martedì 22 giugno 2010

pc quotidiano 22 giugno - La posizione di Operai Contro a Pomigliano

1 Marchionne è isterico ed ha ragione di esserlo. La FIOM, il sindacato che organizza la maggioranza degli operai ha detto NO all’accordo. Qualunque sia il risultato del referendum gli operai iscritti alla FIOM e i loro sostenitori sono liberi di organizzare gli scioperi e le proteste necessarie per difendere i loro diritti conquistati con più di cento anni di lotta.

2 La scelta più conseguente di fronte a questo referendum, che è una truffa, è quella di non andare a votare. Con meno della metà di votanti perde anche formalmente qualunque valore. La Fiat lo sa ed ha imposto a tutti la presenza. I tabulati dei voti andranno nelle mani della direzione e sarà facile individuare “i non interessati” che verranno condannati al licenziamento.

3 La presenza massiccia di tutti gli operai in fabbrica può diventare un’occasione buona per organizzare dall’interno il boicottaggio del voto. Uno sciopero al momento di andare alle urne con un corteo che abbandona lo stabilimento diventa un evidente rifiuto collettivo . Difficile da realizzare ma non impossibile.

4 Spinti a partecipare con la paura di rappresaglie, impossibilitati ad una protesta collettiva ci rimane una sola scelta: votare e votare NO. Qui sta il punto, Marchionne vuole un SI unanime sul suo piano e se lo deve sognare. Se i NO assieme alle astensioni ed alle schede bianche e nulle superano il 50% il referendum è comunque fallito. Tutti dicono che vinceranno i SI ma il problema è con quali percentuali? Se i SI non raggiungeranno il 70% degli aventi diritto al voto la FIAT ha perso la partita del famoso coinvolgimento. Un 30% degli operai che non ci stanno
sarà un bel problema.
Truccheranno le schede? Se i SI non saranno sufficienti è possibile, hanno in mano il controllo totale dei seggi. Ma devono stare attenti, i conti li sappiamo fare anche noi.

5 Marchionne ha già fregato gli operai polacchi; gli ha imposto le sue condizioni capestro; quelli hanno accettato e oggi finiscono in mezzo ad una strada. Votando SI, se mai Pomigliano ripartirà
sarà sempre in pericolo, basterà trovare da qualche parte operai disposti a scendere più in basso e la fine sarà segnata. Votare SI vuol dire esporre la fabbrica al pericolo di chiusura, chi potrà opporsi se i conti del mercato non tornano? Forse gli operai che si sono piegati senza resistere al ricatto del padrone? Forse i capi sempre pronti a capire le necessità della direzione? Forse i chiacchieroni politici che stanno facendo chiudere Termini Imerese nel più assoluto silenzio.

6 Meno saranno i SI al piano Fiat, più saremo forti come operai, più la fabbrica sarà difesa. Se ci è permesso usare gli stessi sistemi della FIAT mettiamo Marchionne di fronte ad un legittimo ricatto o ci riporta al lavoro rispettando i nostri diritti e le leggi che li regolano oppure sarà il diretto responsabile delle tensioni sociali che il tentativo di chiudere Pomigliano scatenerà in tutta la regione.

Marchionne non ha rispetto per gli operai, tantomeno per la FIOM e nemmeno per i sindacalisti che gli hanno fatto da tappeto. A Pomigliano deve abbassare la cresta.

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