venerdì 29 ottobre 2010

pc quotidiano 29 ottobre - la precarietà che uccide

Lovere - Il dramma di Alessandra Baiguini, che si è tolta la vita all'alba nel condominio dove viveva con i genitori. Parla la cugina: una ragazza capace, laureata, sensibile, impaurita da un episodio di mobbing, pensava di non farcela più.
"Precaria e impaurita a 33 anni
per questo Ale si è uccisa"
Laureata in lingue, con una gran voglia di lavorare nel settore del turismo, dell'organizzazione dei viaggi. Pronta a fare da semplice impiegata e pronta a stare anche alla reception di un hotel, pur sognando un altro lavoro, in giro per ilmondo. Ma nell'ultimo anno Alessandra, 33 anni e mezzo, aveva iniziato a preoccuparsi seriamente per il suo futuro, "rimbalzata in modo assurdo da un lavoro all'altro" racconta la cugina che è in casa con gli zii, i genitori di "Ale". Lei si è tolta la vita all'alba di oggi, 28 ottobre, gettandosi dal quarto piano del condominio di via Ottoboni 21, a Lovere.
La cugina parla per conto dei genitori, con una voce che si sente appena dall'altro capo del telefono: "Era laureata in lingue, le conosceva bene, sia parlate che scritte. Ma a 33 anni si ritrovava con una situazione lavorativa disastrosa. C'è chi reagisce con forza e chi non ce la fa, come è successo ad Ale, che era una ragazza molto sensibile".
I familiari non scendono nel merito dei posti di lavoro nei quali Alessandra Baiguini ha tentato la sua strada. "Aveva anche provato a lavorare in una struttura, di Lovere, qui vicino - prosegue la cugina -. Ma ha subìto un episodio di mobbing e si è dimessa. Quando l'hanno richiamata non se l'è più sentita di ricominciare. Ma è stato solo uno dei problemi. Non riusciva più a sopportare il fatto di non avere un posto che le desse un minimo di soddisfazione, con continuità, non dico un posto fisso, ma qualche certezza. E invece era stata rimbalzata da un albergo all'altro".

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