lunedì 17 maggio 2010

pc quotid 16-17 maggio - pacifisti a parole,militaristi nei fatti

una lettera condivisibile apparsa nella lista femminista sommosse,
il titolo è della redazione

Ciao a tutte

La così detta sinistra, in questo paese e in europa, è mutata geneticamente.
Una volta era pacifista e, in occasione della chiamata alle armi per la
patria, sposava ,invece, la causa della guerra.
Adesso, tutto l'anno è guerrafondaia, aggredisce la Jugoslavia, vota i
finanziamenti per tutte le guerre neo-coloniali, ma una volta all'anno
partecipa alla marcia per la pace.
Sempre una volta,i ruoli erano chiari. Adesso, la tavola per la pace incontra
i vertici dell'esercito che ci raccontano che i veri pacifisti sono loro , nel
solco delle guerre ribattezzate "missioni di pace".
Mi viene in mente la lettura che del militarismo fa Rosa Luxemburg
nell'ultimo capitolo del suo libro "L'accumulazione del capitale", dove
l'esercito non è solo lo strumento per conquistare mercati, per sottomettere
popolazioni locali, per dirimere lotte economiche con altri paesi, ma anche un
pilastro su cui si regge l'economia di questa società.
La Luxemburg, infatti, sottolinea come l'apparato bellico sia una delle gambe
su cui si sostiene e cammina l'economia dei nostri paesi.
Pertanto, lei che pacifista era , si oppose con tutte le sue forze alla prima
guerra mondiale.Per questo uscì dal partito socialdemocratico tedesco che del
pacifismo aveva fatto uno dei suoi capisaldi, ma che,al momento dello scoppio
della prima guerra mondiale, votò in parlamento i crediti di guerra e chiamò il
popolo alle armi.
E, coerente con i suoi ideali, Rosa sottolineò sempre con forza che la
battaglia per il pacifismo non poteva essere separata dall'impegno per la
costruzione di un altro sistema socio-economico.
Da femministe e quindi pacifiste, sappiamo che il pacifismo è inconciliabile
con questa società e se vogliamo veramente realizzarlo, di società ne dobbiamo
costruire un'altra.

Elisabetta
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