sabato 11 settembre 2010

pc quotidiano 11-12 settembre - alla Indesit la fiom firma l'accordo con fim uilm ugl per gli esuberi del gruppo

un accordo-ricatto stile pomigliano, con tanto di "mediazione" del ministro sacconi, che la fiom questa volta firma con fim-uilm e ugl.... e pensare che solo 1 mese fa, sui giornali del 30 luglio, per voce del suo segretario provinciale Mirco Rota, commentando i risultati del gruppo indesit che ha chiuso il 2 trimestre 2010 con ricavi pari a 671,6 milioni di euro, tuonava: "ora indesit riveda il piano", "con questi risultati, che lo stesso cda ha definito oggi "molto positivi", il gruppo indesit dovrebbe ringraziare i propri lavoratori anziche chiudere gli stabilimenti e licenziare oltre 500 persone con il suo piano industriale" e ancora "il buon andamento sia del fatturato che della redditività raggiunti grazie anche alle risorse pubbliche messe a disposizione con gli incentivi(e alla produttività degli operai che ha raggiunto il 130% attraverso accordi aziendali sottoscritti anche dalla fiom ndr.), dovrebbero chiamare il gruppo ad una più attenta politica industriale evitando di scaricare le conseguenze del piano industriale sui lavoratori".

lo stesso film già visto nell'accordo di ristrutturazione alla tenaris dalmine, quando lo stesso Rota ripeteva le stesse argometazioni dell'amministratore delegato della Tenaris per giustificare la crisi:"l'eccessiva capacità produttiva in rapporto con l'attuale richiesta di mercato e la continua concorrenza cinese, sono elementi che sopratutto per il futuro determinano una situazione di incertezza", tanto che a fine dicembre 2009 firmava unitariamente con fim e uil un accordo che prevede un taglio di oltre 741 posti di lavoro nei prossimi anni con tanto di peggioramenti da subito per gli operai in termini di flessibilità e turnistica.
ora in altra forma si ripropone la stessa storia anche alla indesit con i sindacati confederali che accettano i piani dei padroni e dicono in coro, prima le ricollocazioni e poi potete chiudere.

ancora una volta la fiom che agisce a bergamo è distante anni luce da quella dura e pura che si vuole far apparire a livello nazionale e il suo segretario Mirco Rota che si era messo in bella mostra, assieme a cremasci, rinaldini e compagnia bella, fuori dai cancelli a fianco degli operai della Innse, è sicuramente più interessato alla mediazione e ad apparire sui media come il difensore dei lavoratori, piuttosto che distinguersi dagli altri sindacati venduti e a tradurre in pratica nelle fabbriche di bergamo gli insegnamenti vincenti di quella lotta.....forse è anche per questo che farà il balzo a segretario regionale fiom, proposto e incoronato in questi giorni dallo stesso segretario nazionale Landini.

seguono le prese di posizioni dello Slai COBAS per il sindacato di classe bergamo
sull'accordo e sulle assemblee incazzate del giorno dopo alla indesit di brembate

09-09-2010

COMUNICATO STAMPA

Anche alla Indesit, come nell'accordo alla Fiat di Pomigliano, il ruolo del
ministro del lavoro Sacconi si dimostra essenziale per far passare i piani
dei padroni per mantenere alti i loro profitti sulla pelle degli operai.


Così dopo aver annunciato nell'intervista il giorno prima dell'incontro al
minstero (sole 24 ore del 8 settembre) dall'amministratore delegato della
Indesit Marco Milani che l'obbiettivo è di risolvere velocemente la vertenza
con il sindacato:"perchè se non troviamo ora una soluzione che sia la meno
dolorosa possibile guardando al medio termine, alla lunga la situazione
potrebbe diventare molto più complicata".





nell'incontro di ieri a roma al ministero del lavoro con la "mediazione"
diretta del ministro Sacconi, fim-fiom-uilm-ugl e indesit hanno sottoscritto
un verbale che sempre lo stesso giornale di confindustria definisce come il
"primo accordo per gli esuberi del gruppo indesit".



in sintesi da oggi indesit potrà iniziare il processo di ricollocamento, di
trasferimento nelle altre sedi e di incentivazione all'esodo dei 500
lavoratori degli stabilimenti di brembate e refrontolo e il tutto dovrà
avvenire in "costanza di produzione negli stessi stabilimenti come primo
tassello della realizzazione del suddetto piano".



a novembre si farà una verifica "dello stato di avanzamento dei processi
avviati" con riferimento al ricollocamento dei dipendenti (l'azienda ha
stanziato una dote fra i 10 e i 20 mila euro per favorire le riassunzioni) e
alla prosecuzione del confronto con i sindacati sul piano industriale italia
che comprende investimenti per 120 milioni e la chiusura dei 2 stabilimenti
citati sopra.



