lunedì 21 giugno 2010

pc quotidiano 21 giugno -speciale Fiat 2 - 1 - la nostra critica all'accordo Fiat

A PREMESSA DELL'ACCORDO

”L'azienda ribadisce che, al fine della realizzazione del Piano si debbano concretizzare le condizioni che rendono operativo e praticabile, mediante l'adesione effettiva dei soggetti interessati, quanto convenuto per la sottoscrizione della presente ipotesi di accordo”.
In questo punto è formalizzato in forma anomala rispetto agli accordi sindacali ordinari una sorta di clausola di dissolvenza, per cui “l'adesione effettiva dei soggetti interessati”, intesa ben oltre i sindacati firmatari dell'accordo, viene posta a condizione della realizzazione del piano. Di conseguenza, il ricatto è permanente e l'accordo può essere disdetto unilateralmente dall'azienda quando essa ritenga che manchi “l'adesione effettiva”.

A pag. 3 dell'accordo, dopo aver esposto il progetto, si aggiunge:
“fatti salvi eventuali slittamenti dell'avvio produttivo e della data di lancio del prodotto dovuti alla complessiva situazione economica internazionale e/o alle condizioni generali del mercato autoveicolistico, oltre che al ritardato avvio degli investimenti derivante dal protrarsi dalla trattativa sindacale per la sottoscrizione del presente accordo”.
A parte l'ultima frase che chiaramente vuole solo rafforzare l'intimazione ricattatoria e imporre subito la firma dell'accordo come condizione dell'avvio produttivo, con l'inserimento di questa altra premessa nell'accordo la Fiat dice tranquillamente che gli impegni possono essere elusi come e quando vuole, rispetto a generici quanto incontrollabili eventi nella fase di crisi, sempre possibili oggi. Quindi non c'è nessun vincolo per l'azienda. Nè per i tempi di avvio della produzione della Panda, nè, anche, – visti i generici richiami a situazione internazionale e mercato – per la presenza del gruppo sul territorio e la conservazione dei posti di lavoro.
L'azienda pretende la schiavitù dei lavoratori ma si riserva la libertà del bluff.

I PUNTI DELL'ACCORDO:

L'accordo introduce i 18 turni, dal lunedì al sabato, 8 ore su 3 turni, la settimana lavorativa avrà inizio alle ore 6 del lunedì e cesserà alle ore 6 della domenica successiva. il riposo individuale settimanale sarà a scorrimento. Il 18° turno sarà coperto con la retribuzione di Par, festività, e con cumulo della mezz'ora accantonata per turno. Nella manutenzione i turni sono 21. Per i lavoratori del turno centrale l'orario va dalle 8 alle 17 con un'ora di intervallo non retribuita.
Cosa significa passare a 18 e addirittura 21 turni, in termini di fatica, di stress, di sconvolgimento della vita individuale e familiare lo sanno bene gli operai della Fiat di Melfi che non per 18 ma contro 17 turni hanno in passato duramente lottato.
Ma qui vi è anche la beffa, il 18° turno “cadente tra le ore 22 del sabato e le 6 del giorno successivo o dalle ore 22 della domenica alle ore 6 del giorno successivo” se lo devono pagare i lavoratori, utilizzando permessi, festività, ecc. O come vedremo nei punti successivi sarà lavorato.
Una turnazione fatta in deroga, come tranquillamente dice l'accordo, a quanto previsto dalla L. 66/03 in materia di riposi giornalieri e settimanali.

Con questa turnazione la pausa mensa viene spostata a fine turno, con mezz'ora retribuita e con orari per mangiare che diventano abbastanza assurdi per il 2° e 3° turno°: dalle 21,30 alle 22 e dalle 5,30 alle 6.
Questo spostamento ha lo scopo di un utilizzo pieno del turno da parte della azienda; per gli operai significa aumento della fatica, con conseguenze su salute e sicurezza, con sconvolgimento del normale ciclo alimentare. Ma per Marchionne gli operai non sono persone che devono mangiare quando è necessario, ma quando lo vuole il padrone.

