicato a Mirafiori». Farebbe parte - chiarisce ancora - «degli sforzi per ridisegnare il processo di produzione, e i minuti che si perdono sono pagati». «Niente di speciale - aggiunge - anche se in Italia non si perde occasione per dare addosso a Fiat». «Si tratta di quelle trasformazioni necessarie per rendere le nostre fabbriche più competitive, e, a obiettivo raggiunto, anche aumentare gli stipendi dei nostri operai». E’ lo stesso amministratore delegato a parlare di «un impegno solenne». Ma per ora, in casa nostra, quello che ormai è stato soprannominato “il metodo Marchionne” convince sempre meno, anche chi fino a ora ne ha sostenuto l’ambizioso progetto. Il sindacato lucano reagisce così, diviso su tutto il resto, unito su un fatto: Melfi, in fatto di deroghe e flessibilità ha già dato, e la Sata non è Pomigliano. Sull’Ergo-Uas - il nuovo sistema ergonomico che sostituirà dal prossimo anno il metodo Tmc2 attualmente in uso negli stabilimenti Fiat - l’ala sindacale moderata si ritrova sulle stesse posizioni di quella più radicale. Se non altro perché quell’annuncio di Marchionne di disdetta dagli attuali accordi entro il gennaio 2011 è una scelta «unilaterale, calata dall’alto». I cambiamenti annunciati riguardano in sostanza l’organizzazione e quindi i ritmi di lavoro.
...
Il nuovo metodo è stato annunciato da Torino come un sistema migliorativo dell’organizzazione del lavoro, che consente una riduzione di 10 minuti sulle pause (tecnicamente dette fattore di riposo), che attualmente ammontano a 40 minuti su un totale di otto ore lavorative al giorno. Ma cosa comporterà in termini di intensificazione del lavoro e di prestazioni individuali?.....


la risposta della Fiom

MARCHIONNE RISPETTI I LAVORATORI E LE SENTENZE

Continua l’attacco dell’Ad. Marchionne (RAI3, che tempo che fa ) verso i lavoratori
FIAT Italiani e verso i 3 licenziati e poi reintegrati da una sentenza del Giudice del
lavoro di Melfi.
Marchionne continua ad ignorare il fatto che un “Tribunale della Repubblica Italiana”
ha disposto il reintegro sul proprio posto di lavoro dei 3, smontando chiaramente
l’accusa della FIAT di sabotaggio.
L’Ad della FIAT accusa i lavoratori Italiani di non essere produttivi, ignorando per
esempio che nello stabilimento di Melfi ad oggi si sono prodotte più di 5 milioni di
auto, contribuendo in maniera determinante agli utili del Gruppo, senza nessun
riconoscimento del Premio di Risultato, che invece è stato distribuito solo agli
Azionisti.
Invitiamo Marchionne a smetterla di scaricare sui lavoratori i problemi di cui soffre il
settore auto nel nostro paese e in Europa pensando di tagliare ulteriormente le pause,
ma piuttosto di presentare i dettagli del suo Piano industriale con i relativi
investimenti per stabilimento e i modelli da produrre che ad oggi non si conoscono.
Inoltre invitiamo l’Ad della FIAT ad applicare pienamente la sentenza di reintegro
così come applicata oggi per l’altro lavoratore della FIOM Capozzi degli Enti centrali
dello stabilimento di Mirafiori.
Potenza, lì 25 Ottobre 2010 p.la FIOM CGIL Basilicata
Il Segr. Generale
Emanuele De Nicola
FIOM-

lunedì 25 ottobre 2010

numero proletari comunisti ottobre per la stampa - disponibile anche online

pc quotidiano 25 ottobre - Torino ...Licenziato perché ho contestato Bonanni

Mentre in tutta Italia s'intensifica la protesta contro Confindustria, il modello Marchionne e le politiche di svendita dei diritti rese possibili da alcuni sindacati, un nuovo grave fatto conferma come la CISL abbia intenzione di procedere contro i lavoratori che non accettano il suo diktat. All'indomani dell'ormai famosa contestazione al sindacalista Bonanni durante la festa del PD, veniva inviato un telegramma che intimava la sospensione cautelativa del sottoscritto, lavoratore del settore edile, "colpevole" di aver partecipato alla suddetta contestazione. Nella missiva mi veniva contestata la presenza all'interno della protesta mentre invece, per l'azienda, avrei dovuto
restarmene "tranquillo e buono" a casa mia per guarire il più presto possibile e rientrare al lavoro. Nella lettera, fatta pervenire qualche giorno più tardi, l'azienda Itinera S.p.A. del gruppo Gavio (impresa che vanta essere una delle maggiori azioniste nella gestione di diversi tratti autostradali in Italia, proprietaria di parte dell'Impregilo e leader nel settore della grande industria edile: grandi opere e affini), nella qualità del direttore del personale metteva in opera la contestazione disciplinare, attaccandosi all'unica possibilità che essi e il loro sindacato potevano utilizzare, contestando al sottoscritto che:
"Con certificato del 31 agosto 2010, Ella comunicava un periodo di malattia decorrente dalla data suddetta sino a tutto il 10 settembre 2010. Per tale motivo,appare evidente la nostra sorpresa quando, nella serata del 8 settembre 2010, abbiamo assistito a reportage televisivi in cui, inequivocabilmente, Ella era impegnato a contestare un noto sindacalista nazionale intervenuto alla festa del PD in Torino nella medesima giornata. Da tale filmato, oltretutto, si evince il Suo stato di salute che non Le ha impedito di partecipare in modo "appassionato" ai tafferugli scaturiti e alla carica nei confronti anche della Polizia di Stato intervenuta".

