domenica 21 marzo 2010

Dalla legge Treu alla legge Biagi: la precarietà uccide



Il ministro del lavoro Sacconi non perde l’occasione per dimostrare ogni giorno il suo accanimento ideologico antioperaio, così il 19 marzo a Modena durante l’ottavo convegno in ricordo di Marco Biagi, continua con le provocazioni e afferma: “il governo ha dato una protezione duttile e flessibile a tutti i lavoratori subordinati”, ma il comizio del ministro anticomunista Sacconi va oltre, arrivando a rivendicare la necessità dei licenziamenti per far pagare la crisi agli operai, e quando parla di ammortizzatori sociali dice:”abbiamo reso ordinaria la cassa straordinaria per crisi e la crisi basta che sia quella globale, non occorrono specifiche ragioni aziendali….Da mattina a sera stiamo facendo accordi di questo tipo, usando la cigs per crisi generale.Non c’è problema”. Mentre è sotto gli occhi di tutti una situazione che prevede nei prossimi mesi l’aumento di migliaia di lavoratori che si troveranno in mezzo alla strada oltre ai tantissimi giovani precari che sono stati i primi a essere buttati fuori dalle fabbriche senza nessuna tutela grazie alle leggi sulla precarietà.
Di fronte a questo attacco preciso ai lavoratori la cgil, dopo aver sposato da decenni la concertazione e le compatibilità del sistema dei padroni in questi giorni cerca di utilizzare le giuste mobilitazioni dei lavoratori contro il collegato al lavoro del governo Berlusconi, che avvia l’attacco definitivo ai diritti dei lavoratori, non per farlo cadere attraverso la mobilitazione, ma per sostenere la campagna elettorale della falsa opposizione del PD: ancora una volta si cerca di illudere le masse lavoratrici della via parlamentare.
Per questo organizza nelle città un giro di assemblee con Tiziano Treu che dovrebbe ergersi a difensore dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, proprio questo signore che con il pacchetto di leggi che prende il suo nome ha aperto la strada alla precarietà e alla legge Biagi. Non è un caso che una tappa sarà a Bergamo, 24 marzo alle 18, con relatori il candidato regionale del PD, Martina e il segretario CGIL filo Pd, Bresciani, questa città ha sempre visto un ruolo del Pd di apripista per ricucire tutti gli “strappi” nazionali tra Cgil e Cisl-Uil in occasione di contratti separati o accordi nazionali, come non è un caso che a Bergamo in molte fabbriche metalmeccaniche attraverso accordi aziendali sottoscritti anche dalla Fiom, sia stato introdotti elementi di flessibilità-precarietà recepiti poi dalla legge Biagi.
Ma quello che più disgusta è la posizione della falsa sinistra messa fuori dal palazzo alle ultime elezioni, infatti Rifondazione Comunista BG nel loro comunicato non attacca i contenuti politici strumentali che stanno dietro a questa iniziativa ma si lamenta che “ha questo spot elettorale” non sia stato invitato nessun esponente (candidato) della sinistra …sic!
Tutto questo rende evidente che l’opposizione reale al governo Berlusconi antioperaio e antipopolare non può passare per l’unità con queste forze, ma con il loro definitivo smascheramento di fronte alla classe operaia, costruendo nel fuoco della lotta il sindacato di classe nelle mani dei lavoratori e il partito comunista di nuovo tipo.
Per cacciare via Berlusconi e ogni governo dei padroni.


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