mercoledì 14 luglio 2010

pc quotidiano 15 luglio - Basta accordi di "pace" sulla pelle del popolo palestinese!

Oltre l'aiuto concreto al popolo di Gaza sotto assedio, le navi pacifiste hanno il merito di tenere alta la
denuncia sui crimini dello stato d'Israele, a cominciare dall'embargo contro la popolazione sopravvissuta
al massacro. L'uccisione dei pacifisti con l'assalto israeliano del 31 maggio alla Gaza Fredoom Flottilla
non ha fermato i convogli umanitari che vogliono rompere l'assedio ed ha mostrato alle masse di tutto il
mondo l'arroganza di questo stato terrorista sostenuto da USA ed Europa che può permettersi qualunqhe cosa, come uccidere in acque internazionali e crearsi una propria commissione d'inchiesta sulla strage con elementi scelti dallo stesso governo terrorista. E in risposta a questo, l'Europa imperialista riconosce il "diritto" di Israele al blocco navale di Gaza.
L'Italia di Berlusconi-Frattini è in prima fila nell'appoggio a Israele e l'accordo Italia-Israele, stabilito
dalla Legge 17 maggio 2005 n. 94, rimane il caposaldo della cooperazione militare, che riguarda l’importazione, esportazione e transito di materiali militari, la formazione/addestramento delle forze armate.
Ma ora la parola e le azioni devono passare al popolo palestinese, dato che la politica della "soluzione
finale" contro il popolo palestinese del cane da guardia degli interessi imperialisti in Medio Oriente,
Israele, sta proseguendo senza soste.
Come sempre nella storia della resistenza palestinese i negoziati di pace sono la legittimazione dell'occupazione dello stato sionista che non riconoscerà nessun punto della piattaforma storica del
movimento di liberazione nazionale palestinese, dal diritto alla sua terra occupata nel '48 e '67, al ritorno
dei profughi, da Gerusalemme alla liberazione dei prigionieri.
Infatti sono ricominciate le riunioni preparatorie per un nuovo negoziato: Netanyahu incontra Obama
per avere l'appoggio e per continuare gli insediamenti delle colonie in Cisgiordania e Gerusalemme est,
mentre il capo del governo di Ramallah, Salam Fayyad, ha incontrato il boia Barak, ministro della difesa
israeliano.
In quest'ultima riunione, l'ANP si è detta disponibile, addirittura, a fare intervenire la Nato in Palestina
a "garantire" i confini del nuovo stato! Cosa significhi questo basta pensare a cosa è successo nei Balcani
per il Kossovo.
L'ANP è ormai screditata dal suo stesso popolo e persegue la politica repressiva al suo interno contro
giornalisti, intellettuali e insegnanti accusati di essere simpatizzanti di Hamas.
Le forze della resistenza armata contrari alla linea negoziale, Hamas, Jihad e FPLP, però sono realtà che,
in questi anni, non hanno fatto avanzare la causa palestinese.
Da queste premesse non può che scatenarsi una nuova Intifada per rispondere all'aggravarsi della
condizione di vita del popolo palestinese. Da questa nuova stagione di guerriglia contro lo stato
colonizzatore e terrorista d'Israele può emergere una nuova classe dirigente che, sul campo di battaglia,
si dimostri alternativa alle due più importanti organizzazioni della resistenza palestinese, L'ANP e
Hamas, e che si formi nel nuovo internazionalismo portato dalle guerre popolari nel mondo, dall'India al
Nepal, Filippine, Perù, Turchia. La lotta armata per l'autodeterminazione nazionale del popolo
palestinese è a queste esperienze vincenti che deve guardare per vincere.

prolcomra
14/07/2010

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