Il lavoro straordinario: 80 ore annue pro capite, senza preventivo accordo sindacale, da effettuare a turni interi. Il lavoro straordinario potrà essere effettuato nel 18° turno già coperto da retribuzione o nelle giornate di riposo. L'azienda comunicherà ai lavoratori di norma con 4 giorni di anticipo, e terrà conto di esigenze personali entro il 20% con sostituzione con volontari...
Con accordo individuale tra azienda e lavoratore, l'attività lavorativa sul 18° turno potrà essere svolta a regime ordinario con la sola maggiorazione del lavoro notturno.
Il lavoro straordinario nell'ambito delle 200 ore pro capite potrà essere richiesto anche durante la mezz'ora di mensa, con un preavviso che si riduce a 48 ore.
Le ore di straordinario complessive aumentano a 120 (40 già previste nel contratto + 80 di quest'accordo). L'azienda con accordo/ricatto col singolo operaio non pagherà neanche la maggiorazione dello straordinario. Farà saltare anche la pausa mensa; benchè l'uso della pausa mensa per far fare straordinario sia contrario alla direttiva europea sugli orari e alla legge 66/03, con questo punto dell'accordo viene tolto anche il diritto di mangiare affinchè ogni minuto dell'operaio, anche quelli necessari per campare siano al servizio del profitto padronale.
La possibilità di sottrarsi allo straordinario fino al 20% vale solo per le 80 ore non per le 40; per di più l'uso di personale “volontario” vuole dire per il lavoratore doppi turni, con una violazione della pausa di riposo tra un turno e l'altro, in deroga arbitraria, anche in questo caso, alla legge che obbliga ad un periodo minimo di 11 ore di riposo giornaliero.

Sulle mansioni , si dice che “a fronte di particolari fabbisogni potrà essere richiesto ai lavoratori la successiva assegnazione ad altre postazioni di lavoro”.
Mentre nel punto “bilanciamenti produttivi” vengono fatti decadere gli accordi precedenti e viene stabilita la possibilità di “mobilità interna dei lavoratori da area ad area nella prima ora del turno in relazione agli eventuali operai mancanti o, nell'arco del turno, per fronteggiare perdite derivanti da eventuali fermate tecnico-produttive”.
Un punto che dà mano libera a direzione, capi nell'utilizzo degli operai con una mobilità selvaggia, flessibilità di mansioni, con inevitabile aumento del rischio infortuni.

Sull'organizzazione del lavoro e pause: “si opererà sul miglioramento dei livelli di prestazione lavorative con le modalità previste dal sistema WCM e dal sistema Ergo-Uas... che costituisce parte integrante del presente accordo.
Le soluzioni... migliorative derivante dall'applicazione del sistema Ergo-Uas permettono sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo, un regime di tre pause di 10 minuti ciascuno fruite in modo collettivo che sostituiscono le attuali 2 pause di 20 minuti ciascuno”.
La riduzione delle pause e il corrispondente incremento di 10 minuti della prestazione lavorativa viene monetizzata “in una voce retributiva specifica denominata “indennità di prestazione collegata alla presenza”, un importo forfettario di 0,1813 euro lordi/ora... importo onnicomprensivo, da corrispondere solo per le ore di effettiva prestazione lavorativa, con esclusione delle ore di inattività, della mezz'ora di mensa ecc... tale indennità è esclusa dalla base di calcolo per il TFR”.
Questo punto dell'accordo è quello più grave rispetto alle condizioni di lavoro degli operai; esso insieme ai 18 turni porta ad una intensificazione dei ritmi, un aumento del 20% della velocità di linea, che insieme allo spostamento mensa a fine turno, riduzione delle pause, vorrà dire massima intensificazione dello sfruttamento, fatica e fatica.
Il Sistema WCM e Ergo-UAS, sono sistemi per il controllo minuto per minuto dei movimenti e dei tempi degli operai, per la vivisezione del corpo degli operai per un perverso uso scientifico dei movimenti di braccia, gambe, ecc., allo scopo della massima riduzione dei tempi di ogni operazione lavorativa. Un sistema che lì dove è stato applicato (vedi alla Fiat Sata, chiamato TMC2) porta ad ogni operaio serie patologie invalidanti alle braccia, mani, ai muscoli, insieme ad uno stress per i ritmi e il controllo a cui vengono sottoposti. Un sistema considerato illegale dalla stessa Magistratura.
Ma questa volta avviene anche qualcosa in più: questi sistemi mai contrattati, vengono messi ora come allegati nell'accordo e pertanto considerati da ora in poi non politiche aziendali (e, quindi, anche contestabili) ma parte dell'accordo e quindi chi accetta l'accordo accetta anche il WCM e Ergo-Uas.

