lunedì 20 dicembre 2010

pc quotidiano 20 dicembre - una 'cascata' reazionaria e prevaricatrice dentro il movimento

alcune frasi di questo comunicato vanno messe in evidenza che 'proletari comunisti' condivide e che devono essere affermate in tutto il movimento


"Quando si fa un servizio d'ordine non lo si deve fare contro chi manifesta. E infatti di solito è così. Invece, a volte, a seconda delle realtà predominanti, specie qui a Roma ma non solo, capita una certa concertazione di pratiche da adottare in piazza con quello che sono le “controparti” e la violenza repressa si riversa su chi è più debole, politicamente e fisicamente.

"Dato che le armi delle forze dell'ordine si dice giustamente che siano state (sono!) puntate non verso il cosiddetto (dai media) “violento di turno” ma verso tutti noi che ci opponiamo a qualsiasi decisione presa da altri sulle nostre vite, si deve poter affermare che quella “cascata” non era diretta contro il “violento di turno” ma contro tutti quelli che non condividevano (o non erano semplicemente al corrente) di quanto altri per loro avevano già deciso.

Questo è un punto fondamentale."

da indymedia

Ciao, riguardo alla questione della "cascata" vi mando il post (da indymedia) di uno studente romano che secondo me chiarisce un pò le cose...

"Cascata" preventivata, decisa in Assemblea
italia | repressione | notizie domenica 19 dicembre, 2010 11:57 by anonimo

Affinché la verità sia resa pubblica, con un augurio di pronta guarigione al ragazzo e un pensiero ai suoi cari
Controcomunicato sull'aggressione allo studente quindicenne

Ci ho pensato molto prima di scrivere questo “controcomunicato”. Già in piazza ero venuto a conoscenza dell'aggressione, senza averla vista, senza sapere le conseguenze, senza sapere chi era stato colpito, conoscendo solo la dinamica della “cascata”.

Scrivo quello che conosco perché è giusto che tutti sappiano, specie dopo aver letto il comunicato degli “studenti in mobilitazione”. Anche io lo sono, studente, ancora di più in questo periodo di mobilitazione.

Veniamo al dunque. Il fatto è gravissimo perché “messo in preventivato” nell'assemblea “tecnica” che si è svolta la sera del 13, poche ore prima del corteo, a La Sapienza.
“Annunciato” in quanto “comunicato” ai presenti (di diverse facoltà e atenei) che “chiunque non avesse rispettato le decisioni (nb: quelle già prese dai “comunicatori” e dalla loro realtà) sarebbe stato riempito di botte”.

Mai mi sarei sognato di rendere pubbliche decisioni prese in simili sedi (“riunione tecnica”) ma la gravità dei fatti (il ferimento del ragazzo) e la falsità del comunicato “ufficiale” degli “studenti in mobilitazione”, che fanno ricadere tutta la colpa sull'aggressore, stavolta meritano una necessaria eccezione.

Era meglio, molto meglio per tutti, che questi “studenti in mobilitazione”, che si sono giustamente sentiti in dovere di parlare della vicenda, avessero loro stessi tirato fuori una responsabilità collettiva dell'accaduto, perché quella è.

Leggere che

“tale atto ingiustificabile ed estraneo alle pratiche condivise dal movimento studentesco”

è una posizione che andava sostenuta politicamente preventivamente, cioè nell'assemblea “tecnica”, e andava smontata la “proposta/imposizione/minaccia” di chi dichiarava apertamente che il servizio d'ordine avrebbe picchiato (non dialogato, parlato, spiegato, reso partecipe di un percorso, allontanato, respinto, con le mani alzate come si fa contro la celere, a mani nude, niente di tutto questo) chi non avesse rispettato certi dettami.
Di quanto accaduto sono responsabili quelli che si sono espressi in tale termine e, per non averlo saputo/potuto evitare, tutti quelli(singoli e realtà) che sapevano di questa decisione.
Mi ci metto in mezzo io per primo e chiedo per questo scusa al ragazzo aggredito, ai suoi parenti e amici.
Scusatemi davvero per non aver saputo impedire quello che è avvenuto, come non sono stato in grado di farlo in passato in altre occasioni. Quando si fa un servizio d'ordine non lo si deve fare contro chi manifesta. E infatti di solito è così. Invece, a volte, a seconda delle realtà predominanti, specie qui a Roma ma non solo, capita una certa concertazione di pratiche da adottare in piazza con quello che sono le “controparti” e la violenza repressa si riversa su chi è più debole, politicamente e fisicamente.
Spero che quanto successo al ragazzo possa portare a una presa di coscienza collettiva che isoli certe prese di posizione e pratiche, anzi, la dico tutta che isoli i “proponenti” seduta stante, perché non voglio più vedere o sentire di gente con la testa spaccata, che magari neanche conosco di persona e che può avere, nell'ambito della stessa lotta cui partecipo, modalità di comportamento differenti dalle mie (violente o meno, non mi interessa, non sto qui a giudicare se è meglio lanciare una banana, un sanpietrino, una molotov o sfilare tranquillamente).

