martedì 6 luglio 2010

pc quotidiano 6-7 luglio No all'esercito professionale!

Passo dopo passo si rafforza lo Stato reazionario della borghesia imperialista italiana. Sempre più in senso militare e totalitario, necessario per l'aggressione ai popoli ( le "missioni internazionali di pace", la lotta al "terrorismo"), la risoluzione delle controversie interimperialistiche ("salvaguardia degli interessi nazionali") e l'intervento interno ("pubblica calamità" e "in altri casi di straordinaria necessità e urgenza", cioè respingimenti di immigrati e ordine pubblico).
Il governo, con i ministri La Russa e Meloni, finanzia la mini-naja con 20 milioni in 3 anni selezionando 1500 giovani all'anno, in un'età compresa tra i 18 e i 30 anni, "bravi, competenti e atletici", in addestramento militare per 3 settimane.
E' un provvedimento che punta alla formazione di un esercito di soldati scelti, educati nei "valori" della patria, cioè mercenari imbevuti di autoritarismo e di sopraffazione, pronti ad ubbidire irrigimentati.
Così come la controriforma Gelmini è il suo contraltare sul piano della scuola, anche questo provvedimento punta sulle nuove generazioni per coinvolgerle nell'edificazione di un altro modello di Stato, quello che nella storia del nostro paese si è già realizzato come fascista.
(Il ministro Meloni aveva già portato a casa il finanziamento alle "Comunità giovanili", una sorta di centri sociali di stato, che qualcuno aveva chiamato Comunità Balilla).
Chi meglio del personale politico dell'ex MSI, che si è formato nei campi paramilitari in funzione anticomunista -i campi Hobbit-, legato ai vertici delle forze armate e ai padroni dell'industria bellica, Finmeccanica in testa, poteva realizzare questo obiettivo che va nella direzione della costituzione di un moderno esercito professionale?
Al servizio della Nato/USA oppure dell'Europa, comunque sempre al servizio degli interessi dei padroni, nei confronti dei quali non c'è alcuna differenza tra gli schieramenti politici in parlamento, tra i governi di qualunque colore che hanno portato morte e oppressione in Somalia, Serbia, Irak, Afghanistan..
Questa mini-naja continuerà nella solita menzogna già forgiata dalla sinistra di palazzo delle guerre umanitarie, per la pace, e lasceranno l'art. 11 della Costituzione a fargli da paravento mentre occupano le terre dei popoli oppressi.
Le forze parlamentari dell'opposizione e i sindacati confederali non potranno esercitare nessuna opposizione in quanto complici di una politica tesa a rafforzare lo stato, ben consapevoli del ruolo fondamentale della Difesa.
La sinistra ex parlamentare non andrà oltre la denuncia dell'aumento delle spese militari e della difesa dell'art. 11 della Costituzione e dell'imperialismo europeo. Ma noi non dimentichiamo che nella loro azione di governo sono stati il puntello sociale della politica imperialista nell'opposizione sociale.
Il movimento antimperialista per avanzare deve necessariamente sbarazzarsi di concezioni sbagliate e della delega agli immondi conciliatori e lottare per il rovesciamento di questo stato.

prolcomra
06/07/2010

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