mercoledì 14 luglio 2010

pc quotidiano 14 luglio - Milano una Expo del malaffare

UN EXPO A MISURA DI ‘NDRINA

Ormai solo gli struzzi o chi in malafede può continuare a difendere Expo 2015. Gli arresti di ieri non fanno che confermare un quadro che già tre anni fa era evidente: Expo è una grande opportunità per ‘ndrangheta e mafia, lo strumento ideale per lavare soldi sporchi e arricchirsi di profitti puliti.
In questi anni diverse inchieste della Magistratura hanno evidenziato il problema, solo Moratti, De Corato, Formigoni e il Prefetto sembrano non vederlo, preferendo distogliere l’attenzione dei milanesi, individuando di volta in volta pericolosi soggetti, cui rivolgere accuse e deliri securitari. Come se non bastasse, alla piovra criminale si somma la piovra politica, spesso affine alla prima come le indagini sembrano evidenziare, e in particolare il sistema di potere e clientelare che Formigoni e gli uomini della Compagnia delle Opere hanno in tutta la regione.
Oggi tutta l’operazione Expo si può dire sia gestita da uomini Cdo: da Sala, A.D. di Expo Spa, a Fiera, proprietaria delle aree, al tavolo Lombardia controllato da Formigoni, che si occupa di tutte le opere infrastrutturali, ai comuni più interessati all’evento (il sindaco a Rho, Masseroli l’uomo del PGT di Milano, i comuni della Brianza interessati da Pedemontana e altri progetti previsti in nome di Expo). La vicenda dell’acquisto delle aree, inoltre, rende ancora più chiaro che gli appetiti affaristici sono tanti e che s’intrecciano alle lotte intestine alla destra per le prossime elezioni amministrative. Appetiti ben evidenziati dalla dichiarazione del Sindaco Moratti, che lamenta l’assenza della città di Expo dal nuovo gioco Monopoli, in effetti sarebbe il posto più adatto in cui collocare la rassegna.

In questo contesto solo Boeri e il PD milanese continuano a reclamare soldi e attenzioni per Expo, forse perché devono salvare il proprio ruolo di archistar e la fetta di business per le Coop. Siamo al ridicolo, con la proposta di nuove aree dove fare la rassegna (da Arese a Porto di Mare) e con Tremonti che si erge a paladino degli Expo-scettici, dopo aver devastato scuola, università e ricerca per trovare i soldi per le grandi opere. Così come fa sorridere l’ingenuità di chi scopre solo oggi i rischi speculativi legati a Expo e propina un inutile referendum dal sapore elettorale, imbarcando chi continua a ritenere l’evento una grande opportunità per la città.
Solo un soggetto manca nella tragi-farsa: la popolazione della metro-regione Milano, coloro che pagheranno i costi per i guadagni di lorsignori. Sembra che Expo cali dall’alto e i soldi maturino nelle fantomatiche serre. Sappiamo bene che non è così, che la città sta già pagando i costi di Expo uniti e sommati a quelli della crisi. E che solo la lotta può ostacolare certe derive....


Comitato No Expo – 14 luglio 2010

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