lunedì 8 novembre 2010

pc quotidiano 6 -7 -8 novembre - Questi "signori" servono la reazione del governo Berlusconi-Maroni


Basta leggere questo articolo della stampa e le dichiarazioni di questi signori del pd bresciano (che se la ridono), per ricordare che fanno parte a pieno titolo del regime moderno fascista in formazione. I nemici non sono solo la lega e il pdl, ma il pd e anche tutti i riformisti "estra-parlamentari" che non fanno chiarezza tra gli immigrati in lotta di chi sono i falsi amici e illudono gli stessi che solo attraverso la lotta puramente democratica, le interrogazioni parlamentari, si possa affrontare la situazione e non lavorando per sostenere e far avanzare in tutte le forme la rivolta permanente contro questo sistema che genera il razzismo, la disoccupazione, la miseria per la maggioranza della popolazione.

Pd: "Immigrati scendete dalla gru"
martedì 02 novembre 2010

(s.s.) Gli immigrati, prima, devono scendere dalla gru. È questa la conditio sine qua non posta dal Partito Democratico di Brescia per "trovare una soluzione intelligente alla questione posta dai cittadini stranieri", ha sintetizzato Pietro Bisinella, segretario provinciale.
Se i lavoratori stranieri acconsentiranno a interrompere la protesta in cima alla gru nel cantiere della metropolitana della stazione San Faustino, ci saranno le condizioni per "trovare lo spazio adeguato in cui autorizzare un altro presidio e aprire un tavolo interistituzionale nel quale discutere davvero di questo problema e trovare una soluzione a livello locale e nazionale", ha proseguito Bisinella. Il Pd, infatti, grazie all’interessamento dei deputati Paolo Corsini e Pierangelo Ferrari, ha chiesto al ministro degli Interni Roberto Maroni una sospensione delle pratiche destinate al rigetto o considerate inammissibili per "poter prendere tempo e riflettere sulla legislazione in materia".
La richiesta, "così come molte altre", non è ancora stata accolta, ma i rappresentanti bresciani in Parlamento, insieme con il collega Guido Galperti, sono decisi a chiedere direttamente un colloquio privato con il ministro per arrivare a una soluzione. Perché il cuore del problema, ne sono convinti gli onorevoli bresciani, risiede nella circolare ministeriale prodotta a marzo di quest’anno e che dà una interpretazione fortemente restrittiva della sanatoria organizzata nel 2009.
"Noi non siamo favorevoli alla sanatoria per tutti", ha detto Corsini, "ma è chiaro che il cuore dell’illegalità risiede in una norma che discrimina fra immigrati che lavorano in fonderia, e che non posso quindi chiedere la regolarizzazione, e quelli che sono di sostegno alle famiglie bresciane, che invece hanno potuto fare la richiesta". A livello locale, in ogni caso, "abbiamo avuto rassicurazioni da esponenti istituzionali, che non sono né il sindaco fantasma nè la pessima copia di una controfigura di commissario di polizia che è il vicesindaco, che ci sarà un impegno a individuare uno spazio pubblico in cui collocare l’agitazione e un tavolo congruo in cui trattare ragionevolmente la questione".
Perchè se da una parte il Pd ritiene doveroso che il presidio di via Lupi di Toscana venga ripristinato, "lì o in altra sede, la cosa importante è che si veda", e che si arrivi ad una trattazione seria di quello che è ormai un problema grave, dall’altra non si è detto d’accordo con gli immigrati, e con le associazioni che li hanno sostenuti, che sabato hanno voluto comunque manifestare nonostante il corteo non fosse stato autorizzato.
"E’ stato un errore grave procedere con una manifestazione che non aveva l’autorizzazione", ha commentato il segretario cittadino Giorgio De Martin, "io sono fra coloro i quali credono che gli immigrati debbano poter votare alle amministrative, ma sono anche per il rispetto delle regole che vale per tutti, anche se non piacciono". Il capogruppo in Loggia Emilio Del Bono è stato ancora più chiaro: "Credo che anche noi non avremmo autorizzato la manifestazione di sabato, ma è importante che questa situazione non venga strumentalizzata. Non siamo favorevoli alla sanatoria per tutti, e chi non ha il diritto di rimanere in questa città se ne deve andare".
L’opposizione ha anche fatto notare come "questo immobilismo totale del sindaco Paroli possa costare caro alla città, perché l’Ati che sta costruendo la metropolitana potrebbe essere legittimata a presentare alla Loggia l’ennesimo conto per il ritardo dei lavori nel cantiere", ha concluso Corsini.

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