Le “decisioni”, già prese prima dell'assemblea “tecnica” dai “comunicatori” e che il 13 coinvolgono le diverse anime presenti, volendo o nolendo responsabilizzandolie tutte in merito a quanto andava evitato, erano:

“lancio di frutta, uova, palloncini colorati”, all'ingresso nella zona rossa vicino Montecitorio ma anche contro le banche e le telecamere
“book block” davanti a protezione degli altri dietro
corteo che terminerà a piazza del Popolo con un'assemblea pubblica (quindi senza tentativi ulteriori di avvicinamento a Camera e Senato) e nuovo corteo dal Muro Torto.
“E se la polizia attacca ?” “Resistiamo”, la risposta dei “comunicatori”, come non è stato dato sapere visto che nessuno avrebbe dovuto avere, diciamo così, materiali atti alla difesa della propria incolumità personale (servizio d'ordine a parte, dotato di soli caschi e libri-scudo)

No, non ce la si può cavare così con un comunicato superficiale, di 10 righe, che scarica tutto sull'aggressore(che dovrà affrontare denuncia, magistrati, media oltre al proprio senso di colpa e di vergogna per quello che ha fatto a un “pischello” che stava con lui in piazza per motivi simili) che tenta pure di spostare pure l'attenzione del tipo

“Un fatto intollerabile ma che non parla direttamente del senso politico della giornata”.

L'aggressore, chi ha deciso di picchiare chi “pisciava fuori dal vaso”, tutti quelli che sapevano e non hanno impedito quanto poteva accadere ed è accaduto (me per primo, ripeto) hanno rovinato la salute di un quindicenne, messo in ansia chi gli vuole bene e lo conosce ed, inoltre, prevaricando il suo gesto (pure io pensavo che quella specifica camionetta andava lasciata perdere perché si rischiava solo di spezzare il corteo, ma che c'entra picchiare chi non la pensa così ? ).

Dato che le armi delle forze dell'ordine si dice giustamente che siano state (sono!) puntate non verso il cosiddetto (dai media) “violento di turno” ma verso tutti noi che ci opponiamo a qualsiasi decisione presa da altri sulle nostre vite, si deve poter affermare che quella “cascata” non era diretta contro il “violento di turno” ma contro tutti quelli che non condividevano (o non erano semplicemente al corrente) di quanto altri per loro avevano già deciso.

Questo è un punto fondamentale.

Faccio allora alcune proposte che sperano siano riprese, modificate e ampliate dalle diverse realtà e singoli che leggeranno questo messaggio.

Inviare comunicati di solidarietà (e scuse) al ragazzo in ospedale e ai suoi cari, spiegando in ciascun messaggio in maniera approfondita la propria visione di quanto accaduto e di come andava evitato (ridursi a una riga di “pronta guarigione” sarebbe tra l'altro abbastanza indegno per chi fa sempre profonde analisi politiche e si propone in qualità di difensore del sapere e della cultura, non trovate ?).

Sostenere tutte le spese mediche del ragazzo aggredito, magari tramite serate di autofinanziamento sarebbe meglio come si fa in molti altri casi (quando ad esempio l'aggressione proviene da fasci e forze dell'ordine).

Al ragazzo aggressore non dico e suggerisco nulla perché sono sicuro che in questi giorni avrà già avuto modo di riflettere, condividere con altri il suo gesto e la sua adesione alla linea scelta per il servizio d'ordine di cui faceva evidentemente parte e saprà quindi meglio di chiunque altro come rapportarsi principalmente con il ragazzo, la sua famiglia, la sua realtà politica più prossima e, se vuole, con quelle che erano in piazza con lui il 14.

