sabato 2 ottobre 2010

pc quotidiano 2 ottobre - l'aquila.. ricostruzione a rilento.. ma le tasse tornano veloci

Va a rilento la ricostruzione post sisma. E il caso approda in consiglio comunale. A un anno e mezzo dal terremoto, i cantieri aperti in città si contano sulle dita di una mano. A confermarlo il vice sindaco e assessore alla Protezione civile, Enea Di Ianni. E, in aula, il dibattito si è più volte acceso. I DATI. Sono 415 le richieste di consolidamento e ristrutturazione arrivate all'ufficio sisma, di cui 149 per gli edifici A, 192 (B), 52 (C) e 22 (E). Complessivamente, però, sono stati autorizzati 114 progetti, di cui 80 (A), 24 (B), 9 (C) e 1 (E). Un terzo dei cantieri, dunque, ha avuto il via libera. Questi i dati forniti durante il consiglio comunale di ieri. La ricostruzione, quindi, è di fatto ferma...


le banche chiedono interessi sulle rate sospese L'allarme viene lanciato da una nota associazione di consumatori, l'Adusbef provinciale.

L'associazione, infatti, informa che sono centinaia i casi di aquilani che, con l'avvicinarsi della riattivazione dei pagamenti (31 dicembre 2010) hanno ricevuto comunicazioni dalla proprie banche di richiesta di pagamenti di somme a titolo di interessi per le rate sospese.

Ma si fa anche presente da parte dell'Adusbef «che con un provvedimento legislativo, il decreto Abruzzo, veniva sospeso il pagamento anche delle rate di mutuo inizialmente fino al 31 dicembre scorso e poi, in virtù di una iniziativa promossa dall'Abi fino al 30 giugno scorso».

«I termini di scadenza» si legge nel provvedimento legislativo, «ricadenti o decorrenti nel periodo che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, cambiali e ad ogni altro titolo di credito avente forza esecutiva, sono sospesi per lo stesso periodo. La sospensione opera a favore di debitori e obbligati anche in via di regresso o garanzia salvo la facoltà degli stessi di riniunciarvi espressamente».

Si stanno evidenziando, dunque, dei fatti eclatanti. Per esempio ad alcuni avvocati aquilani una banca di altra regione, convenzionata da anni con la Cassa forense, ha chiesto il pagamento di interessi per circa undicimila euro.

«Ma a nostro parere» si legge in una nota dell'associazione, «il mancato pagamento delle rate ricadenti nel periodo di sospensione stabilito dalla legge non equivale in alcun modo a ritardato pagamento oppure alla morosità del mutuatario. Sospensione dei termini ex lege equivale a dire non decorrenza dei termini di pagamento per quel determinato periodo di tempo con conseguenziale non esigibilità di interessi».

«In altri termini» affermano gli esperti legali dell'associazione, «il mancato o ritardato pagamento di quelle rate non è imputabile al mutuatario ma a un evento eccezionale e catastrofico al punto da ispirare inevitabilmente il provvedimento legislativo di sospensione».
Queste, comunque. le iniziative che l'Adusbef provinciale intende attuare. Prima di tutto l'invio alle banche di contestazioni della linea attuata e interessamento di tutti gli organi competenti: ovvero l'Abi, la Banca d'Italia, l'ufficio supervisioni delle banche, e l'osservatorio regionale sul credito istituito presso la prefettura del capoluogo di regione.

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