“Le attività formative si svolgeranno contemporaneamente alla ristrutturazione degli impianti e saranno fortemente collegate alle logiche WCM... La frequenza dei corsi è obbligatoria, il rifiuto di partecipazione o la mancata presenza sarà disciplinarmente perseguibile.
Le OO.SS. e le Rsu confermano che non sarà richiesta a carico dell'azienda alcuna integrazione o sostegno al reddito, sotto qualsiasi forma diretta o indiretta”.
La formazione “fortemente collegata alle logiche del WCM” vorrà dire dare ai corsi di formazione una precisa funzione, come già è avvenuto nella stessa Pomigliano nel 2008, di imbonimento ideologico e di selezione tra operai buoni e cattivi. L'accettazione, poi, da parte sindacale di non richiesta di integrazione da parte dell'azienda, che è in contrasto con la legge 102 che prevede invece esplicitamente il pagamento della differenza di trattamento tra cig e salario, in caso di obbligo di presenza di lavoratori in cigs, è una conferma della subordinazione indecente dei sindacati alle logiche Fiat.

Recuperi produttivi: “Le perdite produttive per cause di forza maggiore o per interruzione delle forniture vengono recuperate collettivamente a regime ordinario, entro sei mesi successivi, sia nella mezz'ora di mensa, sia nel 18° turno, sia nei giorni di riposo individuale”.
In questo modo l'azienda può fare bellamente saltare sia la mensa, sia i giorni di riposo individuale; e, benchè si tratti di perdite non determinate da operai, per assenze o altro, ma frutto di cause oggettive, la Fiat non pagherà neanche la maggiorazione per quelle ore di lavoro straordinario, e di sottrazione di ore vita.
Tutto questo ancora una volta è in contrasto con norme e leggi: l'art. 4 del CCNL e la legge 66/03 e con la Direttiva europea.

Sull'assenteismo. Per contrastare forme anomali di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme epidemiologiche... le parti, nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, individuano quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell'azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell'evento”.
In caso di assenteismo verificato nelle tornate elettorali, “tale da compromettere la normale effettuazione dell'attività produttiva... lo stabilimento potrà essere chiuso, la copertura retributiva effettuata con Par e ferie e il recupero della produzione sarà effettuato senza oneri aggiuntivi a carico dell'azienda...”.
Si tratta di un colpo di mano su diritti sanciti dalle leggi. E anche qualcosa di più e di inedito: parlando di “percentuale superiore alla media” per la malattia si porta avanti una forma di pressione/ricatto verso tutti, costringendo tutti gli operai a farsi controllori dei propri compagni di lavoro, e applicando una logica fascista per cui per alcuni lavoratori che si assentano pagano tutti. Qual'è poi la percentuale “superiore alla media”? Rispetto a quale area della fabbrica? A tutta la fabbrica? Quanti operai si autocostringeranno o saranno costretti per non essere malvisti dagli altri lavoratori, a scendere al lavoro anche con la febbre?
Lo stesso ricatto avviene per le assenze nei periodi elettorali, per cui arbitrariamente nell'accordo viene anche deciso di escludere dai pagamenti e riposi i rappresentanti di lista; assenze che evidentemente vengono sempre autorizzati dai partiti, quegli stessi partiti, in primis a Pomigliano il Pd, che oggi da buon ipocriti moralisti dell'ultim'ora si dichiarano strenuamente a favore del piano Marchionne.

Sulla CIGS: nell'accordo vengono confermati i 2 anni di cassintegrazione straordinaria e si aggiunge che “non potranno essere adottati meccanismi di rotazione tra i lavoratori”. Allora che valore ha scrivere “Previo esperimento delle procedure di legge”, visto che un aspetto centrale di queste procedure è proprio la verifica attuazione della rotazione? Vuol dire solo che i sindacati firmatari accettano, senza un minimo di vergogna, una procedura solo sulla carta e fasulla nella sostanza.

A partire dal 1° gennaio vengono abolite alcune voci retributive, paghe di posto, indennità di disagio, premio mansioni, premi speciali e parte di queste sono accorpate sotto la voce “superminimo individuale non assorbibile”, che però viene riconosciuto solo agli operai attualmente in organico e non agli eventuali futuri assunti.

Sede di Nola: “E' confermata la missione del Polo logistico della sede di Nola. Eventuali future esigenze di organico potranno essere soddisfatte con il trasferimento di personale dalla sede di Pomigliano”.
Viene quindi confermata la natura di reparto confino dello stabilimento di Nola, da continuare ad usare per trasferire operai eccedenti, operai scomodi da Pomigliano, con assoluta discrezionalità da parte della Fiat.