in sintesi secondo l'azienda il punto è che i 2 siti non competitivi:
producono meno di quanto sarebbe necessario per bilanciare i costi.

a brembate indesit produce ogni anno 300mila lavatrici a caricamento
dall'alto, a refrontolo 10mila pezzi cosidetti speciali. in totale il gruppo
produce 13 milioni di pezzi all'anno.

riteniamo necessario accorpare le 2 produzioni agli stabilimenti a casera e
fabriano...



sempre ad milani nell'intervista del giorno prima ribadiva:"tagli necessari,
ma pronti a discutere di flessibilità con i sindacati"....per ridurre le
pause da 30 a 20 minuti e intrvenire su turni e orario di lavoro...."tutto
questo avverrà all'interno del contratto nazionale".



come già successo qualche anno fa negli accordi aziendali sottoscritti vedi
l'articolo "Accordi di flessibilità al nord" del sole 24 ore del 16
settembre 2007, che mette in luce come "a livello locale si firmino accordi
anche molto innovativi su flessibilità e straordinario".

Alla Indesit company un gruppo che in italia conta 5500 dipendenti con
stabilimenti (torino, treviso, bergamo, fabriano, ascoli piceno, caserta),
come dice soddisfatto il responsabile delle relazioni industriali,è stato
"ottenuto" nel contratto aziendale, "firmato l'anno scorso in tre mesi e
senza un'ora di sciopero, che toglie i tetti alla flessibilità. Per
bilanciare la scelta, i lavoratori finiscono in un "bacino" al quale la
società deve attingere per le assunzioni, con un criterio di anzianità
aziendale. "abbiamo reso l'azienda flessibile superando il concetto di
precarietà e sostituendolo con la sfida: se cresciamo, aumentano gli
occupati".

Altro elemento di garanzia, i contratti a termine vengono trasformati a
tempo indeterminato in 48 mesi, un limite che però gradualmente si
abbasserà.

"abbiamo eliminato il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e con un uso
attivo e passivo della flessibilità affrontiamo i picchi di lavoro",
continua stango. Un accordo firmato da tutti fiom compresa.




ma ritornando all'accordo odierno la multinazionale ricorda che un programma
analogo di ricollocamento è stato attuato per alcuni siti inglesi: il 70/80%
degli esuberi è stato ricollocato in 6 mesi. lo stesso dovrebbe avvenire nel
bergamasco dove il tasso di disoccupazione è del 4 % e considerando anche
l'eventuale trasferimento in altre sedi del gruppo in italia.



non ha caso l'economista del corriere della sera di vico il 2 settembre
parlava di:

"Indesit, a Brembate Sopra la Pomigliano della lavatrici"...........


Insieme al più famoso Sergio Marchionne c'è un altro top manager che si sta
ponendo da qualche tempo la stessa inquietante domanda: "Ci sono ancora le
condizioni per produrre in Italia consistenti volumi di lavatrici e
frigoriferi?". Marco Milani è da sei anni l'amministratore delegato della
Indesit, il gruppo che fa capo all'ex presidente della Confindustria
Vittorio Merloni, considerato negli ambienti sindacali tutt'altro che un
falco.

Come si può constatare tra il caso Fiat e quello Indesit ci sono sicuramente
analogie ma anche differenze. La produzione di elettrodomestici somiglia
molto all'auto perché sono entrambi beni di consumo durevoli e richiedono in
fabbrica il ricorso alla linea di montaggio quindi rendono decisivo il
negoziato sulle pause e sulla flessibilità.
Contrariamente a Marchionne, che è andato persino al Meeting di Rimini,
Milani sta attentissimo a non esporsi, ma la sensazione è che stia per
iniziare l'autunno più lungo delle relazioni industriali made in Italy. Non
solo a Pomigliano.


indesit:assemblee incazzate
contestazioni operaie a fim fiom uilm
delegato Ugl della indesit salvato dalla digos

oggi si sono tenute le assemblee nei tre turni dello stabilimento indesit di
brembate con accese discussioni tra i lavoratori e i sindacalisti e anche
tra delegati (attaccato delegato ugl, che ricordiamo è stato il primo
sindacato che se ne è andato dal presidio ai cancelli dopo primo incontro al
ministero) e anche tra lavoratori , pare siano volate anche sedie, sul primo
turno...

tanto che è stata chiamata la presenza dei carabinieri per garantire le
altre assemblee.