La lettera si concludeva con la conferma della sospensione cautelativa, preavviso di un quasi sicuro licenziamento. Va ricordato che il lavoratore in quella giornata veniva visitato dal dottore dell'Inps, perché in regime di mutua, che ne attestava l'impossibilità a riprendere il lavoro, confermando la prognosi e il periodo di mutua fino al 10/09/2010. Dopo circa un mese di distanza da questa prima comunicazione, periodo durante il quale il lavoratore ha continuato ad essere in sospensione cautelativa, l'Itinera S.p.A. invia infine una definitiva lettera di licenziamento dove si spiega a chiare lettere quale sia il motivo della volontà aziendale di interrompere il rapporto di lavoro. E cioè il fatto che il lavoratore avrebbe interrotto quel "rapporto di fiducia" che "oggettivamente" deve esistere tra dipendente e datore di lavoro, in riferimento all'articolo ex 2119 del C.C.

Quel giorno, con me, erano presenti altri lavoratori, studenti, studentesse e precari che volevano solo far sentire la propria voce. Voglio essere chiaro: il licenziamento del sottoscritto nasce dall'azione aziendale spinta dalla Cisl edile (Filca). In quella giornata sono stato riconosciuto, insultato e minacciato dal segretario regionale della Filca Cisl, tale Antonio Castaldo, che mi conosceva personalmente per il mio impegno come Rappresentante della Sicurezza a livello territoriale (nell'edilizia) e per il mio impegno passato quale RSU di cantiere. Non posso non notare come in quella giornata vi sia stato un "servizio d'ordine" che, nelle mani dei diversi sindacalisti cislini, chiaramente esagitati, tentava di espellere i contestatori. Questa è la triste
realtà con cui mi devo confrontare. Perché non posso credere che i dirigenti dell'Itinera S.p.A. passino le loro serate nel riguardare alla moviola i filmati televisivi che trasmettono i telegiornali, tentando di riconoscere i propri lavoratori in questa o quella manifestazione. Di conseguenza deduco lo stretto connubio che possa essersi venuto a creare tra gli interessi aziendali ed eventuali delazioni sindacali. Interessi aziendali volti a contrastare il mio impegno attivo nella difesa dei diritti dei lavoratori/trici, in particolare sulla questione sicurezza (centrale nei cantieri edili) e quelli sindacali, legati alle mie critiche alla Filca Cisl ed al suo operato.

Infine chiedo a voi: credete sia giusto tale licenziamento? Personalmente credo di no, e fin da subito mi batterò per il mio reintegro e per rivendicare il diritto di tutti e tutte di manifestare i propri pensieri. Invito tutte le realtà sociali, politiche, sindacali e le singole individualità ad appoggiare una vertenza che dal mio punto di vista non riguarda solo me come individuo, ma
interessa tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno vivono sulla propria pelle le diverse forme di prepotenze e diktat che violano i nostri diritti.