Clausole di responsabilità per sindacati e operai = la repressione:
“Il presente accordo costituisce un insieme integrato, sicchè tutte le sue clausole sono correlate ed inscindibili tra loro, con la conseguenza che il mancato rispetto degli impegni (anche di uno solo)dalla O.S. o dalla Rsu, anche a livello di singoli componenti, ovvero comportamenti inidonei a rendere inesigibili le condizioni concordate per la realizzazione del Piano e i conseguenti diritti o l'esercizio dei poteri riconosciuti all'Azienda libera l'Azienda dagli obblighi del presente accordo nonché da quelli derivanti dal CCNL...” - e quindi non pagherà contributi sindacali e non concederà permessi sindacali.
Ma chiaramente Marchionne ha pensato anche a punire i comportamenti degli operai. Continua questo punto dell'accordo: “le parti si danno atto altresì che comportamenti individuali e/o collettivi dei lavoratori idonei a violare in tutto o in parte le clausole del presente accordo o a rendere inesigibili i diritti e i poteri dell'Azienda”, ugualmente libera l'azienda dagli obblighi sindacali. Mentre per gli operai, come viene scritto nel punto successivo: “Clausole integrative del contratto individuale di lavoro” vi sono provvedimenti disciplinari fino al licenziamento.
Siamo alla dittatura padronale, anche il linguaggio ha un sapore fascista e il sistema è fascista: basta un comportamento di un solo delegato, il mancato rispetto di uno solo degli impegni, o addirittura comportamenti (non meglio specificati) che l'azienda ritenesse lesivi dei suoi “poteri, e la Fiat può tranquillamente fare carta straccia dello Statuto dei Lavoratori e del Contratto nazionale, può cancellare a Pomigliano tout court il sindacato e portare la condizione degli operai indietro di più di 50 anni o a livello di un laboratorio cinese fuorilegge!
Una dittatura in cui i delegati sono incatenati, messi in condizione dagli stessi sindacati firmatari dell'accordo di non fare niente se non i controllori di sé stessi e soprattutto dei comportamenti operai. Anche una iniziativa di un Rsu sulla sicurezza verrà presa dall'azienda come comportamento che rende inesigibile le condizioni del piano.
Con questo accordo viene reso esplicito il ruolo delle OO.SS. come cinghia di trasmissione del padronato verso gli operai. Ai capi si aggiungono i rappresentanti sindacali per imporre le condizioni capestro di questo accordo, per spiare e reprimere comportamenti individuali, la cui definizione è tanto volutamente generica quanto arbitraria, facendo diventare Pomigliano non una fabbrica ma un carcere.
E' chiaro che questo punto finale dell'accordo non poteva non esserci per la Fiat, perchè è la condizione capestro per imporre tutti gli altri punti dell'accordo, e fanno capire più di tante parole la gravità delle condizioni poste dall'accordo.

Rispetto a tutto questo, l'aggiunta all'ultimo momento del punto sulla “Commissione paritetica di conciliazione”- tra l'altro presieduta da un rappresentante di parte datoriale dell'Unione Industriale di Torino, oltre che un misero contentino dato da Marchionne ai sindacati, verrà usato dalla Fiat per corresponsabilizzare ancora di più le OO.SS. nella repressione dei comportamenti dei delegati e degli operai che violassero gli impegni dell'accordo.

Quale Stato, quale governo, almeno per salvare la faccia di una parvenza di legalità, permette che ogni azienda si faccia le sue deroghe a leggi di Stato, alla Costituzione, ai Contratti nazionali? E qui invece viene fatto!
Dopo questo accordo, come già stanno dicendo altri padroni, la stessa Pres. della Confindustria, ogni azienda potrà violare leggi, Costituzione (e in questo senso va evidentemente la modifica dell'art. 41 della Costituzione), farsi le leggi proprie. Altro che federalismo della Lega, è anche peggio, siamo al fatto che ogni capitalista potrà farsi le leggi a proprio uso e consumo e lo Stato ratifica.
Questo accordo è illegale, non si poteva fare. Insieme ad un peggioramento grave delle condizioni di lavoro, stabilisce – come hanno denunciato dei coerenti democratici - la liquidazione di diritti indisponibili, diritti che nessun sindacato potrebbe negoziare per il semplice fatto che non gli appartengono, diritti che nessuno, neppure i titolari diretti, può alienare perchè costitutivi di una civiltà giuridica che trascende le parti sociali e gli individui.
Si vuole portare la condizione operaia a livello di laboratori a nero gestiti da cinesi in violazioni di norme contrattuali e di leggi, senza controlli, senza tutela sindacale, con la differenza che mentre questi padroncini vengono ispezionati, sanzionati, condannati, le loro aziende anche sequestrate, Marchionne e i sindacalisti firmatari dell'accordo sono difesi e presi ad esempio.

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