domenica 28 marzo 2010

Uno stralcio relazione del 27 febbraio 2010

Questo è un stralcio della relazione fatta in una riunione di proletari comunisti il 27 febbraio scorso, che sarebbe stata materia del numero di marzo di proletari comunisti, che poi per ragioni politico-editoriali non è uscito.
Ci pare interessante pubblicarla per far conoscere ai compagni qual è stato sostanzialmente la nostra posizione in questo mese in riferimento a situazione politica ed elezioni.

Ne conserviamo la forma informale e sommaria, compreso le eventuali imprecisioni, per rendere comunque semplice e lineare la lettura

PUNTO SULLA SITUAZIONE IMMEDIATA

Sulla situazione politica- accentuarsi della crisi del governo, soprattutto delle caratteristiche della crisi intrecciate con le questioni morali; mentre vi è una sostanziale tenuta del governo sul piano economico-sociale nonostante gli effetti della crisi sulle masse.
Le elezioni regionali rischiano di essere un segnale negativo per il governo, per il peso della crisi politico-morale, sia per gli effetti della crisi economica (che non trovando sfogo nel movimento di lotta, possono presentarsi a livello elettorale).
Carattere regionale del voto, lo liberalizza, rispetto al voto politico (il voto amministrativo va di solito peggio per il governo). Il governo dovrebbe avere un calo elettorale. Per questo il governo cercherà in questo mese di rimontare, usando il sistema da regime: buttarla in “caciara” – “tutti corrotti, nessun corrotto; massimo controllo sui mass media e segnali per recuperare i voti dei corrotti, malavita organizzata ecc., stornare l'attenzione delle masse, "scatenare la guerra tra poveri” con uso della sempre valida arma: immigrati/razzismo, anche uso del “terrorismo”, nel tentativo esplicito di contenere gli effetti della crisi morale, politica ed economica ed evitare una caduta elettorale.
Principale alleato del governo è l'opposizione parlamentare che nella sua componente maggioritaria si sposta verso il governo, vedi Casini, PD, la cui nuova segreteria cerca di “volare alto” per coprire una politica bassa, per rientrare nel gioco e sperare in aiuti da parte dei poteri forti.
L'opposizione ha visto indebolire la funzione di Di Pietro, che ha attenuato la linea al suo congresso e ha indebolito quello spostamento su Di Pietro dell'opposizione ex parlamentare. Così non aumenta i suoi voti a destra e perde parte i voti a sinistra, area lavoratori che guardava Di Pietro come capo della sinistra. Comunque, il partito di Di Pietro dovrebbe registrare una crescita

L'unico “partito” in crescita può essere l'astensionismo, che può unire al precedente astensionismo operaio, quello intellettual-democratico (che perde fiducia nel “voto utile”) e quello dell'elettorato sbandato del centro destra, anche se bisogna tener conto che nelle regionali il voto è condizionato dalla miriade di candidati locali e le conseguenti clientele e parentele che vanno a votare:
La situazione attuale sarebbe una condizione ideale per i comunisti e la sinistra di opposizione, ma purtroppo coloro che si dicono comunisti vanno più indietro dello stadio precedente, la loro confusione sia tattica che strategica sembra accentuarsi; la sinistra di opposizione non avendo cambiato nulla, cercando in maniera patetica di restare a galla, collassa – anche molti candidati di questa sinistra sono impresentabili.
Anche questo però può essere una condizione favorevole perché è nella crisi della falsa sinistra che si può costruire il partito comunista di tipo nuovo, una vera opposizione proletaria ... Quindi l'attenzione dei comunisti autentici non deve essere diretta a forme di "unità a sinistra", ma all'aperta contrapposizione al governo e parlare al popolo astensionista; chiarezza nella denuncia radicale di governo e falsa opposizione, provare a fare di più sul terreno dell'astensionismo proletario e democratico.
Questo lavoro lo già stiamo facendo, nel mese elettorale deve avere anche ulteriori sviluppi.
“La lotta e non il voto” vale quando e lì dove le masse sono effettivamente in lotta, ma chi lotta in Italia su questo sono ancora in pochi (fabbriche che stanno resistendo ai licenziamenti, disoccupati in città del sud, resistenze degli immigrati, NO Tav, ecc.).
Nelle altre realtà, la prima forma di lotta è il “NO al voto”;
Questa è una delle forme di lotta. Generalizziamo le esperienze avanzate.
La ns lotta di posizione è soprattutto nell'ambito della sinistra sul piano ideologico e politico.
Non ci inventiamo delle lotte nuove, bastano quelle che ci sono. Dobbiamo essere più visibili anche con la propaganda. Dobbiamo stare dalla parte di tutto ciò che disturba il manovratore, in maniera politica di pro, perché questo definisce meglio la ns identità, raccoglie il disagio e la ribellione e ci dà visibilità. Sosteniamo tutte le forme di lotta e tutti i contenuti politici che fuoriescono dai limiti della democrazia borghese . La crisi morale e politica di questo governo e di questo Stato fa sì che la democrazia borghese e le elezioni sempre più non meritino rispetto, perché difendono questo sistema dello sfruttamento e sono immorali, corrotte. In questo senso la ns è una campagna di pro, tramite la pro noi spieghiamo, e questo usando anche la Costituzione.
Su questo ci deve essere sintonia tra la ns linea e la pratica dei nostri compagni nelle sedi e questa a volte non è adeguata, noi non siamo quelli che dicono una cosa e poi ne fanno un'altra quello che diciamo lo facciamo.. bisogna migliorare il ns lavoro da subito...

proletari comunisti
27-2-2010

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