giovedì 18 novembre 2010

pc quotidiano 17-18 novembre - all'aquila gli unici condannati dai tribunali sono i compagni che manifestano a sostegno dei prigionieri politici !!


il giudice unico del tribunale dell'aquila Giuseppe Romano Gargarella ha condannato per apologia di reato 11 compagni che parteciparono al corteo definito 'eversivo' che si tenne all1'Aquila nel giugno 2007
le condanne sono state di 2 a

L'AQUILA. Sono comparsi ieri mattina in tribunale i dodici giovani accusati di avere imbrattato il centro storico durante una manifestazione contro il carcere duro che si tenne all'Aquila il 3 giugno 2007. Una evento che ebbe risalto nazionale. Infatti L'Aquila fu scelta come sede per un corteo organizzato per protestare contro il regime carcerario del 41 bis. Fu una manifestazione di carattere nazionale visto che all'Aquila affluirono manifestanti da tutte le parti d'Italia. Una iniziativa che voleva soprattutto appoggiare le proteste della brigatista rossa, Nadia Desdemona Lioce, detenuta nel carcere dell'Aquila e sottoposta al carcere duro. La Lioce è stata condannata con sentenza passata in giudicato per gli omicidi dei giuslavoristi Massimo D'Antona e Marco Biagi. Il corteo, formato ovviamente da giovani di estrema sinistra, attraversò tutto il centro dell'Aquila ma nonostante slogan dai toni forti e provocatori non ci furono i disordini temuti. Del resto la manifestazione fu disertata in massa dagli aquilani. Durante il passaggio per il centro dell'Aquila, però, i muri di alcuni palazzi storici vennero imbrattati con delle bombolette spry e comparirono delle scritte. Sotto accusa, per quelle scritte, ci sono alcuni dei giovani partecipanti al corteo. Si tratta di Antonio Secondo, David Santini, Pasquale Gentile, Francesco Benedetti, Michele Del Sordo, Stefania Carolei, Maria Emma Musacci, Anna Pistolesi, Maurizio Ugolotti, Francesca Suppini, Sirio Manfrin e Robert Ferro. L'unico abruzzese è Secondo originario di Sulmona. Ieri doveva essere la giornata delle eccezioni preliminari ma l'assenza di un avvocato ha fatto slittare il processo al 23 novembre. Furono imbrattati, in particolare, Corso Principe Umberto e via Andrea Bafile. Uno sgarbo che gli aquilani non hanno gradito al punto che il Comune dovrebbe costituirsi parte civile. Ad alcuni degli accusati è anche contestato qualche danneggiamento fatto in prossimità della rete di recinzione del carcere delle Costarelle, dove è rinchiusa la Lioce, visto che il corteo eversivo si concluse lì. Le indagini sono state fatte dalla Digos che dislocò decine di agenti lungo il percorso di quella manifestazione. Gli accusati, con imputazioni ancora tutte da dimostrare, furono comunque incastrati grazie a una serie di fotografie e filmati che sono stati passati al setaccio. Indagini, dunque, molto complesse, che sono andate avanti per molti mesi.

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