martedì 4 maggio 2010

pc quotid 5 maggio Il Congresso della Cgil e la responsabilità di Epifani

La Cgil di Epifani non finisce mai di stupire la borghesia perché domani 5 maggio all’apertura del 16° congresso della Cgil ci saranno invitati d’eccezione, la Marcegaglia, presidente di Confindustria, e il ministro Sacconi, tra gli altri, “presenze impensabili fino a qualche mese fa”, commenta il sole24ore. Non per Epifani che ha affermato che “anche la cgil deve sedersi al tavolo e trattare… la contrattazione fa parte dell’identità di un sindacato”. Contrattazione di cosa?...

“Quattro anni fa - ha spiegato Epifani - lanciavamo al Congresso un ‘Progetto Paese’ che puntava sui diritti, sul lavoro, sulla libertà e la democrazia. Anche questa volta chiediamo un progetto che punti ad affrontare la crisi”.
Un “progetto paese” che, è davanti agli occhi di tutti, ha fatto bene solo ai ricchi, ai padroni, che hanno aumentato i loro profitti e i redditi personali, e al governo che ha goduto della pace sociale; un progetto di cui le masse pagano il conto abbastanza salato.
Ma Epifani fa finta che in questi 4 anni non sia successo niente e guarda al presente dicendo che “nel nostro Paese manca ancora un'idea su quello che si deve fare, una proposta programmatica per superare la crisi”. Lui un’idea ce l’ha e la vuole trasmettere direttamente ai padroni e ai ministri perché bisogna dialogare.
Chi pensasse che Epifani non sia lucido sbaglia, lui sa che: “Ci aspetta un periodo di lacrime e sangue più che di risorse per i contatti pubblici…”; “il decreto sull’arbitrato mina il diritto costituzionale dei cittadini di ricorrere al giudice per veder riconosciuti i loro diritti.”; si tratta di “un sistema che trasferisce gran parte della contrattazione sul territorio e nelle aziende istituendo una sorta di federalismo sindacale”, e ancora “Temiamo nei prossimi due anni una ripresa senza il lavoro, [con aziende che fanno utili e ristrutturano] per questo cercheremo di mettere a fuoco proposte per l'occupazione, per una riforma dei diritti, a partire dagli ammortizzatori sociali e, più in generale, una proposta programmatica per il Paese che abbia il lavoro al centro”.
Il lavoro, appunto, non i lavoratori! E sul lavoro i padroni hanno idee ben precise come insiste a ricordarcelo uno dei loro portavoce, Dell’Aringa, mentre fa i complimenti a Epifani: “tutte le categorie e le organizzazioni territoriali della cgil, che si sono liberate dall’assedio della Fiom, hanno continuato in questi mesi a contrattare insieme con Uil e Cisl sia i rinnovi dei contratti nazionali di lavoro sia l’utilizzo degli ammortizzatori sociali; … sono poi sul tappeto altre importanti questioni da affrontare come quella dell’arbitrato che vede ancora la Cgil su rigidissime posizioni.[!] Altre questi si apriranno nei prossimi mesi come il nuovo statuto dei lavori. La riforma degli ammortizzatori sociali, il rilancio dei servizi all’impiego e della formazione, le regole della rappresentanza e le norme sulla partecipazioni dei lavoratori in azienda. Per non parlare delle riforme in campo economico e delle misure da prendere per accelerare la ripresa produttiva.”

Contratti
Ammortizzatori Sociali
Arbitrato
Statuto dei lavori
Servizi per l’impiego
Formazione
Regole sulla rappresentanza
Partecipazione lavoratori in azienda
Riforme in campo economico
Misure per accelerare la ripresa produttiva

Hanno le idee molto chiare sul loro programma i padroni! E festeggiano!
E festeggiano anche il loro centenario con soldi pubblici (la Marcegaglia ha chiesto e ottenuto 120.000 euro!!!), e si rallegrano del fatto che sta aumentando l’utilizzo dei “contratti spot”, quelli precari della legge Biagi e di altre leggi.
Insomma Epifani è lucido ma sorvola su quello che Dell’Aringa dice apertamente a nome dei padroni. E di questo è grata la Confindustria che sul Sole 24 Ore di oggi ribadisce il “senso di responsabilità che presidente Marcegaglia in quest’ultimo anno ha ripetutamente riconosciuto alla Cgil, in privato e in pubblico” perché “Ci sono sul tavolo i grandi temi della crisi, le difficoltà delle fabbriche, l’occupazione, il fisco… questioni delicate che gestire con il conflitto sarebbe più difficile…”.

Sarà stato il caffè che Epifani e la Marcegaglia hanno preso in diverse occasioni, sarà stato l’invito ricevuto in occasione del convegno degli industriali di Parma, dove Epifani sedeva accanto all’amministratore delegato della Fiat, Marchionne, sarà perché Epifani non ha mai dimenticato il patto tra produttori che ha proposto già nel 2004 a Montezemolo, fatto è che l’aria sembra serena… tranne che per i metalmeccanici “l’ala più intransigente della confederazione che non ha firmato il rinnovo del contratto”: la Fiom.

I padroni si sentono abbastanza sicuri dato che pensano che quello della Cgil sarà “un congresso dal quale uscirà un Confederazione più riformista e dialogante, con la mozione di maggioranza del segretario che ha incassato l’83% dei consensi”, ma “Epifani il responsabile” ha pensato anche a questo: prima ha “strigliato la Fiom”, come ha detto un giornale, ricordando che “la contrattazione fa parte dell’identità di un sindacato” e poi ha cercato di isolarla ancora di più… ma quella dell’“anomalia” Fiom è un’altra storia…

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