quelle che seguono sono le prime dichiarazioni dei sindacalisti dopo accordo
al ministero che apre la strada alla chiusura della fabbrica di brembate
(alla fine il comunicato ugl)

soddisatto il segret. uilm: gianluca ficco:una rottura sarebbe stata
disastrosa per i lavoratori di brembate e refrontolo."

minimizza invece evaristo agnelli."l'accordo lascia tutto aperto. le tappe
dovranno essere verificate"

Anna Trovò, segretario nazionale della Fim che segue la vertenza.
"L'incontro ha avuto un esito positivo perché si riprende dai contenuti del
piano industriale, non è stato facile e nemmeno scontato - spiega Trovò -
grazie all'importante mediazione del Governo, svolta con energia dal
ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e dal vice ministro dello Sviluppo,
Stefano Saglia, le rigide posizioni aziendali sono state smussate. Ora
vedremo quali strade si riusciranno a percorrere". A questo punto per i
metalmeccanici della Cisl è necessario un vero cambio di approccio anche da
parte aziendale. "Noi ci confrontiamo senza pregiudiziali con soluzioni che
tutelano l'occupazione e, allo stesso tempo, consentono uno sviluppo delle
attività - sottolinea Trovò - all'azienda chiediamo la stessa responsabilità
e disponibilità, ovvero la ricerca di soluzioni positive, realmente a tutela
del lavoro e della professionalità delle persone".
Resta vigile la Fim di Bergamo, dove ha sede uno degli stabilimenti a
rischio chiusura, quello di Brembate. "Indesit pretendeva, anche in questa
sede (mistero dello Sviluppo) la condivisione, a priori, del sindacato sulla
chiusura dei sue siti produttivi del gruppo - dichiara Ferdinando Uliano,
segretario generale Fim Bergamo - e poi si sarebbe resa disponibile a
gestire le conseguenze di tale decisione. Netta quindi l'indisponibilità a
far partire una trattativa sul piano industriale come il sindacato sta
rivendicando da oltre due mesi e mezzo". Ieri i contenuti del verbale sono
stati illustrati in assemblea ai lavoratori di Brembate. "I lavoratori hanno
ben compreso - conclude Uliano - quanto sia stato strumentale fino a oggi il
comportamento del gruppo Indesit e quanto sia stata pretestuosa la decisione
di cancellazione, fatta agli inizi di agosto, dell'incontro previsto. I
lavoratori confidano che anche con la sottoscrizione del verbale di accordo
da parte del ministro, cosa non scontata, veramente si apra un confronto a
tutto campo sul piano industriale che possa dare garanzie occupazionali e
industriali per Brembate".

Intanto il coordinamento Fim Fiom Uilm del Gruppo Indesit, invita i
lavoratori a sostenere il confronto con una iniziativa di mobilitazione ,
della durata di un'ora, da gestire in tutti gli stabilimenti secondo le
indicazioni delle Rsu.



Indesit, De Rosa UGL : "Accordo primo passo in avanti" A Brembate episodio
spiacevole dopo assemblea

Data: 09/09/2010



"L'accordo firmato presso il ministero dello Sviluppo Economico sulla
vertenza Indesit è un primo passo in avanti a tutela dei lavoratori di
Brembate e Refrontolo".
Lo dichiara Laura De Rosa, vice segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici
con delega al bianco ed elettrodomestici, sottolineando che "all'incontro di
verifica, previsto per novembre, si dovrebbe arrivare con soluzioni concrete
per garantire un futuro ai dipendenti".
Dopo un'assemblea presso la Indesit di Brembate, Andrea Pirola, rsu dello
stabilimento, nonché segretario provinciale di categoria, è stato aggredito
verbalmente da colleghi di altri sindacati. Esprimendo solidarietà e
vicinanza al rappresentante dell'Ugl, De Rosa ha ribadito che "nonostante
l'episodio molto spiacevole, restiamo convinti che l'unica strada per
difendere l'occupazione e il futuro produttivo dei due stabilimenti ancora a
rischio è rispettare gli impegni assunti con il Gruppo".
"Fin quando è stato giusto e utile protestare - spiega la sindacalista - lo
abbiamo fatto anche noi, perché sindacati e lavoratori avevano ricevuto
all'inizio di questa vertenza un piano industriale contenente decisioni
gravi e unilaterali. Ma una volta aperta la trattativa, con la mediazione
del governo, abbiamo ritenuto doveroso, come sempre in questi casi,
rispettare gli impegni assunti. Ed è esattamente quello che continueremo a
fare".

slai cobas per il sindacato di classe bergamo
tenaris dalmine-bayer-technymon
sede via bonomelli 9 cobasdalmine@infinito.it 335 5244902

Nessun commento:

Posta un commento