Damiano Piccione

pc quotidiano 25 ottobre - processo eternit, la strategia genocida dell'azienda

PROCESSO ETERNIT: UDIENZA DEL 25 OTTOBRE

L'udienza odierna, che si apre alle ore 9:25, prevede l'audizione dei consulenti tecnici del pm che hanno focalizzato la propria attenzione sulle condizioni di lavoro e l'impatto igienico-ambientale della lavorazione dell'amianto sugli operai e la popolazione di Bagnoli e Rubiera, e successivamente due consulenti dele parti civili sugli stessi argomenti.
Quanto emerge dalla consulenza dei dottori Lauria e Salerno, esperti di amianto per Arpa Piemonte, e da quella successiva esposta dal dottor Mara e dall'ingegner Thime - consulenti per le parti civili Allca-Cub e Medicina Democratica - è che le condizioni di lavoro e l'impatto igienico-ambientale sui lavoratori e sulle popolazioni erano del tutto analoghe in tutti e quattro i siti produttivi e nelle città su cui questi insistevano.
Questo dimostra, inequivocabilmente, la strategia genocida dell'Eternit: l'azienda ha consapevolmente sottoposto operai e popolazione a rischi assurdi che, come dimostra soprattutto la consulenza di Mara e Thime, erano ben conosciuti da molto tempo; inoltre vi erano sul mercato, almeno dagli anni 40, dei rimedi contro l'insalubrità del posto di lavoro che i vertici genocidi non hanno voluto applicare perché evidentemente troppo costosi.
Per loro l'importante era che la produzione continuasse, della salute pubblica se ne fregavano bellamente.
Nella prossima udienza, in programma lunedì 8 novembre, verranno ascoltati i due consulenti tecnici che la difesa ha portato per controdedurre su questi argomenti.
Torino, 25 ottobre 2010

Stefano Ghio - Rete sicurezza Torino





(

pc quotidiano 25 ottobre - il movimento di lotta a Terzigno non si fida

Comunicato Stampa

"La mobilitazione fa paura ma sentiamo sempre più forte la puzza di imbroglio!"

Misteri della fede: Nell'incontro cui abbiamo presenziato ieri, Bertolaso e il Prefetto di Napoli ci dicevano che dovevamo accettare "l'inevitabile"... nel documento in sei punti di oggi ci dicono che i "tecnici verificheranno" la situazione della Cava Sari (in soli 3 giorni..) prima di riprendere eventuali sversamenti e che la cava Vitiello verrebbe "congelata" (con una definizione formale molto vaga) ....
Questo passo indietro è sicuramente un risultato dell'enorme mobilitazione, sempre più larga, che in questi giorni ha coinvolto tutta la popolazione e ha reso ingestibili nell'immediato i loro piani di scempio del territorio, ma noi sentiamo fortissima la puzza di bruciato!
Non c'è bisogno di "verifiche tecniche" per dichiarare che la discarica Sari è illegale e pericolosa e ha creato già enormi scempi al territorio ed è quasi offensivo che ci voglia una rivolta popolare per effettuare delle "verifichetecniche" che sarebbero obbligatorie per legge.
Quella discarica, anzi quel buco, va chiuso immediatamente e va avviata un'indispensabile e complessa opera di bonifica per tutelare le popolazioni. E la cava Vitiello sarà al sicuro solo quando sarà ufficialmente tolta da una legge che per altro sarebbe integralmente da abolire.

Finchè queste due condizioni non saranno verificate noi riteniamo che la mobilitazione deve rimanere alta ed è questa la posizione che porteremo al confronto con gli altri cittadini dei nostri territori, perchè è forte il rischio di un imbroglio finalizzato solo a prendere tempo, in quanto non c'è nessun cambio di rotta rispetto a un piano rifiuti disastroso! Tanto che in questi cinque giorni si sverserà in condizioni altrettanto indecenti nel Cdr di Tufino e nella stessa discarica di Chiaiano!
Ed è sulle reali alternative, su un piano di raccolta differenziata vera, sul riciclo e sul trattamento meccanico biologico "a freddo", che devono mobilitarsi tutte le popolazioni campane, sapendo che non è più solo una questione fondamentale di salute e di ambiente ma anche di democrazia.
E anche i sindaci, che come i comitati sono chiamati a dare una risposta al documento della prefettura, cerchino di non tradire ancora una volta le aspettative della popolazione.


Movimento difesa del territorio area Vesuviana

pc quotidiano 25 ottobre - 29 ottobre uno sciopero degli immigrati

lo slai cobas per il sindacato di classe è al fianco di tutte le lotte degli operai, lavoratori, precari immigrati

la lotta contro il razzismo è indissolubilmente legata alla lotta contro lo sfruttamento, alla lotta contro un governo moderno fascista che con leggi antimmigrati e pacchetto di sicurezza serve gli
interessi dei padroni e cerca di mettere lavoratori, precari, disoccupati italiani contro lavoratori, precari, disoccupati immigrati a tutto questo dobbiamo rispondere con l'autorganizzazione di base e di classe per imporre
diritto di cittadinanza per chi lavora
permessi di soggiorno per tutti
uguaglianza dei diritti sui posti di lavoro e in materia di precarietà e disoccupazione
vogliamo la chiusura dei CIE, l'abolizione del pacchetto di sicurezza antimmigrati

a tutti gli immigrati

organizzarsi per il sindacato di classe
lo slai cobas per il sindacato di classe si batte ovunque
per l'unità operai, precari disoccupati italiani- operai precari disoccupati immigrati

slai cobas per il sindacato di classe
ottobre 2010

pc quotidiano - manifesto del PCm -Italia


“... fate affidamento sul vostro coraggio ... osate combattere, sfidate le difficoltà, avanzate, ondata dopo ondata, e il mondo sarà vostro. I mostri saranno tutti annientati... “
Mao Tsetung


