giovedì 16 settembre 2010

pc quotidiano 15-16-17 settembre - muore al suo primo giorno di lavoro...omicidi del capitalismo

...Decapitata da un ascensore mentre fa le pulizie. E' morta così ieri mattina a Roma una donna, dipendente di una ditta di pulizie, decapitata da un ascensore, mentre era insieme alla sorella.
Era il suo primo giorno di lavoro. Si era sporta con la testa dentro la gabbia del montacarichi che non era stato messo in sicurezza. La vittima, Piera Pronti, originaria di Sgurgola, provincia di Frosinone, aveva 45 anni ed era madre di tre figli, di 18, 12 e 8 anni. Il marito è un operaio della Videocon di Anagni in cassa integrazione, per questo Piera Pronti aveva iniziato a lavorare come donna delle pulizie.
Il terribile incidente è avvenuto in uno stabile di via Corvisieri 3, quartiere Nomentano. "È stata una scena raccapricciante - hanno commentato alcuni inquilini del palazzo - abbiamo sentito le grida di disperazione della sorella mentre cercava di estrarre il corpo rimasto incastrato con la testa tra le scale ed il vano ascensori, poi quando siamo corsi abbiamo visto il sangue colare per le scale".
Sotto shock anche la sorella della vittima che ha fatto di tutto per salvarla ma se l’ è vista morire davanti agli occhi. "Sentivo la signora che urlava alla sorella: ‘Non morire non morire, ti prego hai tre figli, resisti, pensa a loro’ ”, ha raccontato la signora Anna, un’ altra inquilina.
La donna, incaricata di effettuare una pulizia straordinaria dell’ ascensore, era andata in via Corvisieri insieme al suo datore di lavoro e alla sorella, dopo che l’ assemblea condominiale aveva deliberato ed affidato alla ditta di pulizie l’ incarico di pulire a fondo le grate di sicurezza dell’ ascensore. Ma secondo le testimonianze e i rilievi effettuati dai carabinieri della compagnia Parioli, che stanno indagando sull’ incidente coordinati dal sostituto procuratore Maria Bice Barborini, la dinamica appare abbastanza chiara. Le due sorelle si erano messe a lavoro senza disattivare l’ ascensore, ma semplicemente lasciando aperte le porte all’ ultimo piano. Un errore che è stato fatale a Piera Pronti. Infatti, un’ anziana residente all’ ultimo piano, ha trovato le porte aperte e, dovendo scendere, è entrata nella cabina premendo il pulsante di discesa, proprio mentre l’ operaia stava con la testa all’ interno del vano ascensore. La cabina, appena tranciata la testa della donna, si è subito arrestata grazie al sistema di sicurezza, ma ormai era troppo tardi. "Non mi darò mai pace per quello che è successo - racconta, tra singhiozzi e grida di disperazione la signora che ha azionato la cabina dell’ ascensore - pensavo che qualcuno, come accade spesso, avesse lasciato aperte le porte senza richiuderle".

14 settembre 2010

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NON E’ MAI UNA TRAGICA FATALITA’

Invece, ancora una volta, questa morte non è stata una tragica fatalità, ma la conseguenza del comportamento criminale di chi aveva la responsabilità della sicurezza della lavoratrice. Vediamo perché.

Le attività appaltate riguardavano la pulizia delle griglie che delimitano il vano in cui scorre l’ ascensore, sia dall’ esterno, che dall’ interno.
Ora, mentre per la pulizia esterna, non era necessario entrare all’ interno del vano, evidentemente per la pulizia interna la donna ha avuto la necessità di sporgersi dentro al vano stesso, evidentemente con una scala, in quanto le protezioni del vano hanno un’ altezza tale (minimo 2 m) che impediscono l’ accesso stazionando sul pianerottolo o sulle scale.

In questo caso (intervento su impianto ascensore), oltre al D.Lgs.81/08 che si applica a tutte le attività lavorative, le lavorazioni sono regolate anche dal D.P.R.162/99, recepimento della Direttiva comunitaria 95/16/CE.

In particolare l’ articolo 15 comma 1 di tale Decreto stabilisce che:
“Ai fini della conservazione dell’ impianto e del suo normale funzionamento, il proprietario o il suo legale rappresentante sono tenuti ad affidare la manutenzione di tutto il sistema dell’ ascensore o del montacarichi a persona munita di certificato di abilitazione o a ditta specializzata ovvero a un operatore comunitario dotato di specializzazione equivalente che debbono provvedere a mezzo di personale abilitato.”
L’ accesso a “tutto il sistema dell’ ascensore” (quindi anche l’ accesso all’ interno del vano che ne delimita la corsa) è quindi consentito esclusivamente al manutentore abilitato o comunque solamente in sua presenza.

Nel caso in questione, trattandosi di condominio, la responsabilità è del legale rappresentante del condominio stesso, cioè dell’ amministratore, che ha affidato la pulizia dell’ impianto ascensore, anche all’ interno del vano, non a ditta specializzata con manutentore abilitato, ma a una ditta di pulizia che non poteva avere nessuna competenza in merito.
Eventualmente l’ amministratore del condominio avrebbe dovuto affidare la pulizia a ditta non specializzata in impianti ascensore, ma chiedendo, durante le lavorazioni dentro il vano, la costante presenza, per le messa in sicurezza dell’ impianto, di manutentore abilitato.

Ma la colpa è anche del datore di lavoro della ditta di pulizie, tra l’ altro presente almeno all’ inizio delle lavorazioni, che ha accettato di eseguire un lavoro su un impianto per il quale non aveva nessuna competenza, né tantomeno abilitazione a intervenire e che non ha valutato minimamente la possibilità, dimostratasi poi purtroppo non remota, che l’ ascensore potesse muoversi durante le pulizie dentro il vano.

Se i giornalisti, al di là della ricerca di toni raccapriccianti e di considerazioni lacrimevoli, dicessero come sono andate veramente le cose, con il dovere di documentarsi prima di scrivere, forse sarebbe più chiaro a tutti che quando muore un lavoratore non si tratta mai di una “tragica fatalità”.

Marco Spezia
della rete nazionale sicurezza sul posto di lavoro

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