martedì 13 luglio 2010

pc quotidiano 13 luglio dall'Aquila Senza tetto, ma legge

TERREMOTO: QUESTURA ROMA, DUE DENUNCE PER MANIFESTAZIONE AQUILANI = PROMOTORE MANIFESTAZIONE E APPARTENENTE A CENTRO SOCIALE Roma, 12 lug. - (Adnkronos) - Una prima informativa predisposta dalla Digos contenente una ricostruzione dei fatti avvenuti a Roma, durante la manifestazione indetta dai Comitati dei terremotati della Provincia de L'Aquila è stata consegnata all'autorità giudiziaria. Lo precisa la Questura di Roma sottolineando che sono state segnalate due persone: il promotore della manifestazione e un appartenente al Csa di Roma La Strada. M.E. di 39 anni, promotore della manifestazione, è stato segnalato per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità di Polizia, in quanto l'iniziativa si è svolta senza tenere conto delle modalità concordate. C.G. di 26 anni, noto antagonista romano appartenente al Csa La Strada, è stato segnalato all'autorità giudiziaria per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità di polizia. C.G., fa sapere la Questura di Roma, «noto antagonista romano» è stato più volte denunciato in occasione di manifestazioni non autorizzate. L'ultima denuncia risale all'ottobre scorso per i reati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e altro in occasione di tafferugli tra antagonisti e forze dell'ordine nel corso di una manifestazione contro i Cie.

Senza tetto... ma Legge!

L’imperatore è nudo e gli affari delle cricche sinora venuti a galla svelano sempre di più la vera identità di un Stato che si è fatto Mafia e regola i suoi conti con chi chiede uguaglianza, diritti, giustizia e trasparenza, a suon di manganellate, repressione, denunce, menzogne.

Il 7 luglio a Roma, circa 8000 terremotati aquilani e persone solidali hanno partecipato compatte a una giusta e sacrosanta manifestazione per rivendicare diritti e dignità.

Sia gli uni che l’altra ci sono stati ancora una volta negati. Dopo averci espropriati del diritto alla terra, alla casa, al lavoro, alla libertà, all’autodeterminazione, ad essere protagonisti della ricostruzione della nostra città e del nostro futuro, ci è stato espropriato anche l’orgoglio della nostra lotta e della nostra giusta rabbia. Una rabbia umiliata al rango di disperazione per tutti i mass media, a quello di martiri per la sinistra istituzionale, a quella di ingrati, straccioni e fannulloni, neanche capaci di lottare da sé, per il governo Berlusconi e tutti i guardiani della cricca.

E’ vero, a spingere dietro i cordoni di blue-block in assetto antisommossa c’erano circa 8000 infiltrati: giovani, donne e uomini, lavoratori, disoccupati, bambini, anziani, sindaci e gonfaloni, colpevoli di vivere in un camper da 15 mesi, di non avere un tetto, di aver perso tutto, colpevoli di urlare la loro rabbia a tutto il paese, contro le promesse non mantenute e le menzogne di questo regime, colpevoli di rivendicare il diritto all’esistenza e alla giustizia su questa terra

Queste le nostre colpe!

Non siamo disperati ma sempre più arrabbiati per questa “giustizia” a senso unico, che di fronte all’impunità di questo governo criminale, innalza al patibolo 2 capri espiatori per criminalizzare le lotte e distrarre l'opinione pubblica dal problema reale che affligge non solo i terremotati aquilani, ma tutta l’Italia: rovesciare questo sistema di corruzione e ineguaglianza che in nome del profitto e dei lussi di pochi, produce lutti, disoccupazione, miseria, ingiustizia per molti.

Non siamo disperati, ma esasperati perché con L’Aquila vogliono uccidere un’intero paese chiamato Italia e per questo siamo grati alle persone, ai lavoratori, ai compagni e alle compagne di tutto il paese, ai sinceri democratici, di essere al nostro fianco, di condividere la nostra rabbia e la nostra lotta.
Per questo siamo al fianco di chi si batte per un cambiamento a 360° di questo sistema, che con le inchieste sul G8, sul terremoto dell’Aquila e la gestione del post-terremoto, ha mostrato solo una punta dell’iceberg che ancora pochi in buonafede, si ostinano a non vedere, accecati dal fumo della propaganda berlusconiana.

Abbiamo capito che la nostra verità non si può intrappolare dietro gli schermi di una tv di regime e siamo convinti che la nostra speranza non trova spazio nei palazzi del potere ma nella nostra capacità di autorganizzazione, nella nostra ribellione, nella solidarietà.

Le lotte non si processano, si processano i veri criminali, i vari Berlusconi, Bertolaso, Scajola ecc. Se non lo fa la magistratura, saremo noi a farci giustizia, verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte:

Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso e
per sempre coinvolti!


Siamo tutti aquilani!

Solidarietà con i denunciati del 7 luglio!

ribellarsi è giusto!

Nessun commento:

Posta un commento