mercoledì 2 giugno 2010

pc quotid 2 giugno - 2 giugno: l'esibizione delle vergogne delle borghesia imperialista

La Finanziaria del governo di "lacrime e sangue" che taglia le spese sociali per scuola, sanità, pubblico impiego; la presa per il culo dei tagli annunciati per ministri e sottosegretari (70 mila euro!); la disoccupazione di massa che colpisce in particolare i giovani (30%), di cui i due terzi saranno destinati alla precarietà ormai alla base di tutti i rapporti di lavoro..... ma nessun risparmio di spesa di fronte all'esibizione dell'eroismo patrio di questa borghesia stracciona che, per autocompiacersi, ci tiene a mostrare al popolo l'apparato repressivo del suo stato, dagli squadristi in divisa agli assassini delle truppe di occupazione in Afghanistan, in Libano. Tutti in visibilio con i petti gonfi d'aria.
I muscoli dello stato imperialista che andranno ad esibirsi ai Fori Imperiali per la parata del 2 giugno li paghiamo 10 mila euro (il manifesto di oggi la paragona alla cifra dell'indennità di disoccupazione per 32.200 precari), inutili simboli di retorica nazionalista di una borghesia impresentabile, gregaria, corrotta e volgare. Una retorica nazionalistica che spinge i reazionari a chiedere di più, come fa Buttafuoco su Libero, nella ricerca di un'evento più calzante per l'imperialismo nostrano e propone di identificare nella vittoria nella 1^ guerra mondiale (4 novembre) la data più appropiata, ritornando ai miti del decadentismo prefascista come quello della "Grande proletaria" -il concetto di classe trasportato alle nazioni, quello dell'Italia umiliata ed offesa del popolo di emigranti che si arma per portare "la civiltà" sotto il comando di nobiltà e borghesia, secondo il nazionalsocialismo di Pascoli- il mito, cioè, dell'espansionismo coloniale che ha portato al genocidio del popolo libico.
Questa retorica nazionalista è già stata messa a nudo da Gramsci che la chiamava con il suo vero nome: "proletaria come nazione perchè è stata l'esercito di riserva dei capitalisti stranieri".
I caratteri dell'imperialismo italiano nelle varie fasi storiche rimangono sempre gli stessi.
Come quando pensa di costruire il consenso attorno alle sue guerre per conquistarsi un posto al sole assieme ai boia suoi compari imperialisti.
In Germania il presidente tedesco si è dimesso per avere detto pubblicamente quello che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che "i militari sono necessari" per i loro interessi. In Italia, invece, lo Stato preferisce la linea delle menzogne sulle missioni di pace per coprire l'occupazione imperialista in Afghanistan, le stragi e le rappresaglie contro i civili oggi ordinate da La Russa e benedette da Napolitano.Con qualche eccezione come il boia Kossiga che ricorda che gli stati moderni nascono dal presupposto del monopolio legittimo della violenza e che uccidere, quindi, è una necessità degli stati, cioè gli stessi concetti del presidente tedesco dimissionario.
Allo stesso tempo siamo nauseati di questa repubblichetta borghese che usa le scuole come mezzo di propaganda per inculcare il suo autoritarismo, il servilismo di fronte ai potenti, la repressione, l'intimidazione, di fronte allo spirito critico dei giovani, incarnata dalla miseria umana di quella preside della Gioacchino Belli di Roma che, per rappresaglia, ha tuonato minacciosa verso i giovani e le loro famiglie, lei che, se solo avesse potuto, avrebbe tappato la bocca ai suoi studenti per "l'atto deplorevole e privo di senso" quando hanno cantato "Bella ciao" davanti i rappresentanti del ministero dell'istruzione, una "mancanza di rispetto o offesa verso le istituzioni"! Solo per lei, ovviamente, abituata a servire senza alcuna dignità le idee della classe dominante, quella che celebra i mercenari assassini come "eroi".


prolcomra
02/06/2010

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