mercoledì 10 novembre 2010

pc quotidiano 10 novembre - CONFERENZA MILANO: DI QUALE FAMIGLIA PARLANO?

Dalle compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Milano.

La coppia scoppia: dagli ultimi dati statistici: crescono le coppie di fatto; in 35 anni i matrimoni si sono dimezzati. Crescono le separazioni (84.165 nel 2008) e i divorzi(54.351). Sempre nel 2008 il 20% delle nascite fuori dal matrimonio.

Sacconi dixit: aiuti solo alle coppie sposate che procreano. Alla luce dei dati è chiaro perchè ha dovuto fare dietrofront: “anche alle coppie di fatto”- i dati reali mostrano che la realtà concreta è lontana anni luce dalla “centralità” della famiglia, nucleo “naturale e fondamentale” della società; da soli, i dati, rischiano di smentire clamorosamente l'accanimento per rilanciare la famiglia tradizionale, con il necessario ruolo della donna “angelo del focolare, riproduttrice della forza lavoro. E mentre alla conferenza per la famiglia, che si tiene in questi giorni a milano, “si mettono al centro interventi a favore della famiglia” continuano licenziamenti-principalmente di donne-tagli a scuola, sanità, servizi alla persona, aumentano le tariffe.

La conferenza sulla famiglia spande a piene mani, da un lato concezioni oscurantiste e reazionarie, dà un'aurea di “politica dal basso” , di ascolto dell'associazionismo “popolare”, di questo governo moderno fascista, dall'altro fa, oggettivamente, da apripista alla politica populista governativa tra le masse popolari, contribuisce ad offuscare e corromperle ideologicamente, praticamente; politica governativa che, apparentemente, si occupa dei problemi quotidiani del “popolo” per meglio opprimere, in primis, le donne. E disposti a svolgere il ruolo di stampelle, siamo certe, il moderno fascismo sulla sua strada ne sta trovando e ne troverà tanti, così come il vecchio fascismo.

La famiglia scoppia: sempre più dati confermano che la famiglia – che tutti i politici benedicono per il grande ruolo di ammortizzatore sociale in Italia, come caratteristica “peculiare” della famiglia italiana-non riesce più a far fronte, a sostenere il ruolo di ammortizzatore sociale: sempre più sono le famiglie povere, per cui una spesa imprevista di 600 euro non sarebbe sostenibile, ma neanche le spese correnti sono, spesso, in grado di sostenere: della serie è stata spemuta fino allo stremo!

Dal foglio mfpr del novembre 2005 riportiamo integralmente un articolo attuale ( della serie nulla è cambiato ma si dimostra come i governi di centrodestra e di cosidetta sinistra hanno strenuamente lavorato contro le donne-ndr)




IN MORTE DELLA “SACRA FAMIGLIA”

“In nome della famiglia, si attaccano le donne, si peggiorano le loro condizioni di vita, si aumenta la loro oppressione sociale, si negano diritti; in nome della famiglia, si nega il lavoro e si aumenta la precarietà e la discriminazione sul lavoro delle donne, fino a considerarle per legge (vedi Legge Biagi) “soggetti sfavoriti a forte esclusione sociale”; in nome della famiglia si danno elemosine/premi alla prolificità di mussoliniana memoria per fare figli, e si tagliano, però, i fondi della sanità e negli ospedali le donne ritornano a morire per un parto; in nome della famiglia, riparte l'attacco della chiesa di Ruini/ratzinger sul diritto d'aborto; in nome della famiglia si ammazzano le donne che osano decidere con la loro testa della propria vita.

La 'famiglia' per la chiesa che pesa in modo sempre più opprimente e sfacciato nella vita sociale e politica e sociale, per il governo, per lo Stato è diventata la “sacra famiglia”. Volutamente sempre più astratta, più neutra, non reale. La famiglia è una realtà concreta, in quelle proletarie non si arriva alla quarta ma anche alla terza settimana non si riesce a mandare i figli agli asili per le rette alte, in queste famiglie le donne consumano anni della loro vita ad assistere gli anziani, devono fare le serve in casa e fuori casa perchè è spesso il solo lavoro che si trova e quando hai uno straccio di lavoro più decente, per esempio in fabbrica, con i turni non riesci per giorni o settimane a stare insieme a tuo marito e ai tuoi figli, ecc.

Non c'è poi la “famiglia”, ci sono “le famiglie”, le famiglie dei borghesi, dei capitalisti, dei ricchi, in cui come diceva Marx il fondamento dei rapporti tra uomo e donna, tra genitori e figli è dato solo dal capitale, dalla proprietà privata, in cui l'unico valore che si tramanda è quello della capacità di far soldi e spesso le donne sono delle ricche prostitute legalizzate o delle ligie/oscure segretarie delle oscure scalate dei mariti finanzieri, banchieri, padroni che siano. E ci sono le famiglie dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, in cui nel come tirare avanti, nel come arrangiarsi, nelle speranze deluse di una vita migliore, si consuma la vita e anche spesso i sentimenti, in cui le uniche “distrazioni” per le donne due volte sfruttate, due volte oppresse, devono essere i reality show delle tv di Berlusconi, in cui, però, si insinuano, abbrutiti e senza neanche la contropartita degli scintillanti miliardi dei borghesi, i valori della borghesia: la proprietà che può essere solo verso la donna e i figli, il ruolo del maschio che schiacciato sul lavoro, nella società si rivale sulla “propria” moglie, la misera ideologia maschilista e fascista verso le donne.

Ma la famiglia deve essere per forza astratta. Perchè essa e il ruolo della donna in essa devono essere il fondamento che salva l'ordine esistente-cioè che salva il loro sistema capitalista- che agisca da “ammortizzatore sociale” del peggioramento delle condizioni di vita della maggiorparte delle masse popolari, in cui le donne devono, come scrive Ratzinger, “lenire le ferite, far zittire chi vuole urlare e lottare...”, per impedire che le contraddizioni di classe, sociali escano fuori ed esplodano in ribellione, rivolta, rivoluzione.

Ma hanno fatto male i loro conti. Le donne, proprio dalla loro condizione di più oppresse e sfruttate traggono una ragione in più per scatenare la loro ribellione. Le donne proletarie e delle masse popolari non hanno altra via, per rompere le loro doppie catene, per avere una vita in cui possano decidere, in cui i rapporti siano effettivamente liberi, che fare la rivoluzione per rovesciare questo sistema sociale e tutta la sua sporca ideologia.”

mfpr
milano, 9 novembre

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