lunedì 14 giugno 2010

pc quotidiano 14 giugno - speciale fiat 4 - i sindacalisti

La Cgil di Epifani ha GIA' firmato l'accordo di Pomigliano e in una certa misura ha dato il suo là a questo accordo con il suo congresso nazionale, ricacciando le resistenze Fiom nell'angolo e strutturando il sindacato in funzione della fase nuova che si concentra ora sull'accordo di Pomigliano. Ed è del tutto naturale, quindi, che i segretari della Cgil di Campania e di Napoli, Michele Gravano e Peppe Enrico, sono scesi in campo e sono attivi nel sindacato e verso i lavoratori in queste ore per costringere la Fiom nazionale e locale ad accettare l'arma Fiat dell'accordo che è il referendum; così come nello stesso comitato centrale della Fiom l'ala di Epifani si appresta a portare nel cuore di questo organismo il ricatto Fiat.

Ma tornando sul ruolo che dà il padronato a questo accordo, eloquente è l'intervista su Sole 24 ore del 13 giugno resa dal presidente dell'Unione industriale di Torino, Gianfranco Carbonato. Certo si tratta di una traduzione dei discorsi fatti dalla Marcegaglia a proposito di “sistema paese”, ecc. tradotti in forme un po' volgari in neocorporativismo.
Dichiara Gianfranco Carbonato: “Quei sindacati che hanno aderito alla proposta Fiat su Pomigliano D'Arco hanno dimostrato di avere colto l'attuale passaggio storico. Ormai la contrapposizione non è più tra classi, capitalisti da una parte e lavoratori dall'altra, ormai la contrapposizione è tra sistemi-paese, in cui i sindacati e le imprese stanno dalla stessa parte”.

Ma Carbonato entra nel merito della Fiom e, a sorpresa, mostra tutta la sua fiducia non solo nel sindacato ma in particolare nel suo nuovo dirigente, Maurizio Landini e gli dà perfino dei consigli: “Mi auguro che lunedì al suo comitato centrale un leader pragmatico come Landini non ascolti le sirene dell'estremismo e valorizzi invece di fronte ai suoi uno strumento come la Commissione paritetica a cui la Fiat venerdì ha dato il suo Ok: prima di procedere a sanzioni contro chicchesia a Pomigliano si riunirà un tavolo comune tra manager e sindacalisti”. Poi Carbonato procede con un altro consiglio, sembra quasi che stia scrivendo la mozione conclusiva: “La Fiom ha una quota minoritaria di iscritti tra i lavoratori dello stabilimento campano. Dunque, se il referendum tra questi ultimi producesse una maggioranza schiacciante a favore dell'accordo, in linea teorica non dovrebbe esserci problemi”.
Procede ancora in scala più globale Carbonato: “Epifani e Landini sfidino la Fiat a trasformare Pomigliano che non ha mai funzionato in un modello di produttività ed efficienza. perchè Pomigliano non è solo Pomigliano. La Fiat in questo paese dovrebbe investire nei prossimi 5 anni 20 miliardi di euro... se l'accordo su Pomigliano diventasse di difficile applicazione, lo stabilimento campano diventerebbe una ragione grande quanto una casa per tenere lontano dall'Italia qualunque altra multinazionale”.

Un altro consiglio molto interessato ma anche puntuale alla Fiom viene dal Corriere della Sera in un articolo a firma di Enrico Marro, e riguarda tra l'altro proprio il “neo segretario” che stiamo imparando a conoscere: “C'è un precedente che potrebbe essere seguito: il caso Piaggio di un anno fa (un altro famigerato accordo bidone passato sotto silenzio – ndr) quando con un referendum i lavoratori approvarono l'integrativo firmato dai sindacati, tranne la Fiom, e quest'ultima si adeguò al risultato andando anche lei a sottoscrivere il contratto. Una vicenda che allora fu gestita proprio da Maurizio Landini che ancora non era diventato segretario generale...” E se lo fosse diventato proprio per questo?

L'accordo Fiat è chiaramente una cosa più grande delle modeste figure di sindacalisti nazionali di Fim, Uilm, Fismic, che come pulci sulle spalle degli elefanti e forti del ricatto padronale, si danno ad “alti pensieri” e immaginifici proclami che quasi sempre corrisponderanno ad incrementi fruttuosi dei loro conti in banca.
Ma la novità di questo accordo è anche che si tratta del primo accordo firmato da due sindacalisti: il neo segretario della Uilm, Palombella, asceso alla carica recentemente, carica conquistata a fronte degli alti servigi resi al padrone dell'altro grande gruppo industriale del paese, l'Ilva di padron Riva. In questa fabbrica Palombella ha contribuito in maniera sostanziale a farne la fabbrica del lager 'Palazzina laf', poi delle morti bianche, poi dei licenziamenti degli Rls che avevano organizzato lo sciopero contro l'esplosione di un convertitore – un provvedimento disciplinare molto simile a quello previsto dall'accordo Fiat – poi diventando un sindacalista chiamato dall'azienda a fare da testimone a favore di Riva in un processo per truffa ed estorsione ai danni di 300 operai della ex Nuova Siet, 150 dei quali 'parte civile'. E' davvero simbolico che questo accordo Fiat sia il primo accordo firmato nella sua carica nazionale da questo sindacalista.
Ma c'è n'è un altro pure, e si tratta di Giovanni Centrella che sta per diventare in queste ore segretario generale dell'Ugl al posto della Polverini eletta presidente della Regione Lazio. Centrella è un operaio della Fiat di Pratola Serra che deve i suoi successi, oltre che ad un servizio al padrone nelle fabbriche Fiat, anche alla sua elezione nel Fondo Cometa, all'attività antisciopero a Mirafiori, e, guarda un pò, all'accordo Piaggio di Pontedera.

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