lunedì 22 marzo 2010

Solidarietà con i prigionieri politici rivoluzionari

In italia ci sono prigionieri politici comunisti e rivoluzionari nelle carceri sepolti da anni di carcere e tenuti in isolamento nel silenzio assenso di tutti
i partiti parlamentari ed exparlamentari, dei sindacati di base e degli organismi sociali che pure si battono contro la repressione.
Manca la conoscenza e solidarietà di classe.
Domina l'opportunismo politico e personale.
proletari comunisti solidarizza con tutti i prigionieri politici comunisti e rivoluzionari e invita a mobilitarsi in occasione delle scadenze dei processi e contro il regime di isolamento carcerario.

Riprendiamo due testi dell'assemblea contro carcere e repressione usciti in occasione del presidio a rebibbia il 14 marzo e quello relativo alla convocazione di una assemblea a milano per il 28 marzo a cui parteciperemo come proletari comunisti Milano

in occasione del presidio a rebibbia 14-3-2010


I COMPAGNI NON SONO MAI SOLI,
NEMMENO IN ISOLAMENTO

A seguito dell’ennesima ondata di arresti, a seguito di una delle tante inchieste che imprigionano i ribelli che agiscono rifiutando di omologarsi, ci ritroviamo nuovamente sotto il carcere per contrastare l’accanimento nei confronti dei compagni detenuti.
Costantino e Manolo si trovano in totale isolamento da oltre un mese, nonostante non esista alcuna ragione formale per tenerceli nemmeno per il tribunale farsesco che li ha portati in carcere: fanno l’aria soli in cubicoli stretti che somigliano molto alle gabbie di un canile, per 22 ore al giorno stanno senza riscaldamento e vedono la luce attraverso uno spioncino 30 x 15 cm, privati della possibilità di socializzare con chicchessia.
Non è da oggi che i prigionieri politici subiscono ogni tipo di angheria, cavie di un calcolo studiato all’unico scopo di annientare i pensieri ed i corpi. L’intento è esasperare la loro sopportazione al fine di fiaccarne la volontà e l’identità.
Ma lor signori s’illudono perché la coscienza rivoluzionaria vanta una più lunga esperienza rispetto ai loro mezzi fascisti.
Il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) ha riorganizzato le prigioni secondo una logica di separazione dei detenuti politici dai comuni e dei primi per idea di provenienza, ribadendo la volontà di bloccare sul nascere ogni radicamento e contaminazione di pratiche in modo che non sia possibile che il rifiuto di assoggettarsi si unisca al disagio diffuso; l’isolamento è solo la massima forma di questa differenziazione ed il regime di 41 bis che ha portato alla morte la compagna Diana Blefari è la sua estrema realizzazione.
allontanare i prigionieri anche dai propri cari, aumentando le difficoltà di mantenere un rapporto con l’esterno.
Costantino e Manolo non sono i primi né saranno gli ultimi a godere di questo trattamento speciale, pagando con la reclusione il prezzo della militanza, ma non ci siamo ancora abituati alle vessazioni.
Per questo indiciamo un presidio: per urlare contro l’accanimento nei confronti dei compagni prigionieri e contro il carcere che è annullamento, umiliazione, separazione e sottomissione; al fine di contrastare questo meccanismo, è necessario far sentire ai compagni imprigionati il nostro sostegno e la nostra vicinanza.

Presidio sotto il carcere di Rebibbia, Roma
Domenica 14 marzo, h 14

COSTANTINO E MANOLO LIBERI
LIBERTà PER TUTTI I COMPAGNI!

Assemblea contro il carcere e la repressione
assembleacontrolarepressione@gmail.com


convocazione assemblea del 28


Assemblea domenica 28 marzo ore 16.00
alla Panetteria di via Conte Rosso-Lambrate

Giovedì 15 aprile inizia a Milano il processo d’appello contro 17 compagni arrestati il 12 febbraio 2007 con l’accusa di voler costituire il Partito Comunista-pm.
Condannati esemplarmente a 150 anni di carcere in primo grado, nove di essi sono ancora prigionieri.
Dopo essere stati trasferiti di carcere in carcere questi compagni sono stati deportati nel carcere confino di Siano Catanzaro, lager a centinaia di Km dai propri affetti. L’obbiettivo è quello di tenerli lontani dai propri compagni di lotta e completamente isolati dal resto dei prigionieri.

Dopo l’emanazione della circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che di fatto norma, regolamenta ed istituisce nuovamente le sezioni speciali, questa è la sorte di quanti vengono considerati dallo Stato rivoluzionari. Lontani, separati, di fatto in isolamento. La direttiva prevede anche una diversa destinazione dei prigionieri a seconda della loro ideologia. Così gli anarchici sono destinati ad Alessandria, i comunisti a Siano e a Carinola e per gli islamici c’è la Guantanamo nostrana a Macomer.

E’ successo così anche ai sei compagni arrestati il 10 giugno 2009, con l'accusa di associazione finalizzata al terrorismo e partecipazione a banda armata, sono stati “spediti” a Siano e anche altri, accusati di associazione sovversiva, sono stati rinchiusi ad Alessandria. Anche Manolo e Costantino, arrestati a gennaio a Milano, sempre per l’inchiesta del 10 giugno. 2009, sono ora a Siano Catanzaro

Il tentativo di isolare i prigionieri politici, mostrarli come “terroristi” lontani dal movimento e dalla lotta di classe, di criminalizzare quelle pratiche politiche che possono mettere in discussione i responsabili delle continue morti da sfruttamento e da guerra e tutto il loro sistema fallisce ed è fallito per la solidarietà che fino ad ora i compagni hanno ricevuto e per la fierezza con cui resistono alla barbarie del carcere.

Proprio per questo vorremo, durante il processo di appello che inizia il 15 Aprile, mostrare la nostra vicinanza, in quel giorno salutarli e stringerci attorno a loro, ma anche che quel momento diventi occasione di denuncia e protesta contro il regime differenziato carcerario, le carceri confino, le sezioni speciali, l’isolamento e il 41bis, in solidarietà con tutti i prigionieri.

Vorremo anche unire la loro resistenza in carcere a quella di tutti coloro che resistono oggi nel mondo lottando contro l’oppressione e farlo partecipando al corteo del 25 Aprile, ben consapevoli della mistificazione e della propaganda che da sempre lo stato "democratico" ha costruito su questa giornata, poiché per noi questa data non è una ricorrenza ma un’occasione per riannodare il filo rosso che lega la resistenza al fascismo odierno con quella dei partigiani di ieri.

Per discutere di tutto questo e contribuire a costruire le iniziative
invitiamo tutti a partecipare

Assemblea contro il carcere e la repressione

Nessun commento:

Posta un commento