Non va fatto alcun processo “politico”, secondo me, all'aggressore, pubblico o meno che sia perché la realtà dei fatti è ben più articolata (ma chiara, ritengo) della “cascata” di un singolo.

Da situazioni di merda, come quella in oggetto, vanno elaborate e maturate scelte e azioni che possano essere utili nelle lotte quotidiane che portiamo avanti.

A chi si chiede chi sia io, che da solo ho scritto quello che avete letto, rispondo semplicemente che sono uno studente, un lavoratore (precario, c'è da aggiungerlo?) e un compagno di Roma. Anche se mi espongo al gioco dell'indovina chi, ma tant'è, credo sia il minimo in questo schifo...

Conosco quello di cui sto parlando e tanto basta. Siccome mi aspetto da chi difende certe “scelte politiche e pratiche, cascate incluse” di poter venire additato come un eventuale “gola profonda”, “infiltrato”, “spia”, insomma cercando di deviare l'attenzione dai temi che ho trattato e infamandomi rispondo da subito che non ho la forza di sfancularvi ma spero che vi possiate ritrovarvi isolati, politicamente parlando, nelle prossime “assemblee tecniche” se ovviamente non cambiate modo di interagire e non vi assumete le responsabilità che avete (così come tutti gli altri che non condividono quello che fate).
Sarebbe già un passo in avanti per tutto il movimento, a iniziare da quello romano cui, ve ne do notizia, spesso non andate a genio (a cominciare da chi c'avete vicino ma pubblicamente non ve lo dice) per certe cose ma non cambia mai nulla.

L'estetica del conflitto contro il dominio, le prognosi riservate ai quindicenni che si trovano in piazza con voi ma non “con voi”, questa è la sintesi, stringendo stringendo.

Non c'è bisogno che aggiunga altro se non una mia ultima considerazione: se non ci fossero stati i video e la canea mediatica (quei stessi media tirati per la giacchetta per farsi intervistare e promulgare le proprie posizioni politiche e le azioni), questa storia sarebbe finita come le altre storie simili che chi sta a Roma conosce benissimo. Vale a dire, nel silenzio complice, privo di elaborazione critica, di una collettivizzazione interna e pubblica a tutta l'area dell'antagonismo romano: per questo responsabile pure di quanto accaduto al ragazzo, che poteva ed andava prevenuto non il 14, non il 13 dicembre ma molto molto tempo prima.

E' di nuovo superato il segno e per impedire appunto quelle strumentalizzazioni politiche/mediatiche che nessuno vuole ma sono già in atto, urge una risposta migliore di quella uscita che pare una difesa dell'indifendibile e quella sì una “narrazione” falsa nelle parti che contesto, principalmente quella dell'estraneità del gesto che invece era stato messo in conto.

Un'ultima richiesta: sarebbe opportuno e giusto far sapere a tutti quelli che hanno letto il comunicato firmato

“Assemblea degli studenti delle scuole in mobilitazione al liceo Mamiani occupato
Studenti in mobilitazione de La Sapienza”
quali realtà effettivamente lo hanno appunto siglato e ne condividono quindi i contenuti, vista la vastità di collettivi presenti in tutte le facoltà dell'ateneo più grande d'Europa...così è troppo generico e sembra che tutti gli studenti in mobilitazione abbiano espresso la loro posizione in tal senso. Grazie.

ps: a chi dice che dovrei andare a spiegare pubblicamente, le mie posizioni dico che non lo farò mai perché conosco fin troppo bene che “grado di discussione”, diciamo così, si instaurerebbe coi principali responsabili di quanto accaduto, date le precedenti esperienze viste/vissute in prima persona. Che gli stessi si leggano quello che ho scritto e si espongano, visto che non sto infamando nessuno né istigando qualcuno a farsi giustizia. Scrivono molto, spesso firmandosi nome e cognome, lo facessero anche stavolta e ci spiegassero in merito a quello che ho descritto ma soprattutto, spero, cambino linea di condotta e modo di interfacciarsi con altri singoli e altre realtà. Davvero.

pps: questa mia la pubblico su indymedia e solo in tale spazio, che ritengo appropriato e patrimonio di tutt*, con la speranza che qualcuno raccolga il senso di quanto scritto e qualcun altro la giri al ragazzo aggredito. Grazie.


__________ Informazione NOD32 5716 (20101219) __________

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