La lotta rivoluzionaria non è per la soluzione della crisi dell'imperialismo, serve ad acuire la crisi e sviluppare le condizioni migliori per il superamento del capitalismo che la genera


“... la guerra rivoluzionaria è la guerra della masse; è possibile condurla soltanto mobilitando le masse e facendo affidamento su di esse ... “
Mao Tsetung

PCm Italia
ottobre 2010

La questione del partito
comunista maoista in Italia

La crisi aumenta la necessità e quindi la credibilità della rivoluzione.
Il collasso del riformismo e del revisionismo nelle sue diverse forme, in Europa e nel nostro paese in particolare, aumenta la necessità e la credibilità di un partito comunista di tipo nuovo.
“Di tipo nuovo” significa: proletario,rivoluzionario e maoista.-
La crisi accentua la lotta di classe e la crisi del
revisionismo libera energie. Quindi ci sono condizioni più favorevoli sul piano oggettivo e opportunità sul piano politico.
Ma siamo ad uno stadio iniziale, l'impresa è difficile, tortuosa.
I maoisti in Europa sono pochi, di livello non alto e in generale inadeguati.
Noi rappresentiamo una controtendenza, ma esiste ancora una debolezza di quadri e di strumenti.
Il percorso che ha portato dal collettivo comunista di Agit Prop di Taranto a l'organizzazione comunista nazionale Rossoperaio, e quindi alla fondazione del PCm Italia all'interno del MRI, alla cui fondazione nel 1984 abbiamo partecipato;
il legame con le guerre popolari, Perù, Nepal, Turchia..;
i primi punti di innovazione nell'applicazione del mlm alla realtà dei
paesi imperialisti, sono un percorso che ci pone oggettivamente
all'avanguardia in Italia e in Europa e in sintonia con la punte avanzate del movimento comunista.
Costruire oggi il PCm ideologicamente, teoricamente e organizzativamente, è il compito principale per sfruttare l'opportunità storica, per diventare da nucleo di partito a partito come reparto d'avanguardia organizzato della classe operaia, in funzione dell'applicazione nel nostro paese della strategia
rivoluzionaria della guerra popolare di lunga durata sfociante nell'insurrezione popolare che permetta la conquista del potere politico.
Questo richiede oggi non stare sulla difensiva, ma capire che solo l'offensiva è l'arma vincente.
La base dell'offensiva è la lotta ideologica, teorica e politica, il centro dell'offensiva è l'organizzazione, la riserva fondamentale
dell'offensiva è il lavoro sindacale nel cuore della classe operaia e l'esperienza di conquista direzione realizzata nel lavoro di massa.

PCm Italia
ottobre 2010

pc quotidiano 25 ottobre - marchionne fa un altro show show e a Termini Imerese prosegue l'agonia dello stabilimento

Cassa integrazione infinita per gli operai dello stabilimento Fiat di Termini
Imerese.
A quella che si concluderà il 30 ottobre, con rientro il 2 novembre si
aggiunge quella dal 17 al 30 novembre. Solo altre due settimane di lavoro
dunque con stipendio più che dimezzato.

Mentre Marchionne continua con i suoi spettacoli come uomo del miracolo e fa
finta che lo stabilimento di Termini non sia mai esistito ricordandosene solo
quando deve accusare, ancora una volta gli operai che si sarebbero assentati
per la partita, non ci sono novità di rilievo, mentre il tempo passa, per
quanto riguarda il futuro degli operai.

Le proposte e le date sulla carta sono sempre quelle della short list, 5:
1. progetto “Sunny car” di Cimino con gli indiani della Reva per la produzione
di auto elettriche
2. Map Engineering Spa, stampi di lamiera per auto
3. De Tomaso piccole auto di lusso
4. Einstein Multimedia, società televisiva per produzione fiction
5. Società Ciccolella per la produzione florovivaistica

Il 30 ottobre scade il bando internazionale e questi progetti devono essere
presentati entro questa data per l’esame al ministero.

La Fiom provinciale da parte sua prova ancora una volta, stancamente, a
“scuotere” la Regione con una manifestazione domani, 26 ottobre, davanti al
Palazzo. Questa volta senza la Fim e la Uilm con i quali sembra che ci sia
stata, forse per la prima volta a livello locale, una spaccatura sul tipo di
iniziative da fare per portare avanti la vertenza.

L’assessore Venturi continua a dire sempre le stesse cose, che la Regione ha
già stanziato i soldi per le infrastrutture per l’area di Termini Imerese.

Agli operai, cui tocca l’ultima parola, al rientro, porteremo la nostra
analisi e proposta.